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Boscaglia a muso duro: “Abbiate pazienza, altrimenti non vi posso fare niente”

Domani allo 'Zac' arriva il Pescara. Il tecnico rossonero ribadisce i concetti già espressi in precedenza: “La squadra ha cambiato 18 giocatori, ha bisogno di lavorare”

“Le idee sulla squadra sono sempre chiare. Ma continuo a dire che ha bisogno di lavorare e di tempo. Se avete pazienza, ok, altrimenti non vi posso fare niente”.

Una frase che ha il sapore dello sfogo, ma che al tempo stesso custodisce un malcelato nervosismo. Boscaglia prosegue per la sua strada, ha fiducia nella sua squadra, ma è evidente che l'inizio a singhiozzo accolto con un certo malumore da una piazza da sempre piuttosto esigente, non contribuisca a rasserenare l'ambiente.

Il tecnico rossonero ribadisce come un mantra la necessità di tempo, per una squadra che è stata profondamente rinnovata. Non chiede, naturalmente, mesi, ma settimane sì. Il periodo necessario affinché i calciatori si conoscano tatticamente. Perché il mister le idee chiare ce le ha, così come ha già in mente gli uomini che presto faranno parte della formazione tipo: “Una fisionomia la squadra dovrà averla, è naturale che ci sarà chi giocherà di più e chi giocherà di meno. Ma chi giocherà di meno sarà anche più importante rispetto a chi sarà impiegato di più”.

Intanto, domani arriva il Pescara. Formazione che ha raccolto nove punti nelle prime quattro giornate, con un solo stop, peraltro rimediato in casa contro l'attuale capolista Crotone: “Hanno vinto due gare in trasferta, sono una squadra forte e strutturata per fare un grande campionato. Una squadra che gioca, se gli diamo spazio e tempo di giocata. Dovremo fare attenzione. Ovviamente, non possiamo pensare di prenderli continuamente a uomo per 90', per cui dovremo capire bene i momenti per attaccare e quelli in cui ci sarà da soffrire, oltre agli spazi da sfruttare. Ogni partita ha una storia a sé e questo conta nella preparazione; ciò che non dovrà mai cambiare è il nostro modo di essere, il nostro modus operandi, che deve essere lo stesso a prescindere dagli avversari. Dal punto di vista mentale, questa è una di quelle partite che si preparano da sole”.

Fa riferimento spesso al concetto di coraggio, che per lui ha un significato chiaro, ovvero rischiare la giocata: “Se si sbaglia, si rimedia, con l'aiuto del compagno o con le coperture preventive. Ma i ragazzi devono dare sfogo alle proprie capacità, oltre ad avere una impostazione tecnico-tattica di base. Ognuno deve dare fondo al proprio bagaglio, all'interno di un contesto di squadra. Bisogna sentirsi liberi di rischiare la giocata”.

Boscaglia non pensa che il campionato si decida già domani, d'altronde siamo ancora alla quinta giornata, né ritiene sia giusto fare confronti tra lo status del suo Foggia e le altre squadre allenate nelle stagioni precedenti: “Erano altre situazioni. Dopo Picerno mi sono lasciato andare a uno sfogo, perché c'erano le condizioni per chiuderla. Ma non ho detto di essere “incazzato” per i giocatori. La volontà di far bene c'è stata, ma abbiamo bisogno di lavorare. Resto fiducioso, perché la squadra segue, è attenta. Ma tutto quello che facciamo in allenamento non sempre si può reinterpretare durante la partita, perché ci sono sempre gli avversari. Non siamo a scuola, dove se studi bene il programma, all'interrogazione poi prendi un bel voto. Qui ci sono 11-16 avversari che scendono in campo per scompigliare quello che hai preparato, per farti andare fuori programma. La situazione mentale diventa determinante e, sotto questo punto di vista, serve del tempo per prepararsi bene”.

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