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Diego Roca, l’arbitro foggiano approdato nella Can B / L’INTERVISTA

Vigile urbano di professione ha diretto una gara di Coppa Italia e ha vestito i panni del quarto uomo nella gara di serie B tra Modena e Verona. In Cittadella - Grosseto il suo debutto assoluto in B

Un saggio c'era stato 12 giorni prima in Coppa Italia nella gara tra Juve Stabia e Frosinone. Una partita storica per la sezione Aia di Foggia, che per la prima volta vedeva tre dei suoi rappresentanti comporre la terna arbitrale in una gara di Coppa Italia.

Poi venerdì scorso la ''prima'' in una partita di Serie B (seppur nelle vesti di quarto uomo), quella tra Modena e Verona. Per Diego Roca, classe 1980, vigile urbano di professione e arbitro dal 1996, il 2012 resterà sicuramente un anno ricco di soddisfazioni.

Dallo scorso 26 luglio infatti, insieme all'assistente Pasquale De Meo, Roca fa parte della Can B. Un'esperienza entusiasmante come racconta lui stesso a Foggia Today.

Il debutto assoluto in B è previsto nella gara Cittadella-Grossetto.

Diego Roca, Lei è l'ennesimo arbitro della sezione di Foggia a raggiungere risultati rimarchevoli come la promozione nella Can B. E' la conferma che a Foggia c'è un'ottima scuola di direttori di gara?

- Credo proprio di sì. Foggia negli anni ha avuto molti arbitri che hanno raggiunto il traguardo della CAN Pro o vecchia Serie C come arbitri, probabilmente è mancato solo un pizzico di fortuna che è una componente essenziale in qualsiasi fase della vita.

Quali sono state a caldo le sue reazioni dopo aver ricevuto la comunicazione della promozione?

- Credo di aver realizzato quello che era appena avvenuto solo dopo 3 giorni. E’ stata una notizia così inaspettata, ma allo stesso tempo così bella, che stentavo a crederci. La prima cosa che ho fatto è stata quella di condividere la mia gioia con mia moglie, il mio piccolo Davide di soli 2 mesi e con il resto della mia famiglia. 

Lo scorso 12 agosto ha diretto la gara di Coppa Italia tra Juve Stabia e Frosinone insieme a due colleghi foggiani (De Meo e Stallone, ndr). Un evento storico, con una terna tutta foggiana. Che emozioni ha provato nel dirigere quel match?

- E’ stata un’esperienza bellissima. Non solo perché mi rendevo conto che effettivamente era un giorno in cui si scriveva una pagina importante per la storia della sezione di Foggia, ma soprattutto perché condividevo quel momento con due colleghi-amici. E’ stato un misto di grande emozione e felicità dover arbitrare avendo come assistente n. 1 il mio presidente di sezione Giuseppe Stallone, che è stato per me, soprattutto in questi ultimi anni, come un fratello maggiore. 

La classe arbitrale in Italia è continuamente sotto esame e continuo oggetto di critiche, eppure nel resto dell'Europa è sempre tra le più apprezzate. Come mai secondo lei?

- Semplicemente perché in Italia manca la vera cultura dello sport. Nel calcio ormai si è sempre alla continua ricerca dell’errore, non c’è mai un’analisi oggettiva degli eventi. Sembra quasi che solo ciò che è negativo o sbagliato faccia notizia.

A proposito di polemiche, come ha giudicato gli episodi nella gara di Supercoppa Italiana e la successiva decisione del Napoli di non presenziare alla cerimonia di premiazione?

- Per quanto riguarda gli episodi non posso commentare le decisioni tecniche prese dai colleghi di Serie A. Sulla decisione di non presenziare alla cerimonia di premiazione, probabilmente abbiamo perso l’ennesima occasione per dimostrare al mondo che il fair play esiste anche in Italia … per fortuna che c’è Cammarelle...

 Concludendo, progetti per il futuro? L'approdo in serie A...

- Sicuramente il primo progetto è quello di far bene in serie B. La serie A sarà sempre il sogno nel cassetto, che comunque continuerò ad inseguire, lavorando giorno dopo giorno con il massimo impegno, ma soprattutto con grande umiltà.

 

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