Tre anni per fare grandi i rossoneri. Pintus rilancia la 'Casa Foggia' e rivuole i satanelli: "Ho voglia di cominciare"
La nuova presidente rossonera - prima donna della storia - ha illustrato i punti cardine del suo progetto che sarà triennale. Ad affiancarla Ninni Corda e la new entry Filippo Polcino. Torna anche il figlio Edoardo Chighine, che farà parte del cda
Non nasconde l'emozione per quella che è una prima volta in assoluto. Maria Assunta Pintus e il Foggia sono legati già da ormai due anni, ma con quella firma posta in calce a un atto notarile tre giorni fa ha scritto la storia del club rossonero. È lei la prima presidente donna in quasi 101 anni di storia del calcio foggiano: "Per me è un orgoglio e uno stimolo a fare bene. La mia attività principale non è il calcio, ma quando intraprendo un progetto mi ci butto a capofitto; chi mi conosce lo sa. Ho voglia di mettermi subito al lavoro". Del passato parla solo marginalmente, provando a mettersi alle spalle "i feroci attacchi, le accuse e le pesanti minacce", non senza un breve ringraziamento a chi l'ha preceduta. Poi lo sguardo si proietta al futuro prossimo e anteriore, nel quale sarà affiancata da Ninni Corda e Filippo Polcino, oltre al figlio Edoardo Chighine new entry del cda. Ma ci tiene subito a precisare che l'ingresso di Polcino, che sarà il direttore generale, non corrisponde a un demansionamento di Corda, anzi: "Polcino si occuperà esclusivamente degli adempimenti finanziari, della contabilità e del marketing. Non va confuso con l'area tecnica che resta in capo a Corda. Ciò che ha funzionato va mantenuto e i risultati ottenuti fin qui sono in gran parte merito suo". Sul budget chiarisce: "La scelta di munirmi immediatamente di una direzione tecnica da un lato e amministrativa dall'altra mi consente di rapportarmi con persone competenti che sapranno darmi le giuste indicazioni. Sarò io a prestare orecchio e loro a esprimere e rappresentarmi il fabbisogno che i settori possono esprimere".
Non ci sono grossi proclami, solo un accenno del programma, triennale, che si basa su tre punti principali: settore tecnico, sociale e il famigerato centro sportivo, passato sulla bocca di tanti, ma rimasto solo nelle intenzioni, senza alcun riscontro concreto: "Vogliamo gettare le basi, è un impegno che prendo. Sarebbe importante realizzare una casa Foggia che contenga quell'energia positiva che uno nota da suito appena entra in questa città. In questa casa vogliamo collocare il progetto di sviluppo del settore giovanile dando il giusto rilievo anche alla squadra femminile". A livello tecnico si punterà a programmare la prossima stagione: "Già da ora possiamo valutare vari profili per aumentare il valore e la competitività della squadra". E sul sociale auspica una sinergia tra forze sociali, culturali, politiche ed economiche, "perché questo territorio può esprimere tanto. Facciamo rete per sfruttare le tante risorse di cui è ricco".
In scaletta ci sono anche i tifosi, con i quali è previsto a breve un incontro e uno scambio di idee. E a chi le chiede se ci sono altri investitori nei paraggi, rimarca di essere da sola, ma di non chiudere affatto la porta a nuovi ingressi: "Siamo disponibili a dialogare con tutti, ma ora il progetto lo portiamo avanti noi, lasciateci iniziare a farlo. Capiterà prima o poi di passare la mano, accade in tutte le aziende, ma è importante farlo nel miglior modo possibile. Sono sola in questa avventura, c'erano degli imprenditori che si sono avvicinati e che volevano affiancarmi una volta superata la fase critica, ma per ora siamo soli a condurre il progetto".
