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Le pagelle di Virtus Francavilla-Foggia: Merola è ormai una certezza, Garofalo talismano

Solo l’esclusione del Catania nega all’attaccante scuola Inter la gioia del decimo gol stagionale. Il centrocampista entra e salva i rossoneri. Ottima anche la prestazione di Rizzo

Se si considera il fattore cronologico è un punto guadagnato. Ma per quello che la storia del match ha raccontato, il pari di Francavilla è l’ennesimo risultato che alimenta rimpianti. Nell’ultimo derby della regular season la prestazione dei rossoneri è stata discreta. Resta il rammarico per i due gol regalati, il primo in particolare, preso in contropiede e a pochi secondi dalla fine del primo tempo che ha riscritto la sceneggiatura della partita. Un’altra occasione manca, insomma. Anche ieri la Virtus Francavilla ha palesato quella ‘leggerezza’ figlia di un risultato (la qualificazione ai playoff) già conquistato da alcune settimane e che ne ha verosimilmente ridimensionato la furia agonistica. Il che è stato evidente per quasi tutto l’incontro, al netto degli ultimi dieci minuti del primo tempo durante i quali la formazione di casa ha severamente impensierito Dalmasso, reazione legittimata dal pareggio di Perez. E adesso? A 90’ dalla fine del campionato, il Foggia si trova in una situazione non proprio invidiabile. Il -8 (tra caso Catania e penalizzazione non ancora azzerata) ha rimesso in discussione i playoff. E la squadra di Zeman si trova nella peggiore delle situazioni, essendo l’unica tra le contendenti, ad affrontare un avversario non solo di elevata caratura, ma anche con un obiettivo ancora da conseguire. Allo Zaccheria arriverà l’Avellino, che dovrà difendere il terzo posto dall’assalto del Palermo (che si misurerà in casa del già promosso Bari) sperando in un improbabile regalo della già retrocessa Vibonese, che riceverà il Catanzaro. Gli irpini vorranno vincere per lo meno per preservare un posto sul podio.  

VIRTUS FRANCAVILLA (3-5-2) Nobile 6,5; Idda 6 Miceli 6,5 Caporale 5,5; Carella 5,5 Franco 6 Toscano 6 Maiorino 7 (24’st Ventola 6) Ingrosso 6 (24’st Delvino 6); Perez 7 (39’st Prezioso s.v.) Patierno 6,5. A disposizione: Cassano, Feltrini, Gianfreda, Padovano, Rizzo, De Maria, Poletì. Allenatore Taurino 6

FOGGIA (4-3-3) Dalmasso 7; Garattoni 5,5 (17‘st Martino 5,5) Girasole 5 Petermann 5 Rizzo 7; Rocca 5,5 Di Paolantonio 6 (17‘st Garofalo 7) Gallo 7; Merola 7 Curcio 6 Di Grazia 6 (17’st Nicolao 6). A disposizione: Volpe, Di Pasquale, Rizzo Pinna, Vitali, Maselli, Turchetta, Tuzzo. Allenatore: Zeman 6

Arbitro: Ubaldi di Roma1 6,5

Assistenti: Lenza di Firenze 6,5 – Bianchini di Perugia 6,5

Dalmasso 7 – Piazza il segnale di divieto d’accesso a Patierno in due occasioni. Nella seconda, il coefficiente di difficoltà è piuttosto alto. Sul rigore di Maiorino non gli riesce una nuova prodezza, ma comunque indovina il palo. Segno che per fargli gol dagli undici metri bisogna essere perfetti.

Garattoni 5,5 – Meno esplosivo di Rizzo con qualche affanno dietro. Il gol del pari nasce sul suo versante (17‘st Martino 5,5 – Avrebbe spazio per affondare, almeno nelle intenzioni del mister, ma si limita all’ordinario).

Girasole 5 – Non trasmette mai neanche un barlume di sicurezza.

Petermann 5 – La partita, nel complesso, non è neanche negativa. Ha l’intelligenza tattica per interpretare bene il ruolo. Pesano però gli episodi. E se sul primo gli si può abbuonare la chiusura in ritardo su Perez, sul secondo l’ingenuità è assai più eclatante e poco collegata all’innaturalità del ruolo.

Rizzo 7 – A differenza di Garattoni, spinge sempre con regolarità. Da pacca sulla spalla l’assist per Merola, da stretta di mano vigorosa il salvataggio sulla linea a fine primo tempo.

Rocca 5,5 – Da una sua palla persa si origina il gol del pareggio. La macchia di una partita non del tutto negativa in cui, però, spicca maggiormente l’anima da manovale, che quella da creatore di gioco.

Di Paolantonio 6 – Da leccarsi i baffi la verticalizzazione che a metà primo tempo manda in porta Merola. Un sussulto di una partita di sostanza, senza grossi picchi qualitativi (17‘st Garofalo 7 – Seconda rete di fila, che salva la squadra e il risultato. Insieme a Merola è il giocatore che più è cresciuto grazie alla cura Zeman. Con la differenza sostanziale che per il primo il terreno del talento era già piuttosto fertile).

Gallo 7 – Le precedenti gare da regista (una su tutte, la gara con il Latina) non furono granché incoraggianti. Stavolta, è tutta un’altra storia. Taglia e cuce con regolarità, andando anche al tiro (bravo Nobile). Edulcora una prestazione di sostanza con il cioccolatino che Garofalo traduce in gol.

Merola 7 – Senza lo scempio confezionato da tribunali, Lega e Figc, quello di ieri sarebbe il decimo gol in campionato. Invece gli tocca (ri)festeggiare l’ottavo gol, che comunque non gli cancella il ruolo di trascinatore del reparto offensivo rossonero.

Curcio 6 – Sostituirsi a Ferrante non è affatto semplice, ma il suo lavoro di raccordo è oltremodo prezioso, anche nella fase di non possesso. Peccato per un paio di errori tecnici che sporcano il numero di maglia che indossa, ma l’assist per Di Grazia compensa.

Di Grazia 6 – Gli vanno concesse diverse attenuanti, a partire dai 6 mesi di inattività che peserebbero per chiunque. Si dà un gran da fare, pur stando un po’ troppo lontano dalla porta. Sfiora il gol da posizione defilata, il che inficia sulla pericolosità della conclusione (17’st Nicolao 6 – Partire venti metri più avanti gli cancella quella parte di campo necessaria per sgroppare sull’out. Tanto valeva piazzarlo sulla destra, da esterno con il piede invertito. Si limita a far sentire la presenza in area, lasciando a Rizzo la delega ai cross).

Zeman 6 – Di buono c’è che il Foggia chiude il campionato senza aver perso un derby. Risultato non banale, che però non cancella del tutto l’amaro in bocca per i punti persi con Taranto, Andria e Francavilla. Sì, perché anche se alla fine il gol del pari lo segna Garofalo allo scadere, la partita di ieri il Foggia avrebbe potuto vincerla. Fa bene ad ‘adattare’ Petermann senza improvvisare nuovi schieramenti, il tridente iniziale non sfigura. Qualche dubbio sulle scelte in corsa: comprensibili gli innesti di Martino e Garofalo (peraltro decisivo), quello di Nicolao, un po’ meno.

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