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Soffre, poi rimonta e vince: Martino, Merkaj e Rocca trascinano il Foggia. Messina cade di nuovo allo 'Zac'

Grandi emozioni allo 'Zaccheria' dove il Foggia vince 3-1 contro la formazione di Sullo. Ospiti avanti con Vukusic al 13', al 37' il pari rossonero con una bordata dalla distanza di Martino. Nella ripresa il Messina ci prova, ma capitola con Merkaj al 40'. In pieno recupero la gemma della mezzala

Una vittoria bella e sofferta, molto più di quanto indurrebbe a pensare il punteggio finale. Perché il Foggia ha fatto suo il match con il Messina soltanto al 40' della ripresa, con la velenosa inzuccata di Merkaj, meravigliosamente ispirato dal destro di Curcio. La sofferenza dei rossoneri è da imputare senza dubbio alla buona performance del Messina, che in alcuni frangenti della ripresa ha anche avvertito il profumo della vittoria. 

Dicevamo di Merkaj, subentrato a Merola. Come contro il Potenza, anche questa volta i cambi hanno dato molto alla squadra di Zeman e un po' meno a quella di Sullo, che comunque può compiacersi - al di là del risultato - per la gara sontuosa del centrocampista Fofana, autentico padrone della mediana e per distacco il migliore dei suoi. Il Messina era anche riuscito a passare in vantaggio al 13' con Vukusic, bravo a bucare Volpe (una delle sorprese di formazione), dopo un disimpegno imperfetto dei rossoneri. 

E se contro la Juve Stabia ci aveva pensato Nicoletti a riportare in parità il match, stavolta è il suo omologo sul fronte opposto, Martino, che al 37' trova il gol raccogliendo una ribattuta al limite dell'area e sparando una fucilata che buca un non irreprensibile Lewandowski. Foggia bene a sprazzi: il precario stato del manto erboso (molto sabbioso e irregolare. La nuova semina dovrebbe migliorarne lo stato nelle prossime settimane) pregiudica un calcio ragionato e di qualità. Nelle rare occasioni in cui il Foggia riesce a fraseggiare, si assistono ad azioni mirabili come quella che conduce Merola a calciare a rete (bravo Lewandowski) al termine di un pregevole uno-due tra Nicoletti e Curcio. Per il resto, la difficoltà nel palleggio costringe i rossoneri ad affidarsi oltremodo al lancio lungo. Stessa cosa per il Messina, che però sembra apprezzarlo di più, potendo beneficiare dell'esplosività in campo aperto dell'ex Balde, pronto a infilarsi tra i due centrali non appena i suoi recuperano palla. Ma il lavoro delle due punte di Sullo è prezioso anche in fase di non possesso, quando vanno a pedinare Petermann levandogli spazio e tempo per ragionare. 

L'equilibrio permane anche nella ripresa, fino a quando Zeman non mette mano alla formazione con Merkaj per Merola, seguito poi da Garattoni (per l'acciaccato Nicoletti). Sullo, invece, cambia completamente la coppia offensiva, e sacramenta quando al 25' il Messina non sfruttare una tripla occasione al termine di una perfetta transizione azionata da Marginean, bravo a rubar palla a Nicoletti. Ma i cambi decisivi sono quelli operati dal boemo. Ai quali si aggiungono anche Vigolo e Rizzo Pinna, fin qui tra i meno utilizzati in rosa, un minuto dopo un episodio piuttosto dubbio nell'area peloritana (fallo di mano di Fantoni). Con il primo, il Foggia riprende a essere imprevedibile davanti, il secondo dà freschezza e raziocinio alla mediana nella gestione del pallone. Meno redditizi gli interventi di Sullo, perché è proprio uno dei neoentrati (Konate) a perdere il pallone da cui si origina il gol che decide il match. Curcio è il protagonista, prima a rubare palla sulla trequarti, poi a rifinire crossando per Merkaj. Di fatto, la gara termina qui. Ma c'è tempo per la ciliegina finale, quando Rocca chiede triangolo a Merkaj, per poi superare difensore e portiere con un doppio sombrero. Per la prima volta il Foggia ne vince due di fila. 

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