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Difesa da incubo, Mazzeo predicatore nel deserto: le pagelle di Empoli-Foggia

L'attaccante realizza il suo (inutile) quarto gol in campionato, offrendo il solito grande contributo anche lontano dalla porta. Ma i compagni latitano. E la difesa è un colabrodo

Un quarto d’ora di buio, a nullificare una prestazione buona, specie nella prima frazione. Così il Foggia torna da Empoli con un pugno di mosche in mano, tante perplessità in più e molte certezze in meno. Perché ancora una volta a frenare i ragazzi di Stroppa, più che la potenziale o presumibile superiorità degli avversari, sono state le debolezze proprie. Fragilità che nuovamente diventano il punto di forza degli altri. Fa specie pensare che il Foggia abbia perso in casa di una delle favorite alla vittoria finale del campionato, subendo gol in contropiede. Segno che la squadra di Stroppa è andata al Castellani per giocarsela alla pari. Tuttavia la partita di ieri ha nuovamente evidenziato le tante problematiche tecnico-tattiche di un gruppo che, evidentemente, ha ancora tanto, troppo lavoro da fare. Il tempo c’è, ma questo non deve essere ogni volta l’alibi per derubricare le sconfitte a meri incidenti di percorso. Il Foggia è un paziente affetto da una malattia per la quale fin qui sono stati somministrati dei palliativi. Quale sia la cura è difficile spiegarlo: toccherà in primis a Stroppa capirlo, magari nella scelta degli uomini, o nella revisione di alcune situazioni tattiche (il 4-3-3 con esterni che non tagliano e mezzali che non attaccano gli spazi aperti da Mazzeo, e terzini troppo bassi, finisce per diventare piatto e poco incisivo). Lo stesso dovrà fare Di Bari: la pur apprezzabile scelta di affidarsi alla continuità confermando in blocco il gruppo dello scorso anno, ha forse portato inconsciamente l’intero staff tecnico a una sopravvalutazione di alcuni elementi. A loro sta provare a smentire quel che dopo otto giornate comincia a diventare quasi un dato oggettivo.

Le pagelle

EMPOLI (3-4-1-2) Provedel 5; Di Lorenzo 6 Romagnoli 6,5 Luperto 6; Untersee 6 Lollo 6,5 (33’st Picchi s.v.) Castagnetti 6 Pasqual 6,5; Zajc 5,5 (15’st Ninkovic 6,5); Donnarumma 6,5 (44’st Traorè s.v.) Caputo 7,5. A disposizione: Terracciano, Giacomel, Seck, Polvani, Zappella, Curto, Becagli, Buglio, Piu. All. Vivarini 6,5

FOGGIA (4-3-3) Guarna 5,5; Loiacono 5,5 (35’st Beretta s.v.) Camporese 5,5 Martinelli 4,5 Rubin 5; Agazzi 5 Vacca 5 Deli 5,5 (26’st Gerbo 5,5); Chiricò 5 (25’st Calderini 5,5), Mazzeo 6 Fedato 5. A disposizione: Pelizzoli, Figliomeni, Beretta, Tarolli, Celli, Fedele, Ramè, Coletti. All. Stroppa 5

Arbitro: Abbattista di Molfetta 5,5

Guarna 5,5 – Prodigioso in chiusura di primo tempo, grazie all’istinto e un po’ di fattore C, ma in precedenza brividi in uscita, quando manca il pallone e prende la testa di Vacca. Caputo lo purga due volte, poi su Donnarumma fa “esco o non esco”, reagendo con la mobilità di un ippopotamo al colpo di testa dell’attaccante empolese. Nel finale scongiura un passivo più pesante, ma sono parate che (purtroppo) non incidono positivamente sul risultato. 

Loiacono 5,5 – Fatica a trovare la giusta posizione nella veloce transizione che porta al primo gol di Caputo. Perde sicurezza dietro, e sulla fase di spinta meglio stendere un velo pietoso (35’st Beretta s.v.)

Camporese 5,5 – Si arrende quando ormai la barca è in procinto di inabissarsi. Ma per tutto il match dimostra di essere di un altro livello, e di meritare un partner e una fase difensiva più adeguati.

Martinelli 4,5 – E pensare che per un tempo le cose erano andate discretamente. Poi il crollo: in ritardo sul traversone di Pasqual, preso in mezzo dal tracciante di Ninkovic. A parte Carpi, fin qui è stato un disastro. Forse è il caso che lasci spazio a qualcun altro.

Rubin 5 – Ti accorgi della sua presenza quando si becca un inutile giallo per proteste. Nullo davanti, e poco solido dietro. Una costante di questo inizio di stagione.

Agazzi 5 – Molle nei contrasti, poco lucido quando c’è da cucire. Se è questo il vero Agazzi forse non valeva la pena insistere sul rinnovo del prestito.

Vacca 5 – Bene per un’ora, prima di autoannullarsi: inaccettabile per un capitano, peraltro capocantiere delegato alla costruzione del gioco. E Donnarumma sfugge alla sua tutela in occasione del terzo gol.   

Deli 5,5 – Pronti via e subito Mazzeo lo ispira con un bel tacco. Arriva in lieve ritardo, forse il pallone è corto, fatto sta che Romagnoli, non proprio un fulmine, lo riesce ad anticipare sul più bello. Gioca bene per un po’, e il problema sta tutto lì. Dura poco, prima di rientrare nel tunnel della mediocrità (26’st Gerbo 5,5 – Entra due minuti prima che Donnarumma faccia tris. Chiedergli chissà cosa sarebbe inopportuno. Semmai bisogna chiedersi perché mai a centrocampo gli vengano preferiti gli altri).

Chiricò 5 – Riecco il Chiricò che serve a poco. Dribbling (pochi), cross innocui, e tanti errori. (25’st Calderini 5,5 – Un tiro finito a Firenze, e l’assist per Mazzeo, dove rimedia a uno scivolone da ‘Paperissima’. E’ stato il primo acquisto della tornata estiva, non ci meraviglieremmo se fosse anche il primo a liberare un posto tra gli over a gennaio).

Mazzeo 6 – Quasi commovente per come prova a dare un senso al gioco offensivo della squadra. Ha tanti compagni, ma nessuno in grado di garantirgli una degna assistenza. Trova un briciolo di sollievo con l’ingresso di Beretta. Chissà che non sia un indizio per Stroppa. Raggiunge quota 4 gol, in 8 partite. Con questa media arriverebbe a 21 gol. Lui, il suo lo fa. Lui.

Fedato 5 – Inconcludente nella quasi totalità delle occasioni in cui la palla finisce dalle sue parti. L’errore in apertura di ripresa è banale, tanto quanto letale. Se avesse segnato, forse parleremmo di un’altra partita.

All. Stroppa 5 – Un’ora abbondante di possesso e dominio che a conti fatti non porta a nulla, anche perché i suoi attaccanti hanno le polveri bagnate. All’Empoli, tutt’altro che entusiasmante, basta un contropiede ben orchestrato, e una semplice verticalizzazione per bucare la difesa avversaria. Lui invece si trova la difesa peggiore (numeri alla mano) del campionato, un attacco che vive di estemporaneità, e un centrocampo leggero e con scarsa inventiva. Le colpe sono gioco forza pure le sue, specie se alcuni giocatori, fin qui deludenti, continuano a giocare. 

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