Taranto-Foggia 1-1: le pagelle dei rossoneri
Dalmasso decisivo in negativo. Prosegue in momento no di Ferrante, a secco anche nel derby di ieri. Male tutto il reparto avanzato e i centrocampisti
Allo ‘Iacovone’ il Foggia pareggia 1-1 con il Taranto, in una delle gare più brutte della stagione, se si include nell’analisi anche la prestazione della squadra avversaria. Colpa del terreno di gioco, sì, come ha più volte rimarcato in sala stampa mister Zeman, ma le difficili condizioni del manto, non possono spiegare totalmente la brutta gara dei suoi. Il Foggia per metà primo tempo non è stato da buttare via e avrebbe potuto anche chiudere i conti in un paio di occasioni dopo il fortunoso gol propiziato da Nicolao. Ma si è spento lentamente lasciando l’iniziativa a un Taranto voglioso e battagliero, seppur incapace di dissimulare le criticità che ne hanno caratterizzato l’ultimo periodo negativo. Nelle file dei rossoneri male gran parte della squadra, in particolare centrocampo e attacco. Decisivo l’errore di Dalmasso, che rovina una gara fino a quel momento positiva.
TARANTO (4-2-3-1) Chiorra 6,5; Riccardi 5,5 Zullo 6,5 Granata 5 (1'st Benassai 6) Ferrara 5,5; Di Gennaro 6,5 Marsili 6; Versienti 6,5 (31'st Civilleri s.v.) Giovinco 6 (36'st Mastromonaco s.v.) Labriola 5 (19'st De Maria 6); Saraniti 6,5. A disposizione: Antonino, Loliva, Tomassini, Pacilli, Turi, Cannavaro, De Meria. Allenatore: Laterza 6
FOGGIA (4-3-3) Dalmasso 4,5; Nicolao 6,5 Sciacca 6 Girasole 6 Rizzo 5,5; Garofalo 5,5 Petermann 5 Di Paolantonio 5,5 (13'st Gallo 5,5); Merola 5 (27'st Turchetta 5) Ferrante 5 Curcio 5,5. A disposizione: Alastra, Garattoni, Rizzo Pinna, Vitali, Maselli, Buschiazzo. Allenatore: Zeman 6
Arbitro: Maggio di Lodi 5
Assistenti: Cincaglini di Vasto 5,5 – Bonomo di Milano 5
Dalmasso 4,5 – Determinante nel primo tempo sulla volée di Riccardi. Per un tempo è uno dei migliori, fino al patatrac di inizio ripresa. Sul gol sbaglia tutto, dal tempo dell’uscita (avrebbe potuto temporeggiare) al clamoroso liscio che manda in porta Saraniti. Forse sarebbe il caso di lasciarlo crescere in pace, senza scomodare paragoni inopportuni.
Nicolao 6,5 – Il più vivo e ispirato. Non a caso il gol lo propizia lui. Poi sfiorisce lentamente.
Sciacca 6 – La difesa tiene, tutto sommato, pur con qualche saltuario tremolio, uno dei quali lo vede protagonista a inizio gara. Becca un giallo stupido, forse strategico, per annullare la diffida che gli penzolava sul capo.
Girasole 6 – Saraniti è un tipo fastidioso, specie quando il Taranto (molto spesso) lo cerca con i lanci dalla trequarti. Ma in molte occasioni riesce a chiudere. Velo pietoso sulla gestione del pallone con i piedi.
Rizzo 5,5 – Stavolta la consueta generosità non lo assolve in toto. Tante, troppe imprecisioni e scelte sbagliate.
Garofalo 5,5 – Il più vivo a centrocampo, ma pesa come un macigno l’occasione non sfruttata sull’1-0, che avrebbe potuto piazzare un’altra pietra pesante, sulla partita.
Petermann 5 – Semplicemente in giornata no. Fioccano gli errori concettuali e tecnici e la manovra non può non risentirne, anche perché il collega Di Paolantonio mantiene lo stesso livello.
Di Paolantonio 5,5 – La prima vera stecca dal cambio di maglia. Incide poco e sembra soffrire più del normale l’irregolarità del terreno di gioco. Zeman gli concede meno di un’ora di match. Mezzo voto in più per il salvataggio a Dalmasso battuto, verso la fine del primo tempo (13'st Gallo 5,5 – Per lo meno ci mette un po’ di corsa, ma chiedere a lui di alzare la qualità è un po’ pretenzioso. Ha sul piede la più ghiotta palla gol della ripresa, si fa anticipare sul più bello).
Merola 5 – Mai in partita, anche perché – come quasi sempre accade – il Foggia si appoggia più sull’altro versante. Lui poi non aiuta e non si aiuta, visto che staziona sull’out, senza mai avvicinarsi alla porta nemmeno per finta (27'st Turchetta 5 – Impalpabile come la presenza di Tess Masazza in Lol 2).
Ferrante 5 – Nel weekend in cui Lautaro Martinez ha ritrovato se stesso, la ‘tigre’ rossonera resta ancora a secco. I palloni alti non si confanno al suo gioco, ma anche quando viene cercato palla a terra, fatica a giocarla. Più gattino che tigre.
Curcio 5,5 – A differenza dei compari di reparto, dà segnali di vitalità, malgrado fatichi a sguinzagliare il genio, che alla fine rimane intrappolato nell’anticamera delle buone intenzioni.
Zeman 6 – Sufficienza stiracchiata perché un punto allo ‘Iacovone’ non è mai da buttare via. Lo è invece la prestazione dei suoi. Il terreno ha inciso e tanto, ma non può essere l’unica spiegazione della (non) partita dei suoi.