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Sabato, 20 Aprile 2024
Calcio

Foggia infinito, riprende due volte il Pescara e conquista la finale ai rigori

Partita folle all'Adriatico: abruzzesi subito avanti al 2' con Cuppone, i rossoneri trovano il pareggio al 97' con Rizzo. Ai supplementari Desogus riporta avanti la squadra di Zeman, poi Markic pareggia al 115'. Ai rigori decisivo l'errore dello stesso Desogus

Non serviranno consulti dei cardiologi. Chi è ancora in piedi e sta esultando come raramente ha fatto nell’ultimo decennio, ha il cuore forte. Perché per reggere l’infinità di emozioni condensate nelle due ore e mezza di Pescara-Foggia serve avere un cuore grande. Almeno quanto quello di una squadra che non si è mai arresa, neppure quando il cronometro cominciava a strizzare l’occhio al Pescara che sentiva già profumo di finale. All’ultimo atto dei playoff, invece, ci andrà la squadra di Delio Rossi, per due volte sotto (tre, se si considera anche la lotteria dei rigori) e altrettante volte capace di rimettersi in carreggiata. Lo ha fatto con i più insospettabili: Rizzo e Markic, quest’ultimo gettato nella mischia nel recupero del secondo tempo, nel disperato tentativo di sfruttare le palle alte, e rivelatosi poi decisivo nei supplementari, per azzerare la rete di Desogus con la quale il Pescara aveva riprovato a scappare. Ai rigori è successo di tutto, con gli errori di Garattoni e Ogunseye che sembravano spianare la strada al Pescara, ‘tradito’ dagli errori di Aloi e dello stesso Desogus. In finale il Foggia troverà il Lecco, vittorioso anch’esso contro pronostico e sempre ai rigori contro il Cesena, ultima delle seconde classificate a lasciare questi playoff folli.

PRIMO TEMPO – La coperta corta stavolta impone a Rossi di rinunciare a Kontek e Di Noia, entrambi appiedati. La scelta dei sostituti ricade su Di Pasquale e Bjarkason, quest’ultimo preferito a Garattoni sulla destra, per riconsegnare il posto da mediana al rientrante Frigerio. Confermato in blocco il resto della squadra. Zeman, invece, decide di affidarsi all’esperienza in attacco, con Cuppone, Lescano e Merola titolari, e il ‘bimbo’ Delle Monache in panchina. Dietro, riecco Brosco accanto a Boben. Discorso inverso in porta, dove il boemo ripropone D’Aniello per Plizzari. Le scelte in avvio, specie quelle offensive, del tecnico di Praga sono subito premiate. Pronti via, Rafia pennella, Cuppone si inserisce, Dalmasso capitola. Uno a zero, al 2’ del primo tempo, stesso minuto del gol di Petermann allo ‘Zac’. Le analogie finiscono qui. Il Foggia non troverà subito il pareggio, ma farà solo collezione di occasioni sciupate. La squadra di Rossi fa male soprattutto quando lavora bene nell’ampiezza con i quinti che si propongono con i tempi giusti. Costa a sinistra è il solito produttore seriale di assist, mentre Bjarkason con Frigerio lavora bene negli inserimenti. Epperò, l’islandese fa tutto bene fino all’atto finale. In due occasioni ciabatta malamente da buonissima posizione. Il Pescara fa un po’ quello che per larghi tratti si è visto allo Zaccheria. Più attendista che propositivo, in attesa che la difesa del Foggia si apra per gli inserimenti di punte e mezzali. Cosa che accade con una certa frequenza, quando la foga dei rossoneri ha la meglio sull’organizzazione e attenzione difensiva.

