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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Sette giorni per chi vuole il Foggia. Canonico sfida i potenziali acquirenti ma non vuole mollare

Il presidente è stato chiaro: le quote sono a disposizione a zero euro, ma pretende che l'eventuale acquirente (sostantivo che si potrebbe anche declinare al plurale) gli corrisponda i costi di gestione sostenuti nella stagione appena terminata

Sette giorni. È il tempo che Nicola Canonico, con una mossa sorprendente e non meno provocatoria, ha concesso ai potenziali investitori per formulare un'offerta per l'acquisto del Foggia. Le dichiarazioni rilasciate in una lunga nota nella mattinata di ieri (leggi qui), sono state anche l'occasione per rivendicare i risultati ottenuti e sfogare una certa frustrazione per il clima di ostilità che il patron rossonero percepisce da diversi giorni e che ritiene di non meritare.

Mossa provocatoria perché il socio di maggioranza non è affatto intenzionato a mollare, ma si farebbe da parte se realmente si presentasse qualcuno pronto offrire al Calcio Foggia 1920 più di quello che lui sia in grado di garantire. Sia dal punto di vista meramente sportivo, che economico. Una settimana per capire se dietro i rumors registratisi nelle ultime settimane, si nasconda la concretezza o la classica fuffa, che – considerando i precedenti più o meno recenti – dalle parti della Capitanata è ormai di casa.

Il presidente è stato chiaro: le quote sono a disposizione a zero euro, ma pretende che l'eventuale acquirente (sostantivo che si potrebbe anche declinare al plurale) gli corrisponda i costi di gestione sostenuti nella stagione appena terminata. Non è dato sapere se la cifra sia da considerare al netto degli incassi. La logica lo suggerirebbe, anche perché, tra abbonamenti, biglietti venduti, sponsorizzazioni e introiti derivanti dalle cessioni (Nicoletti su tutti), almeno la metà dei 2,7 milioni investiti da Canonico sono stati ammortizzati. Poi c'è anche da risolvere la questione Pintus, che a oggi rimane pur sempre la detentrice di una quota di minoranza della Corporate titolare dell'80% del club rossonero e che attende ancora di ricevere il saldo dall'imprenditore barese (sul caso si pronuncerà il tribunale di Bari in merito al ricorso cautelare presentato da Canonico).

Ma questo, al limite, sarebbe un problema di chi eventualmente subentrerà. Ammesso che ci sia realmente qualcuno. Difficile ipotizzare a un interessamento dell'imprenditoria locale, la quale è stata silente quando si presentò l'occasione di ricostruire una società nuova di zecca, senza debiti e spendendo solo 500mila euro per l'acquisizione del titolo sportivo. Cifra imparagonabile a quella che andrebbe sostenuta ora solamente per 'liquidare' Canonico e Pintus (almeno 3 milioni). Per non parlare dei costi di gestione relativi alla stagione prossima, che lieviterebbero oltremodo qualora si volesse alzare l'asticella e puntare a un campionato da vertice.

Perciò, verrebbe più facile pensare a un gruppo esterno ai confini pugliesi, che avrebbe però l'obbligo di presentare un piano tecnico ed economico ambizioso e duraturo. Diversamente, Canonico non si siederebbe neppure al tavolo delle trattative.

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