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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Questo Foggia può ancora crescere: Zeman attende il salto di qualità e novità dal mercato

Dopo venti giornate il bilancio di metà stagione può essere positivo. L’ottavo posto a sole quattro lunghezze dall’Avellino terzo, sono un buon bottino se si tengono in considerazione determinate dinamiche, dalla rosa pressoché rivoluzionata in estate ai tanti infortuni

31 punti che sarebbero 33 senza la penalizzazione. Ma il parziale accoglimento del ricorso da parte della Corte federale d’appello ha addolcito il finale di 2021 del Foggia. Di fatto, con la restituzione dei 2 punti è un po’ come se il Foggia avesse vinto una delle partite pareggiate. Magari quella di Latina, quando i rossoneri furono raggiunti nel finale, o quella dello scorso 22 dicembre con il Monterosi. Ma in quel caso, per le dinamiche del match, è più opportuno parlare di punto guadagnato.

Dopo venti giornate il bilancio di metà stagione può essere positivo. L’ottavo posto a sole quattro lunghezze dall’Avellino terzo, sono un buon bottino se si tengono in considerazione determinate dinamiche, dalla rosa pressoché rivoluzionata in estate ai tanti infortuni che hanno ristretto sensibilmente le risorse a disposizione di mister Zeman. Il boemo non ha mai accampato scuse, com’è suo costume, ma è innegabile che le numerose indisponibilità hanno rallentato il processo di crescita della squadra, soprattutto nella produzione offensiva. Con 31 gol in 20 partite il Foggia ha il quarto attacco del girone con una media di 1,55 gol a partita, ma si tratta di un dato che poco rispecchia la tradizione zemaniana. Per converso, la squadra ha scoperto una inaspettata solidità difensiva testimoniata dai 21 gol subiti (settima difesa del girone) con ben sei clean sheet all’attivo.

Lo score del Foggia è stato piuttosto equilibrato, con poche sconfitte (soltanto 3), ma tanti pareggi – molti giunti contro squadre di caratura inferiore – che hanno impedito ai satanelli di spiccare il volo e avvicinarsi sensibilmente alle prime posizioni.  

Le prime venti giornate di campionato hanno detto numerose cose: in primis, la letalità di bomber Alexis Ferrante, il leader del reparto avanzato con i suoi 11 gol in 19 partite. Con lui va citato Alessio Curcio, autore di 6 reti. In termini numerici, però, l’attacco si è retto tutto sui loro piedi, se si considera che gli altri elementi (Merola, Di Grazia, Tuzzo, Merkaj e Vigolo) hanno realizzato – complice anche la lunga assenza dei primi due – soltanto 4 reti. Un buon contributo è arrivato dai difensori (due reti a testa per Nicoletti e Di Pasquale, una per Martino) mentre a centrocampo, Petermann, Gallo, Rocca e Rizzo Pinna hanno messo insieme la miseria di cinque reti. Troppo poco.

Saranno proprio questi i reparti nei quali Pavone sarà chiamato a effettuare robusti interventi. Lo stesso Zeman, nelle ultime conferenze stampa, ha evidenziato la necessità di un miglioramento realizzativo dei centrocampisti. Ma nella conferenza post-Monterosi il boemo ha anche detto altro: “Questa squadra ha compiuto fin qui un miracolo”. Difficile dargli torto in considerazione della succitata rivoluzione estiva e dei tempi più o meno lunghi che si richiedono nell’acquisizione dei suoi concetti di gioco. A questo punto, però, va fatta chiarezza sulle ambizioni dei rossoneri. Perché se il Bari appare squadra più attrezzata e matura, è pur vero che nel girone di andata il Foggia ha dimostrato – per rendimento, soprattutto – di poter competere con tutte le altre compagini. Non è affatto utopistico ambire a posizioni di vertice che garantirebbero anche un piccolo vantaggio in ottica playoff. Per questo serviranno i giusti innesti, di quantità in difesa (dove con l’infortunio di Markic, il tecnico può fare affidamento solo su tre elementi) e di qualità a centrocampo e in attacco per diversificare le risorse offensive e non poggiare esclusivamente sul duo Curcio-Ferrante.

A inizio stagione, tra il serio e il faceto, Zeman diede un 6 al mercato di Pavone, auspicando che la valutazione potesse salire nel corso dei mesi. Probabilmente, il boemo giocò al ribasso, ma è innegabile che i margini per far crescere la squadra ci siano. Non necessariamente per tentare subito l’assalto alla B, ma quanto meno per competere e, cosa ancora più importante, porre basi solide per la prossima stagione nella quale recitare un ruolo da protagonista.

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