SECONDO TEMPO – La gara di Petermann dura solo un tempo, dentro Vacca. Scelta tecnica, forse anche dettata dalle condizioni del romano non proprio al top. Fatto sta che l’innesto del play partenopeo rialza i giri del motore rossonero, migliorando e di molto la trasmissione del pallone. Frigerio, per due volte in meno di un minuto, va a tanto così dal pari (tacco su assist di Ogunseye respinto da D’Aniello, poi colpo di testa su angolo). Le occasioni continuano a fioccare, come quella di Ogunseye, il cui sinistro dal limite, al termine di una perfetta transizione, è troppo tenero per far male. Rossi si gioca anche la carta Garattoni per Bjarkason. Proprio il neoentrato ha sul destro la palla gol più nitida della frazione, quando Vacca gli confeziona un gioiello, ma il pallonetto a scavalcare D’Aniello non centra la porta. Zeman riscrive il terzetto d’attacco, con Vergani e Delle Monache per Cuppone e Lescano, mentre Mora rileva Kraja. Merola sogna il gol dell’ex che chiuderebbe la partita, ma il var (sia lodato) evidenzia la posizione di offside che zittisce l’Adriatico in festa per il 2-0 prontamente annullato. Rossi si gioca il tutto per tutto, raschiando il fondo del barile, quando inserisce Iacoponi per Costa. Dall’altra parte, Zeman si gioca il secondo slot con Desogus per Merola, ultimo componente del tridente d’attacco ancora sostituibile. Tuttavia, il canovaccio non cambia: la ‘disperata’ voglia di pareggiare dei rossoneri ha la meglio sulla effettiva voglia del Pescara di tenere il possesso. Una pressione che presto assume i connotati del monologo e che trova il giusto premio a recupero praticamente scaduto. Garattoni crossa, Ogunseye fa sponda, Rizzo si fionda sul pallone che va a gonfiare la rete. È il 97’, un minuto dopo il cambio della disperazione (Markic per Frigerio) e ormai tocca dar ragione a chi parla di “Zona Foggia”.

SUPPLEMENTARI E RIGORI – Foggia infinito, come le emozioni di una partita che nei supplementari diventa un vero e proprio thriller. E chissà che cosa hanno pensato i tifosi rossoneri, quando Desogus è sbucato in area raccogliendo un'altra magia di Rafia e catechizzando Dalmasso. Eppure. L’infinitezza del Foggia è qualcosa di incredibile. Rossi getta nella mischia anche Rutjens e Odjer: muscoli e un po’ di freschezza per supportare chi invece ha la delega alla qualità. Come Peralta, un dieci con i polmoni di due mediani, o Vacca, più forte anche dei crampi che a fine supplementari a momenti non gli consentono di camminare. Poco prima, arriva l’impensabile: Markic dà senso ai suoi due anni da carneade trovando l’inzuccata vincente che regala la nuova parità e la lotteria dei rigori. Anche dagli undici metri non mancheranno i sussulti, a cominciare dalla traversa interna sfondata da Markic, prima che il pallone varchi la linea di porta. Più elegante l’esecuzione di Mora, che precede i tre tiri alle stesse di Garattoni, Cancellotti e Ogunseye. E così, Rafia porta avanti il Pescara per la terza volta. Sarà anche l’ultima. Peralta non fallisce, Aloi sì (Dalmasso super), Vacca e Vergani portano le squadre a oltranza, dove Rutjens farà il suo, mentre Desogus annulla la prodezza nei supplementari. Vince il Foggia. Pazzo, bello, infinito.

Pescara-Foggia 2-2 dts (3-4 dopo i calci di rigore)

PESCARA (4-3-3) D’Aniello; Cancellotti, Brosco, Boben, Gozzi; Rafia, Aloi, Kraja (23’st Mora); Merola (43’st Desogus), Lescano (23’st Vergani), Cuppone (23’st Delle Monache). A disposizione: Sommariva, Plizzari, Milani, Crescenzi, Palmiero, Gyabuaa, Kolaj, Pellacani, Mesik, Ingrosso, Germinario. Allenatore: Zeman

FOGGIA (3-5-2) Dalmasso; Leo, Di Pasquale (14’pts Rutjens), Rizzo; Bjarkason (11’st Garattoni), Frigerio (50’st Markic), Petermann (1’st Vacca), Schenetti (14’pts Odjer), Costa (30’st Iacoponi); Peralta, Ogunseye. A disposizione: Raccichini, Capogna. Allenatore: Rossi

Arbitro: Monaldi di Macerata

Assistenti: Lazzaroni di Udine – Galimberti di Seregno

Quarto ufficiale: Perri di Roma 1

Marcatori: 2’pt Cuppone (P), 52’st Rizzo (F), 6’pts Desogus (P), 10’sts Markic (F)

Ammoniti: Di Pasquale (F), Mora (P), Vacca (F), Brosco (P)

Rigori: Markic (F) gol, Mora (P) gol, Garattoni (F) alto, Cancellotti (P) alto, Ogunseye (F) alto, Rafia (P) gol, Peralta (F) gol, Aloi (P) parato, Vacca (F) gol, Vergani (P) gol, Rutjens (F) gol, Desogus (P) fuori

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