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Il Foggia si prepara alla “sfida dell’anno” contro il Livorno. Grassadonia: “Voglio che i ragazzi si sentano addosso questa maglia”

Così il tecnico rossonero a due giorni dalla sfida di Pasquetta contro la formazione di Breda: “Metabolizzare la sconfitta di Venezia non è stato semplice. Lunedì ci servirà maturità, cuore e testa. Galano? Sa di aver sbagliato, è amareggiato, ma ha fatto di tutto per venire a giocare qui”

Più di un playout, più di una finale. La gara col Livorno vale tanto, forse la vita (calcistica, si intende) del Foggia in serie B. Perché la gara di Pasquetta non decreterà nessun verdetto confortato dall’aritmetica, ma contribuirà senza dubbio alla stesura di un capitolo importante della storia di questo campionato. Per il Livorno, ma soprattutto per il Foggia, su cui pesano gli ormai noti 6 punti di penalizzazione, ma ancor più le innumerevoli chance per svoltare, puntualmente gettate alle ortiche. Come quella di Venezia, la partita che più di tutte alimenta rimpianti e rammarichi, anche perché perdere senza mai subire un tiro in porta non è che accada tutti i giorni. Venezia, ennesima gara lontano dallo ‘Zaccheria’ dove il Foggia ha raccolto fumo. Le trasferte restano l’anello debole dei rossoneri, come testimonia lo spread di punti tra le partite casalinghe e lontane dallo Zac. “Un’idea sui motivi me la sono fatta, ma dobbiamo guardare al presente”, avvisa Grassadonia, che poi torna per un attimo alla partita di Venezia, il cui esito ha gettato un po’ nello sconforto i calciatori: “Perderla così è stato devastante, e ancor meno facile è stato metabolizzare un risultato del genere. La squadra ha fatto la gara giusta per personalità, ritmi e atteggiamento. Ma per svoltare ci manca evidentemente qualcosa che va ricercato nei particolari e in certi atteggiamenti”.

Quei particolari e atteggiamenti da trovare subito contro il Livorno, una gara di non ritorno: “Ci vorrà una grande testa, la maturità. Più di tutto conta che i ragazzi si sentano questa maglia addosso, e la devono difendere da tutto e tutti. Ma è importante che ci sia ottimismo. La piazza ci sostiene come sempre, noi dobbiamo metterci il cuore”.

Cuore e serenità. Quella che serve per gestire i momenti negativi, a creare quella sorta di cupola che protegga il gruppo dai cattivi pensieri: “Non voglio che si pensi ‘questo è un anno negativo’ o che ‘siamo sfortunati’. Questi pensieri non li accetto, dobbiamo cercare la serenità e la lucidità nelle scelte. Sentiamo tutti la responsabilità di salvare il Foggia e vi posso assicurare che da parte di tutti c’è questa convinzione”. Non si scompone sulle scelte, ma una cosa la mette in chiaro: “Gli undici che scenderanno in campo dovranno essere mentalmente al meglio. Chi è meno convinto la partita la guarderà dalla panchina”.

Panchina su cui potrebbe sedersi Deli (“Ha avuto un problema muscolare, lo stiamo valutando. Si è allenato a corrente alternata”), così come Zambelli (“Il problema alla costola gli sta causando scompensi muscolari”). Bocche cucite sull’attacco, anche se i nomi contano relativamente: “A me interessa chi dà l’anima, chi mette tutto quello che ha, non chi segna. Contro il Venezia hanno dato tutto e non è bastato, vuol dire che serve ancora di più. I messaggi negativi non li accetto, serve che passi nella testa dei ragazzi il messaggio che quanto dato a Venezia non basta ancora. Occorre uno scatto di mentalità, naturalmente sfruttando il calore della gente”.

Calore della gente per sconfiggere una squadra che all’andata fece vivere ai rossoneri uno dei pomeriggi più complessi della stagione: “Hanno tre caratteristiche notevoli: sono bravi nelle transizioni, sulle seconde palle e in quelle inattive grazie alla fisicità dei giocatori e al sinistro di Diamanti, il cui curriculum parla da sé. Breda dice che per loro è la partita dell’anno? Per noi lo è di più”.

Chiusura su Galano, al centro di alcune polemiche per un post (poi rimosso) su Instagram con il quale si congratulava con il Bari per il suo ritorno nel calcio professionistico, dopo la vittoria del campionato di serie D. Al termine dell’allenamento aperto al pubblico, quando i calciatori sono andati sotto la gradinata, il fantasista è rimasto ai margini, il tecnico spiega il perché: “Cristian ha commesso una ingenuità, ma ha a cuore le sorti del Foggia, ha fatto di tutto per venire nella sua città. È un po’ abbattuto, sa di aver sbagliato e la piazza è arrabbiata perché ha il diritto di farlo. Ma parliamo sempre di un ragazzo che è di Foggia e che ha fatto tanto per giocare nella sua città. Ci ho parlato, ha capito di essere andato oltre, pur senza volerlo, per questo abbiamo scelto che restasse un po’ ai margini. Cercheremo di capire come vivrà i prossimi due giorni. È abbattuto, ma ha chiesto scusa pubblicamente”.

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