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E' ancora Zemanlandia, escalation di emozioni e colpi di scena in tinta rossonera: "Vi stupiremo anche questa volta"

Dall'allenamento saltato dal mister, per molti il preludio delle dimissioni, al lungo summit al termine del quale il boemo e il diesse Pavone hanno prolungato il contratto fino al 2023

È successo di tutto e di più nel pomeriggio di ieri. Una escalation di emozioni dettate dall’evoluzione di una ‘querelle’ il cui esito pareva scontato nelle prime ore del pomeriggio, prima che il summit decisivo negli uffici dello ‘Zac’ decretasse il ritorno della pace con la sorpresa del rinnovo contrattuale di Zeman e Pavone.

Il Foggia non solo non si separa dallo storico duo, ma rinforza il legame, prolungando un progetto che ora ha sì una durata più consistente e accettabile. Eppure, il lieto esito sembrava tutto fuorché scontato nel primo pomeriggio, quando al campo della Figc la squadra si è presentata per la seduta d’allenamento senza l’intero staff tecnico, con la sola eccezione del preparatore dei portieri Mimmo Botticella. Bocche cucite tra i giocatori, molti dei quali con il viso tra il contrariato e il preoccupato. Una situazione che lasciava presagire l’annuncio imminente delle dimissioni da parte di Zeman. Intenzione, peraltro palesata a più riprese dallo stesso boemo nelle ore successive al siluramento di Pavone.

La ricucitura dello strappo è partita proprio dalla figura del diesse, con il quale – come ha spiegato lo stesso patron – Canonico ha avuto un lungo incontro nel pomeriggio. Fondamentale per cancellare tutto quel ‘non detto’ e quelle incomprensioni che hanno poi condotto alla decisione di pancia del presidente subito dopo la sfida con il Latina. “Uno scossone”, come lo ha definito Canonico, che è servito a rinsaldare i rapporti e a riportare quell’entusiasmo che la penalizzazione, le beghe societarie, e i risultati sul campo non ancora totalmente soddisfacenti avevano progressivamente affievolito. Anche nella piazza, come attesta il numero di spettatori presenti allo ‘Zac’ e che Canonico vorrebbe far lievitare nelle prossime settimane, restrizioni governative permettendo.

L’arrivo di Zeman allo stadio, poco prima delle 18, con quel “Sì” biascicato alla domanda “È ancora l’allenatore del Foggia?” ha contribuito ad accendere il lume della speranza in chi confidava nell’azione diplomatica di alcuni dirigenti (Sario Masi, in primis) ai quali il turbolento divorzio non era affatto gradito. A dare poi, la quasi certezza della ricomposizione, è stato l’arrivo di Pavone e la stretta di mano, con tanto di sorriso, con il vicepresidente. Tutto rientrato e un rasserenato Zeman che può decidere di continuare, accettando anche la contestuale proposta di Canonico di restare per un altro anno. Voci sussurrano di un ‘do ut des’, tra allenatore e presidente. Con il primo che ha messo come conditio sine qua non il reintegro di Pavone, il secondo che ha replicato chiedendo la firma sul nuovo contratto.

“Ci sarò lunedì con la Juve Stabia, a meno che non mi squalifichino”, l’ironico commento a caldo del mister all’uscita dallo stadio. “Pace fatta? Non ero in guerra”. Poco dopo, intorno alle 19.45 arriva l’annuncio della società. Torna il sereno, suggellato dal sorriso di Pavone accanto a Canonico. Il progetto Foggia può ripartire. Primo step del corso rinnovato, gli innesti di mercato. In attesa di capire se Mastour sarà in grado di convincere Zeman, Canonico ha annunciato nuovi colpi. Il primo è Di Paolantonio, ufficializzato ieri. Gli altri sono in arrivo: “Vi stupiremo anche questa volta”, l’annuncio di Canonico.

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