C'era una volta una squadra di calcio
Imbarazzante la mancata reazione della squadra nel secondo tempo. Vuthaj rovina una discreta prestazione sbagliando malamente un calcio di rigore. Male anche Malomo e l'espulsione di Costa fotografa il momentaccio dei rossoneri
Tra due giorni si torna di nuovo in campo per il primo turno di coppa Italia. Difficile capire se sulla panchina del Foggia ci sarà già il nuovo tecnico o una controfigura. Una partita che, forse, arriva nel momento peggiore. Perché allo stato attuale delle cose viene difficile capire come questa squadra possa, in poco più di 48 ore, riassestarsi e provare a battere una formazione che, poco meno di un mese fa, ne ha rifilati tre ai satanelli. Il Foggia visto ieri a Taranto ha palesato tutte le sue contraddizioni, le sue incongruenze, le sue fragilità, il suo nervosismo. È vero, sullo 0-0 i rossoneri sono andati tre volte vicini al gol, ma è anche vero che dopo cinque minuti Nobile si era già sporcato i guanti un paio di volte, così come è lapalissiano il vuoto totale di oltre mezz’ora che ha preceduto la concessione del penalty a Vuthaj. E anche in quella occasione ci sarebbero di cose da dire. Non si è mai visto un giocatore di una squadra che ha appena ricevuto un rigore a favore, farsi espellere per aver colpito un avversario. La perfetta fotografia di una squadra allo sbando. Servirà un grosso lavoro, prima di tutto mentale che fisico-atletico e tattico. Un lavoro molto più serio e incisivo di una cena immortalata sui social al grido di “Noi non molliamo mai”. Il Foggia ha già mollato quattro volte in sei partite, troppe per una squadra che nelle intenzioni della proprietà doveva giocarsela quanto meno per il podio. È vero, il tempo per recuperare c’è, ma ci sono interventi seri che non si possono più procrastinare per evitare che la barca in avaria, si inabissi definitivamente.
Le pagelle dei rossoneri
TARANTO (3-5-2) Vannucchi 8; Manetta 6 Antonini 6 Evangelisti 6,5; Mastromonaco 6, Romano 6,5 Labriola 6 (14’st Mazza 6) De Maria 6,5 Ferrara 5,5; Guida 6,5 (38’st Lamonica s.v.) Tommasini 6 (22’pt Infantino 7 (38’st Raicevic s.v.)). A disposizione: Russo, Granata, Panattoni, Vona. Allenatore: Capuano 6,5
FOGGIA (4-3-1-2) Nobile 6,5; Garattoni 4,5 (39’st Nicolao s.v.) Sciacca 4,5 Malomo 4 Costa 4; Odjer 5 (39’pt Papazov 5) Petermann 5 Di Noia 5 (39’st Frigerio); Schenetti 4,5 Vuthaj 4 D’Ursi 5 (14’st Ogunseye 5,5). A disposizione: Raccichini, Illuzzi, Chierico, Peralta, Leo, Peschetola, Iacoponi, Tonin. Allenatore: Gentile 5
Arbitro: Tremolada 5
Assistenti: Giuggioli 6 – Pressato di Latina 5
Nobile 6,5 – Subito sollecitato, risponde presente. Se non altro, almeno il portiere è sul pezzo.
Garattoni 4,5 – Riproposto titolare dopo che Boscaglia gli aveva preferito Leo. E la sua prestazione sembra quasi dar ragione a chi lo relegava in panchina. Gli affondi dello scorso anno sono un pallido ricordo. E in fase difensiva soffre le incursioni di Ferrara e di Guida, quando questi si allarga sul suo versante (39’st Nicolao s.v.).
Sciacca 4,5 – Imbarazzante l’opposizione su Infantino, subito dopo il gol. Fortuna che l’attaccante non centri lo specchio. Paga anche lui lo scotto dello spaesamento collettivo.
Malomo 4 – Romano lo incenerisce con uno scatto. Lui non ci capisce più nulla commettendo un fallo sensato come condire l’amatriciana con il cacao in polvere. Anche perché Nobile e Garattoni erano nei paraggi. E poco importa se si fosse dentro o fuori dall’area.
Costa 4 – Fino alla inconcepibile espulsione era stato tra i più vivi in quello che è sembrato il remake di ‘The walking dead’. Segnale di una squadra che mentalmente semplicemente non c’è.
Odjer 5 – Titolare per la prima volta insieme a Petermann. Si sposta sul centrodestra, a volte più destra che centro. Tralasciando la poca qualità (certificata da un tiraccio finito oltre lo ‘Iacovone’), non è indimenticabile neppure l’apporto come interno di sostanza (39’pt Papazov 5 – Per la seconda volta si ritrova a subentrare per coprire il buco lasciato da un compagno espulso. E ci capisce poco anche stavolta).
Petermann 5 – Titolare e capitano. Può beneficiare della presenza di Odjer che, in teoria, dovrebbe affrancarlo dalle scomode mansioni di incontrista. Ciò non migliora la qualità della regia.
Di Noia 5 – La cosa migliore è la palla offerta a Schenetti che poi si stamperà sulla traversa. Poi, il nulla. Un copia e incolla delle precedenti apparizioni. Vien da chiedersi come mai venga preferito agli altri (39’st Frigerio s.v.).
Schenetti 4,5 – Si ritrova a giocare da trequartista dietro alle due punte, forse la situazione tattica a lui più consona. E infatti, nel momento migliore della squadra (si fa per dire) trova gli spazi per il dialogo e l’inserimento. Ma, anche stavolta come con il Latina, la traversa sa più di imprecisione che di sfortuna. Non pervenuto nella ripresa.
Vuthaj 4 – Il migliore fino al rigore che si candida a essere uno dei più brutti mai calciati da un giocatore del Foggia. Imita Jorginho: non la versione ‘semifinale di Euro 2020’, bensì quella ‘Mondiali in Qatar sul divano di casa’. Peccato, perché due delle migliori occasioni le propizia lui.
D’Ursi 5 – Quando Vuthaj lo mette davanti al portiere calcia con sicurezza, forse anche troppa, per questo non ci può credere quando Vannucchi si oppone alla grande. Da seconda punta non è proprio a disagio, il problema è che progressivamente sveste i panni di calciatore e si aggiunge ai (pochi) spettatori dello ‘Iacovone’ (14’st Ogunseye 5,5 – Difficile imputargli qualcosa quando la squadra riesce ad arrivare nell’area avversaria mezza volta in mezz’ora).
Gentile 5 – Siede in panchina perché nelle distinte la casella dell’allenatore non può restare vuota. Giudicarlo tatticamente sarebbe inutile, per non dire insensato. Di certo, se il suo obiettivo sarà diventare un allenatore, gli auguriamo esordi migliori. Magari, con una squadra vera.