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Zeman il Maestro, l'ennesima lezione al Partenio con il ruggito di Nicolao e la sentenza di Merola

Ottima prestazione di squadra. L’attaccante scuola Inter ancora in gol, il terzino decide l’incontro

Oltre tre decenni sono serviti per rivedere di nuovo il Foggia violare il ‘Partenio’. Tempi biblici, cancellati in una serata difficile da dimenticare. I rossoneri restano in corsa, contro i pronostici, il fattore campo, la maggiore qualità (che, per la verità, si è vista assai poco) ed esperienza dell’Avellino. Vanno a casa quelli che puntavano senza giri di parole alla serie B.

Proseguono il cammino quelli che non hanno un obiettivo ben definito, se non quello di arrivare il più lontano possibile, migliorarsi e far sognare i tifosi. “Non succede, ma se succede”, il commento social del presidente Canonico a corredo di una foto dello spicchio dello stadio irpino colorato di rossonero. Intanto, una cosa è successa: il Foggia ha raggiunto i playoff nazionali, obiettivo dichiarato urbi et orbi dal socio di maggioranza. E che mister Zeman ha pienamente raggiunto.

Lo si tenga presente quando si dovranno fare i bilanci di fine stagione. Ieri non è stata la miglior partita dell’anno, in termini di qualità di gioco. Ma la squadra è stata brava a vincerla soprattutto con la testa. Il resto lo hanno fatto gli episodi (dal palo di Murano alla topica difensiva di Bove), ma anche la splendida condizione atletica dei satanelli, per nulla fiaccati dall’impegno di soli tre giorni prima, a dispetto di un Avellino già sulle gambe dopo meno di un’ora. E poi c’è lui, Sdengo, che sceglie gli innesti giusti nei tempi giusti. Scelte, come quella di non avallare l’ingaggio di Kragl. Se c’era ancora bisogno di una prova su chi avesse ragione, ieri sera l’ha ottenuta. 

Le pagelle dei rossoneri 

Dalmasso 6,5 - Stoppa Murano in avvio, sul gol può fare davvero poco. Poi è Rizzo a salvare la porta sempre sull’attaccante irpino. 

Garattoni 6,5 - Sul gol dell’Avellino è lui che dovrebbe prendere in consegna Bove. Ma la sua prova non è affatto da cestinare. Vince il confronto con Mignanelli e va anche vicino al gol. Sarà il primo a pagare l’assurda regola della squalifica ogni due gialli e salterà l’andata del prossimo turno. 

Sciacca 6,5 - Delizioso il filtrante che mette Garattoni davanti a Forte. Ma c’è anche da battagliare dietro dove non sfigura. 

Di Pasquale 5,5 - Murano lo beffa con un tunnel e si invola verso la porta. Fortuna che Dalmasso chiuda il primo palo. Sbaglia anche nell’azione che porta la punta dei ‘lupi’ a un passo dal raddoppio. Due macchie grosse su una prestazione di sostanza. 

Rizzo 7,5 - La sua deviazione sul tiro a porta quasi vuota di Murano, è miracolosa e decisiva. Pochi minuti dopo il suo mancino ispira l’azione dell’1-1. È totalmente un altro giocatore rispetto al terzino un po’ impacciato di inizio 2022 (12’ st Nicolao 7,5 - Entra subito dopo il gol del pareggio e il suo ingresso quasi sorprende, visto la buona prestazione di Rizzo. Poi si fa trovare al posto giusto nel momento migliore per mandare in estasi i 500 rossoneri al ‘Partenio’. Oltre ai compagni, che già gli hanno dedicato un coro: “O malea simpalao, segna sempre Nicolao”). 

Garofalo 6,5 - Contro la sua ex squadra ci tiene a non sfigurare, magari anche un po’ a farsi rimpiangere. Non sfodera la sua migliore prestazione, ma comunque si fa rispettare (12’ st Rocca 6 - Zeman lo getta nella mischia quando c’è da alzare il livello tecnico del centrocampo. Fare peggio di domenica scorsa sarebbe stata una impresa). 

Petermann 6 - Meno appariscente rispetto al solito, ma non per questo poco utile. Cerca la gloria dalla distanza, ma i guantoni di Forte si intiepidiscono appena. Fa fatica, soprattutto nel primo tempo, a dare ritmo ai suoi e a far scorrere il pallone. Le cose migliorano un po’ nella ripresa. 

Gallo 6,5 - Zeman si affida ai suoi muscoli e al suo fiato. Risponde presente (12’ st Di Paolantonio 6,5 - Il lancio da cui si origina il 2-1, una preziosa respinta nell’area piccola. Una mezz’oretta niente male). 

Merola 7 - Sfiora il gol dell’anno, con un sinistro a giro che avrebbe meritato sorte migliore. Ma la gloria arriva lo stesso a inizio ripresa. Una sentenza. Incredibile come riesca a farsi trovare sempre lì dove serve e dove si avverte il profumo di gol. Gol, peraltro, mai banali ai fini del risultato.  (28’ st Turchetta 6 - Confezionerebbe l’assist del 3-1 se Ferrante non andasse a disturbare Curcio. Il suo segmento di gara è incoraggiante, anche alla luce del nuovo infortunio di Di Grazia). 

Curcio 6,5 - Fa lavoro sporco, ma anche di qualità. Assiste Merola nel succitato quasi golazo. Con il ritorno di Ferrante si riposiziona a sinistra e continua ad abbinare proposta offensiva agli utili ripiegamenti. 

Di Grazia 6 - Va k.o. dopo un colpo alla clavicola. Si spera non grave. A dir poco sfortunato (23’ pt Ferrante 6 - La voglia di segnare è tanta e si vede, ma non deve far calare la lucidità delle scelte. ‘Scippa’ una conclusione a Curcio tenendo, di fatto, in piedi l’Avellino fino alla fine. In compenso, si registra tanta garra in area di rigore, oltre alla preziosa sponda di petto che manda in porta Merola). 

Zeman 8 - Per vincere ad Avellino serviva lui. Con una vittoria dà risposte secche a tutti. Agli irpini, ai nostalgici di Kragl, al presidente che chiedeva la fase nazionale. Accontentato. 

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