Felice di tornare a Foggia anche Edoardo Chighine, già in passato direttore operativo. Il suo allontanamento, ci tiene a precisare, non dipese da contrasti personali con l'ex presidente Felleca: "Il lockdown mi ha costretto a rientrare in Sardegna. Molto è stato ingigantito, è stata presentata una visione distorta della realtà, e in parte è stata anche colpa nostra. I disagi all'interno della società non hanno mai compreso me, anche se la mia figura è stata spesso tirata in ballo. Ho sempre lavorato per il bene del Foggia. Ho imparato tanto da Felleca, che mi ha portato qui e dato la possibilità di lavorare nel club e da Pelusi che è stato il mio mentore aprendomi gli occhi sull'importanza di una piazza come Foggia. Sono giovane, non ho vissuto l'epoca di Zemanlandia, ma durante i due anni in B mi emozionava lo stile di gioco della squadra e la quantità di tifosi che seguiva la squadra in trasferta".
Meno loquace e più pragmatico è Ninni Corda, che si aspetta in primis l'inversione del trend da parte della squadra. Non si rammarica per le poche operazioni di mercato ("Tornare a parlare del passato è inutile. La squadra è questa, è ottima e non saranno fatti altri interventi"). E sui passati screzi con la stessa Pintus si lascia andare a una digressione politica: "Pd e Cinquestelle son riusciti a governare insieme dopo essersi detti le peggiori cose per anni. Pensiamo a lavorare bene, tutto il resto è superfluo".
Infine, il vero volto nuovo del Foggia, Filippo Polcino. Già da un anno collaboratore della Pintus: "Con lei c'è stata subito sintonia, è una donna determinata che sa quello che vuole e dove vuole arrivare. Ci siamo confrontati a lungo e ho capito che per lei quella firma rappresentava un impegno importante verso questa comunità. Chi mi conosce sa che non mi piace fare proclami, ma ci tengo a sottolineare che da questa società ci sarà sempre chiarezza e lealtà verso una piazza che merita. Vi diremo sempre quello che pensiamo". POi chiede unità all'intero mondo rossonero: "Uniti si vince. Vogliamo anche ricevere delle critiche, ma che siano costruttive". Glissa sull'entità del budget che sarà messo a disposizione: "Parlarne ora è inopportuno. Ci prenderemmo in giro. In tempi di pandemia siamo costretti a navigare a vista, che non significa improvvisare, ma valutare di volta in volta quello che succede". E a tal proposito, si parla di riforma dei campionati, dall'ipotesi di una serie C ricovertita in B2, ma con la possibilità di beneficiare di una fetta consistente di mutualità attualmente destinate alle sole formazioni della serie cadetta: "Ci sono indiscrezioni, l'orientamento è quello di creare una B2 che includa le squadre promosse e altre che accederanno attraverso una graduatoria. I requisiti, dal bacino di utenza alle esperienze in A e B sono favorevoli al Foggia. Ma si tratta solo di ipotesi. Tuttavia, il Covid ha accentuato quello che era già evidente: la Lega Pro è difficile da sostenere, ci sono solo costi e pochissimi introiti. Le piazze più piccole fanno fatica a sostenerle".
Chiosa sul budget e su Corda: "Ninni ha costruito una squadra in un momento storico in cui molti sarebbero impazziti. A inizio campionato in molti parlavano di salvezza quasi impossibile, i risultati hanno detto altro. Complimenti a lui perché ha realizzato qualcosa di grande. Il budget è relativo, nel calcio ci sono società che hanno investito tanto e raccolto poco. Tutti e due abbiamo una visione abbastanza rigida del calcio: siamo entrami meticolosi". E su Di Matteo e D'Adduzio, appartenenti a uno dei gruppi che presentarono la manifestazione di interesse due estati fa precisa: "Amo mantenere ottimi rapporti con tutti. Ho tanti amici, ma qui sono nella veste di Polcino da solo. Non porto nessuno con me".
Qualcosa, invece, la Pintus vorrebbe riportarla a Foggia: "Preferisco comunicare gli obiettivi una volta raggiunti, ma posso dire che uno delle prime cose che faremo è cercare di riportare i satanelli a Foggia. Mi sono mossa subito, spero di riuscirci a breve".