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La maledizione delle "notturne" continua. Il Messina espugna lo "Zac"

Una doppietta di Costa Ferreira, gela il Foggia nell'anticipo serale di Lega Pro. Non è bastato il gol di Cavallaro al 9' del primo tempo al termine di una spettacolare azione personale. Per i rossoneri prima sconfitta nel girone di ritorno

Che il Foggia non tanto si pigliasse con le "notturne" è un dato storico consolidato dai tanti precedenti. Un tabù raramente sfatato anche nelle stagioni più gratificanti. Non ha fatto eccezione il Foggia di Padalino, ancora una volta rimontato dopo aver sbloccato il risultato ad inizio gara. 

Un Messina arrembante nella prima frazione, cinica e spietata nella ripresa, ha completato la rimonta con il funambolo Costa Ferreira, autore di una doppietta, e di un palo clamoroso sull'1-0. Una sconfitta amare, che potrebbe diventare ancor più pesante se chi insegue, dovesse far punti ed accorciare la distanza dai rossoneri. 

Due novità nell’undici di Padalino, anzi tre se si considera il ritorno di Agnelli. Gli altri due rappresentano il ritorno di Agostinone a sinistra, in luogo dell’acciaccato D’Allocco, e il rilancio di Leonetti al centro dell’attacco al posto dello squalificato Giglio. Un 3-4-3 a cui Grassadonia oppone uno schieramento quasi speculare, ma interpretato in maniera molto più efficace.

Nel paragone tra i due attacchi, soltanto Cavallaro regge il confronto in un duello che vede i siciliani impietosamente superiori. Bernardo e Costa Ferreira in appoggio al veterano Corona, sono infatti i primi ad andare a pressare i portatori di palla, soffocando le fonti di gioco principali, e avviando le fulminee ripartenze del Messina. Il resto lo fa “Re Giorgio” con i suoi movimenti in orizzontale, ad allargare il terzetto difensivo rossonero, favorendo così gli inserimenti soprattutto dell’ispiratissimo numero 10.

Nel Foggia, poco da annotare, a parte un possesso palla lento ed inefficace. Da una parte passaggi veloci in verticale e fraseggi di prima nello stretto, dall’altra soltanto lanci lunghi, qualche passaggio in orizzontale, e l’attesa che Cavallaro inventi la giocata. Che arriva.
Un gol, quello del numero 10 rossonero, che meriterebbe un palcoscenico (in termine di divisione) più prestigioso, così come il pubblico caloroso e coreografico in uno Zaccheria vestito a festa.

FOGGIA VS MESSINA: LE PAGELLE

Doppio passo, dribbling e sinistro violento, sono gli ingredienti di una succosissima pietanza, una delle poche presenti nell’insipida cena rossonera. Il resto del primo tempo è di marca messinese. Lo show di Costa comincia quasi subito, al 13’ serve un miracolo di Narciso per scongiurare l’immediato pareggio. Otto minuti dopo è il palo a negare la rete al fantasista messinese, al termine di una fulminea transizione generata da una palla persa da Agnelli.

Più galante è il legno al 28’, quando respinge la palla ma lascia che si depositi alle spalle di un incolpevole Narciso. E’ l’episodio che legittima una supremazia totale, nel quale il Messina domina fisicamente e tecnicamente, mettendo all’angolo un Foggia raramente così in difficoltà tra le mura amiche. Difficoltà tangibili in casa rossonera, a cui si aggiungono le solite uscite suicide di D’Angelo, che più di una volta rischia la frittata e becca gli improperi del pubblico e di Narciso.

SECONDO TEMPO – Al termine della prima frazione sorge una domanda: riuscirà il Messina a tenere i ritmi sostenuti per un’ora e mezza?
La risposta arriva quasi subito e non è positiva per gli ospiti. L’uno due tra Corona e Costa, che porta quest’ultimo a concludere di poco a lato al 6’, è solo un fuoco di paglia. La formazione di Grassadonia si spacca in due tronconi, incapace di tenere corte le distanze tra i reparti, e di dettare il pressing forsennato che aveva mandato in tilt Quinto e soci nel primo tempo.

Ne beneficiano i rossoneri, che pur a ritmi non elevati, assumono il comando delle operazioni, e sfiorano il gol con Loiacono al 10’, sugli sviluppi di un calcio piazzato. La deviazione sotto porta del difensore, trova attento Lagomarsini. Lo stesso estremo difensore si opporrà due volte ad Agnelli su calcio piazzato al 32’ e allo scadere.

Padalino toglie il generoso ma troppo leggero Leonetti, provando a giocarsi la carta Kyeremateng come punta. Seguirà l’innesto di Grea al posto di Cavallaro in preda ai crampi. Il dominio del Foggia da perforante come un trapano, perde via via di consistenza, fino ad assumere la leggerezza di una piuma. Quando il punteggio parziale sembra in procinto di acquisire i crismi della definitività, arriva la doccia fredda, ancora con Costa Ferreira, che corregge sotto porta un cross di Squillace.

Da notare ancora una volta, il grande lavoro del marpione Corona, bravo a portarsi a spasso il pallone da destra a sinistra, e ad avviare l’azione.
L’innesto di Curcio non sortisce effetti, e la succitata punizione di Agnelli non porta frutti. La corsa del Foggia conosce un brusco stop, una botta che stordisce, un po’ come subire una delusione d’amore nel giorno di San Valentino.

Tabellino

FOGGIA (3-4-3) Narciso; Loiacono, D’Angelo, Sciannamè; Colombaretti (41’st Curcio), Quinto, Agnelli, Agostinone; Venitucci, Leonetti (24’st Kyeremateng), Cavallaro (34’st Grea). A disposizione: Micale, Savarise, Forte, Sicurella. All. Padalino

MESSINA (3-4-2-1) Lagomarsini; D’Aiello, Pepe, Silvestri; Guerriera, Maiorano, Bucolo, Squillace; Bernardo (34’st Pagliaroli), Costa Ferreira (41’st Franco); Corona. A disposizione: Iuliano, Ignoffo, Cucinotta, Quintoni, Buongiorno. All. Grassadonia

ARBITRO: Tardino di Milano

MARCATORI: 9’pt Cavallaro (F), 28’pt e 39’st Costa Ferreira (M)

AMMONITI: Agnelli (F), Silvestri (M), Pepe (M), Cavallaro (F), Guerriera (M), Squillace (M)

NOTE: Corner 3-5; Recupero 0’pt, 4’st

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