Disastro Foggia, l'Audace rifila un altro poker: rossoneri a un passo dall'eliminazione
Finisce 4-1 per gli ofantini nell'andata del primo turno dei playoff nazionali. Apre Achik su rigore al 21', tre minuti dopo raddoppia Maza. Nella ripresa Bjarkason la riapre, poi ancora Maza e D'Ausilio firmano il poker. Pessima gara dei rossoneri che perdono anche Ogunseye e Odjer per infortunio
"Se qualcosa può andare storto lo farà" recita uno dei più celeberrimi assiomi che si conoscano. Nel derby di andata con il Cerignola il Foggia diventa il testimonial esemplare della legge di Murphy. Tutto ciò che poteva andare male, dal risultato (sconfitta) al punteggio (1-4) fino agli infortuni (Odjer e Ogunseye) si è verificato, riducendo al minimo le speranze di ribaltare la situazione tra le mura amiche. Vince ancora il Cerignola, che fa tre su tre nei derby di Capitanata, dimostrando una superiorità forse addirittura più evidente di quella mostrata due mesi fa in campionato, e non solo per il passivo ancora più pesante. Male, malissimo la squadra di Rossi, nell'approccio e nella prestazione, non troppo distante da quanto visto con il Potenza. Stavolta, però, di fronte c'era una squadra con altre qualità, altri ritmi e altra convinzione.
PRIMO TEMPO - Gli impegni pregressi e la divisione del turno in due atti autorizza le rotazioni. Nel caso del Foggia, sono quasi obbligate anche alla luce di alcune assenze. Bjarkason è il (prevedibile) sostituto di Garattoni, mentre in cabina di regia è Odjer il prescelto, con Petermann che incassa la seconda esclusione di fila. In avanti, invece, il tecnico riminese cambia l'intera coppia riproponendo dal 1' Iacoponi e Beretta. Difficile comprendere quanto la scelta sia tecnica e quanto invece mossa dall'esigenza di gestire le energie di una rosa sempre troppo corta. Ragionamenti diversi quelli di Pazienza, che punta sull'attacco leggero Achik-D'Andrea. Scelta azzeccatissima. L'inizio di studio dura una ventina di minuti, ma tra le due squadre è sempre il Cerignola quella che dà l'idea di avere idee. L'assenza di un nove puro tra gli ofantini leva riferimenti e ingarbuglia le letture della retroguardia rossonera. A segnare una cesura netta tra le due compagini, i ritmi di gioco. Compassato ai limiti della sgambatella tra amici del giovedì sera quella dei rossoneri, elevata oltremodo quella degli uomini di Pazienza. E se questa differenza si nota poco nel primo segmento di frazione, lo scenario cambia quando Leo combina il pastrocchio in area, regalando ad Achik il rigore che lo stesso fantasista marocchino va a trasformare. È il 21', tre minuti dopo è Odjer a offrire un altro piazzato goloso. Maza dal limite fa gol dell'ex per l'uno-due quasi mortifero. Il Foggia? Non pervenuto. I ritmi bassi non trovano un contraltare nelle idee e nella qualità. Schenetti conferma le cattive impressioni di domenica scorsa, mentre Odjer non garantisce gli equilibri richiestigli, né possiede il pedigree del geometra. L'ex Palermo chiude mestamente la sua serata no rimediando un guaio muscolare. Dentro Petermann, ma le cose non cambiano. Il terzetto in mediana del Cerignola ha un paio di marce in più, la squadra di Pazienza ha grandi idee e le applica con perizia. Il rovesciamento di fronte attraverso il quale, con quattro passaggi di prima, l'Audace manda Achik al tiro dal limite (sinistro alto di poco) è meraviglia per gli occhi, fonte di apprensione per il Foggia.
SECONDO TEMPO - L'inconsistenza offensiva mostrata nel primo tempo invita Rossi al cambio. Ogunseye subentra al fantasma di Beretta. La sola presenza dell'ex Modena qualcosa la produce: Bjarkason si inventa la seconda perla consecutiva in trasferta, con una bordata da posizione defilata sulla quale Saracco non è irreprensibile. Partita riaperta subito, ma che una pallaccia persa sulla trequarti dallo stesso islandese, provvede a richiudere. Ancora Sainz Maza si inserisce alla perfezione e batte Thiam con un preciso diagonale. La produzione offensiva dei satanelli conduce a due occasioni con Schenetti (bloccato in uscita da Saracco, dopo una percussione di Di Noia) e Ogunseye poi (girata di poco oltre la traversa). Brividini che l'Audace concede, senza però perdere il focus sulla gara. Rossi decide di rinunciare alla fantasia (poco sfruttata) di Schenetti, affidandosi agli inserimenti di Frigerio. Dall'altra parte, Pazienza lancia segnali alla partita e ai suoi, inserendo Malcore e D'Ausilio. Per la serie "Non ci abbassiamo". Si abbassano, e di molto, le chance dei rossoneri, quando Ogunseye si accascia e chiede il cambio per un problema muscolare. Dentro Peralta per un Foggia senza centravanti e con l'autostima ai minimi storici. Meno grattacapi per Pazienza, che può richiamare Maza e D'Andrea per Samele e Ruggiero. Il primo dei due subentrati servirà all'altro subentrato D'Ausilio la palla del 4-1 che il Foggia becca ancora una volta sul proprio lato destro. Il gol che mette la pietra sulla partita e, forse, anche sulla qualificazione.
Audace Cerignola-Foggia 4-1
AUDACE CERIGNOLA (3-5-2) Saracco; Blondett, Capomaggio, Ligi; Coccia (20'st D'Ausilio) Tascone, Langella, Sainz Maza (27'st Ruggiero), Russo; Achik (20'st Malcore), D'Andrea (27'st Samele). A disposizione: Fares, Trezza, Olivera, Bianco, Allegrini, Inguscio, Montini, Mengani, Botta, Righetti, Giofrè. Allenatore: Pazienza
FOGGIA (3-5-2) Thiam; Leo, Kontek, Rizzo; Bjarkason, Schenetti (11'st Frigerio), Odjer (37'pt Petermann), Di Noia, Costa; Beretta (1'st Ogunseye (26'st Peralta)), Iacoponi. A disposizione: Raccichini, Dalmasso, Vacca, Di Pasquale, Capogna, Rutjens. Allenatore: Rossi
Arbitro: Nicolini di Brescia
Assistenti: Cerilli di Latina - Piatti di Como
Quarto uomo: Delrio di Reggio Emilia
Marcatori: 21'pt rig. Achic (AC), 24'pt Sainz Maza (AC), 3'st Bjarkason (F), 4'st Sainz Maza (AC), 35'st D'Ausilio (AC)
Ammoniti: Odjer (F), Ligi (AC), D'Ausilio (AC), Frigerio (F), Capomaggio (AC)