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Maniero trascina l’Avellino, ma il Foggia non si arrende mai: Ferrante beffa gli irpini all’ultimo respiro

L’undicesima perla stagionale del bomber rossonero salva la squadra di Zeman in pieno recupero regalando ai suoi un punto prezioso e meritato. Le reti tutte nella ripresa: Di Pasquale replica a Maniero con un super gol, l’ex Bari riporta avanti i padroni di casa, ma all’ultimo secondo la beffa del bomber rossonero

Un pareggio che vale quasi quanto una vittoria. Un po' come quello contro il Bari, anche se questa volta la carica emozionale è assai più imponente. Come sempre quando si realizza un gol determinante in pieno recupero. E poco importa se alla fine sposta poco in termini di classifica. Sposta tanto nel morale. Ad Avellino si è visto un bel Foggia, per organizzazione e temperamento, un valore quest'ultimo, troppe volte apparso sciapito contro avversari di elevata caratura (Palermo e Catanzaro su tutte). Un Foggia che ha proposto più calcio e meno calci, a dispetto degli avversari, che ha costruito i propri gol senza omaggi altrui. 

PRIMO TEMPO - Le prime sorprese le offre Zeman, che lascia in panchina Petermann e Tuzzo, rispolverando Maselli in mediana e Merkaj sull’out di destra. Scelte che trovano riscontri positivi. L’esterno albanese è sicuramente tra i più pimpanti. L’Avellino replica con il 3-4-3, Braglia si affida al tridente tutta esplosività ed esperienza Kanoute-Maniero-Di Gaudio. Per la verità, l’esterno senegalese è il più mobile dei tre, agendo spesso tra le linee, sia per ispirare gli altri due compagni, sia per schermare all’occorrenza Maselli.

La sfida è piuttosto equilibrata. Meglio gli irpini nella prima parte più per il numero di occasioni che per qualità della manovra. Il Foggia sta bene in campo e alla fine si trova a concedere qualcosa solo sui calci piazzati. Uno di questi, al 23’, porta Dossena vicino al gol: Volpe non è un campione di presa, Di Pasquale rimedia alla potenziale topica. Il Foggia si chiude bene, salendo in cattedra alla distanza. Non prima di aver concesso una ripartenza che Maniero gestisce non proprio alla grande. La sua conclusione costringe sì Volpe al rifugio in corner, ma resta la sensazione di una gestione del pallone non proprio eccellente, vista la presenza di Di Gaudio a sinistra. L’ultimo spicchio di tempo è quasi totalmente di marca rossonera. Garofalo annusa il colpaccio con un bel destro che stimola i riflessi di un attento Forte; pochi istanti dopo la difesa salva sulla zampata sotto porta di Di Pasquale. Poi è la volta di Merkaj che tenta il sinistro a giro senza fortuna.

Le pagelle dei rossoneri

SECONDO TEMPO – Il buon finale di primo tempo trova conferme anche a inizio ripresa. Il Foggia c’è e sembra avere maggiori idee di un Avellino che si regge sulle transizioni estemporanee e su un’aggressività sempre più crescente, come testimoniano i quattro gialli. Eppure, il gol lo fanno i padroni di casa. Bravo Maniero, a volare in cielo e a freddare Volpe, ma l’opposizione dei rossoneri al “dai e vai” imbastito sulla destra da Ciancio e Kanoute è decisamente da rivedere. Avellino avanti, ma il Foggia c’è. E c’è ancora di più quando Di Pasquale stoppa un’azione avversaria e imbastisce la transizione completandola con una ‘castagna’ dai 25 metri. Forte come il cognome del portiere dell’Avellino. E anche precisa. Parità. A quel punto Zeman, che aveva già inserito Rocca per Maselli e Tuzzo per Merkaj, si gioca le carte Martino e Petermann. La squadra sta meglio in campo rispetto all’Avellino, ma rischia ancora di capitolare. Serve un monumentale Volpe – con la amorevole complicità della traversa – per strozzare l’urlo di gioia ad Aloi. L’estremo difensore, però, capitola ancora poco dopo, sulla punizione di Maniero calciata dal limite dell’area, dopo una ripartenza repentina stoppata disperatamente da Rocca. La rasoiata dell’attaccante è potente e precisa, ma il passettino classico di Volpe toglie quel plus nella spinta sulle gambe per andarla a prendere sul suo palo. È il 36’. Sembra l’episodio decisivo. Il Foggia si regge, come sempre, sulla forza di Ferrante. È lui ad attivare e chiudere con Curcio un buon triangolo con conclusione a lato. Ma, come accade spesso, il nove rossonero non sbaglia mai più di una volta. Curcio ingentilisce una gara avara di intuizioni pescando un corridoio che solo in pochi vedono, il bomber lo percorre e va col diagonale. Forte deve capitolare ancora. L’Avellino non vince, il Foggia la riacciuffa. Ed è giusto così.

AVELLINO (3-4-1-2) Forte; Silvestri, Dossena, Bove (43’st Scognamiglio); Ciancio, Matera (26’st Aloi), D'Angelo, Mignanelli (18’st Tito); Kanoute (26’st Micovschi); Maniero (43’st Gagliano), Di Gaudio. A disposizione: Pane, Rizzo, Sbraga, Mastalli, De Francesco. Allenatore: Braglia

FOGGIA (4-3-3) Volpe; Garattoni (25’st Martino), Sciacca, Di Pasquale, Nicoletti; Garofalo, Maselli (11’st Rocca), Gallo (25’st Petermann); Merkaj (11’st Tuzzo), Ferrante, Curcio. A disposizione: Dalmasso, Rizzo Pinna, Vigolo, Di Jenno. Allenatore: Zeman

Arbitro: Longo di Paola

Assistenti: De Angelis e Valente di Roma 2

Quarto Ufficiale: Madonia di Palermo

Marcatori: 7’st Maniero (A), 18’st Di Pasquale (F), 36’st Maniero (A), 49’st Ferrante (F)

Ammoniti: Garattoni (F), Di Pasquale (F), Mignanelli (A), Silvestri (A), Matera (A), Bove (A), Rocca (F)

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