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Venerdì, 19 Aprile 2024
Calcio

Infantino non sbaglia, Vuthaj sì. Il Foggia cade anche a Taranto

Quarta sconfitta stagionale per i rossoneri che perdono anche allo ‘Iacovone’. Decisivo un penalty dell’attaccante al 38’ del primo tempo. Nella ripresa l’attaccante rossonero si fa ipnotizzare dagli undici metri. Espulsi Malomo e Costa

Un altro sabato da dimenticare. Per certi versi anche peggiore di quello che una settimana fa è costato la panchina a Roberto Boscaglia. Il tecnico di Gela non c’era oggi allo ‘Iacovone’ dove il Foggia ha messo in mostra ancora una volta tutti i suoi difetti. Di manovra, di idee e di temperamento. I satanelli, dopo una parte centrale di primo tempo accettabile (per alcune clamorose occasioni costruite), si sono spenti dopo il vantaggio su rigore realizzato dagli ionici e l’espulsione di Malomo. Neppure un rigore concesso a favore all’80’ è bastato a ridestare la squadra, per scongiurare quanto meno l’ennesimo k.o. stagionale. 

PRIMO TEMPO – È il derby più giocato in Puglia, ma la cornice di pubblico è quella di una partitella del giovedì tra dopolavoristi. ‘Merito’ dei tifosi del Taranto, in aperta contestazione con la proprietà, che disertano lo ‘Iacovone’ lasciando infiniti spazi vuoti. Se non fosse il 1° ottobre 2022 sembrerebbe di stare ancora in piena fase pandemica. Anche perché l’atmosfera in casa Foggia non è proprio delle migliori. L’era post-Boscaglia vive una fase interlocutoria: in panchina c’è l’ex calciatore rossonero Gentile (29 anni, il più giovane allenatore della storia rossonera) con deroga speciale, a dare un taglio ‘istituzionale’ a quella che di fatto è stata una settimana di autogestione. 
I rossoneri si schierano con il 4-3-1-2 con Schenetti a galleggiare tra le linee dietro la coppia Vuthaj-D’Ursi. In mezzo, per la prima volta in stagione, ecco Petermann e Odjer insieme nel terzetto completato da Di Noia. In difesa si rivede Garattoni. Le novità tattiche e ‘umane’ non determinano grossi cambiamenti nell’approccio. Il Taranto parte meglio a giudicare dal doppio intervento a cui Nobile è chiamato per evitare che il tabellino subissa dei precoci scossoni. 
Si gioca più d’istinto che di concetto, per quanto i padroni di casa qualche accenno di logica lo lascino intravvedere. I rossoneri si affidano a verticalizzazioni estemporanee e qualche scambio nello stretto. Come quello che porta Schenetti al tiro, al termine di un bel ‘dai e vai’ con Vuthaj. L’ex Novara corre tanto, come di consueto, travestendosi spesso da attaccante di supporto piuttosto che da punta di riferimento. Ma è lui a mandare D’Ursi a un passo dal gol, con una pregevole azione sulla fascia. Vannucchi miracoleggia, mentre al 35’ si ripete una situazione già vista nella prima giornata di campionato. Schenetti centra la traversa davanti al portiere e un minuto dopo il Taranto la sblocca. Si discuterà del fallo da rigore commesso da Malomo, che effettivamente comincia fuori area, ma resta l’imbarazzante modo in cui l’ex Sudtirol si fa bruciare da Romano, per tacere dell’inopportuna trattenuta che affossa l’esterno tarantino e ancor di più il Foggia. Infantino segna con il Foggia che rimedia la seconda espulsione consecutiva e sempre di un difensore. 

SECONDO TEMPO – Il nulla prodotto in tutta la seconda frazione denuncia criticità che, evidentemente, non erano imputabili al solo Boscaglia. Il Taranto, peggior difesa del campionato, contiene con relativa tranquillità, stuzzicando la rabberciata retroguardia rossonera con qualche pericolosa ripartenza. Gentile si affida a Ogunseye, affiancato a Vuthaj, nel tentativo di appesantire il reparto avanzato. Ma l’improvvisato e poco pulito palleggio rossonero è tutto ciò di cui non ha bisogno un attaccante e tutto ciò che desidererebbe un difensore. La buona sorte vorrebbe anche venire incontro ai satanelli, come quando all’80 l’arbitro ritiene ‘illegale’ una spinta in area su Vuthaj. Il successivo conciliabolo porta a un altro rosso (Costa, per una manata a un avversario) e alla pessima esecuzione del penalty da parte dell’ex Novara che consegna a Vannucchi la palma di eroe di giornata. Per il Foggia è la più mesta delle conclusioni. Chiunque sarà il successore di Boscaglia avrà tanto lavoro da fare. 

TARANTO (3-5-2) Vannucchi; Manetta, Antonini, Evangelisti; Mastromonaco, Romano, Labriola (14’st Mazza), De Maria, Ferrara; Guida (38’st Lamonica), Tommasini (22’pt Infantino (38’st RaJcevic)). A disposizione: Russo, Granata, Panattoni, Vona. Allenatore: Capuano 

FOGGIA (4-3-1-2) Nobile; Garattoni (39’st Nicolao), Sciacca, Malomo, Costa; Odjer (39’pt Papazov), Petermann, Di Noia (39’st Frigerio); Schenetti, Vuthaj, D’Ursi (14’st Ogunseye). A disposizione: Raccichini, Illuzzi, Chierico, Peralta, Leo, Peschetola, Iacoponi, Tonin. Allenatore: Gentile

Arbitro: Tremolada di Monza

Assistenti: Giuggioli di Grosseto – Pressato di Latina

Quarto ufficiale: Rispoli di Locri

Marcatori: 38’pt rig. Infantino (T) 

Ammoniti: Petermann (F), Garattoni (F), De Maria (T), Papazov (F), Di Noia (F), Costa (F)  

Espulsi: 36’pt Malomo (F) per interruzione di chiara occasione da gol, 35’st Costa (F) per comportamento scorretto (F) 

Note: 37’st Vannucchi respinge un rigore a Vuthaj

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