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Giovedì, 25 Aprile 2024
Calcio

Paga Boscaglia, ma non è l'unico colpevole

L'uscita di scena del tecnico di Gela sancisce il fallimento del progetto tecnico di Canonico, chiamato a rilanciarlo con un nuovo allenatore

Finisce con il classico dei comunicati, che annunciano la fine del rapporto (risoluzione consensuale) corredata dagli altrettanto consueti auguri per il futuro. L'avventura di Boscaglia a Foggia è durata poco meno di un mese. Due, se si aggiunge anche la fase precampionato. Un epilogo amaro e impronosticabile, almeno fino a poco tempo fa, alla luce dei proclami, dei nomi (qualcuno 'gonfiato' oltremodo, per la verità) giunti in Capitanata per trascinare il Foggia verso ambiziosi traguardi. Il progetto Boscaglia voluto fortemente dal presidente Canonico, dopo l'uscita di scena di Zeman e Pavone, è stato cestinato prima ancora che venissero fissate le fondamenta del palazzo Foggia. Paga il mister, come accade sempre quando in una squadra le cose non vanno bene. Colpirne uno, per l'impossibilità di colpirne venti. Perché la verità è evidente: l'inizio deludente della squadra non è imputabile al solo tecnico, che pure di errori ne ha commessi abbastanza.

Distribuire le colpe a tutto l'ambiente sarebbe un esercizio di onestà intellettuale. Perché si potrebbe (e si dovrebbe) ragionare su alcune scelte tecniche che non possono essere attribuite al solo allenatore (l'addio a Curcio, in primis, ma anche la ricerca di giocatori attualmente poco funzionali a un certo tipo di calcio), per tacere delle prestazioni di molti elementi di comprovata esperienza, tra i primi a venir meno nei momenti di massima difficoltà. E, come già detto, con il nuovo allenatore finirà anche il tempo degli alibi.

Il resto, poi, lo ha fatto il tecnico di Gela, che ha sempre predicato calma, chiesto tempo e dichiarato 'urbi et orbi' di avere le idee chiare sulla sua squadra. Certezze mai tradotte sul campo, a giudicare dalle cinque formazioni diverse schierate in altrettante partite, dai cambi di modulo e di posizionamento di alcuni giocatori.

Ad aggiungerci il famigerato carico da 11, il tira e molla andato in scena nelle ore immediatamente successive al rovinoso tonfo interno con il Pescara: la rescissione consensuale che sembrava quasi scontata già nella mattinata di lunedì, ma che si è concretizzata soltanto nella tarda serata di ieri, con la puntualizzazione sull'orario (le 21), antecedente il vergognoso atto intimidatorio perpetrato da ignoti davanti all'abitazione del tecnico. Precisazione inconsueta, ma doverosa, anche se resta il dubbio sul perché l'annuncio non sia arrivato nei minuti immediatamente successivi alla formalizzazione dell'accordo.

L'uscita di scena di Boscaglia sancisce anche il fallimento (seppur non ancora definitivo) del progetto tecnico ideato dal presidente Canonico, che poco meno di due settimane fa (nel post gara di Foggia-V. Francavilla, unica partita vinta fin qui dai satanelli) difese a spada tratta il mister ripetendo (anche lui) il mantra del tempo e della squadra profondamente rinnovata, indirizzando invettive contro i “gufi” e bollando come incompetenti in materia calcistica chi osasse muovere critiche contro Boscaglia. Una strenua difesa crollata miseramente sotto i colpi del Pescara, sufficienti alla tifoseria – che già a Potenza avevano dato qualche segnale di insofferenza – per considerare chiuso il capitolo.

E ora? A quattro giorni dal derby con il Taranto, potrebbe essere proprio un tarantino (il tecnico della Primavera Dellisanti) a guidare pro-tempore la squadra. Nel mentre, si lavorerà per cercare un tecnico che possa risollevare la squadra e ricondurla dove la piazza vorrebbe. Le voci sui nomi sono molteplici, così come i rumors su eventuali dinieghi già fatti pervenire. Di certo, chi arriverà non potrà farlo con lo status del traghettatore. Sarebbe un preoccupante segnale di resa, in contraltare agli ambiziosi obiettivi diffusi soltanto due mesi fa.

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