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Zemanlandia, la favola di una squadra che insegnava calcio e faceva sognare una città

Presentato ieri il primo volume - realizzato da Domenico Carella - che sia mai stato pubblicato sull'epopea di Zemanlandia: "Un omaggio a una delle stagioni più belle del calcio foggiano"

'Zemanlandia - quando il Foggia insegnò al mondo a giocare a calcio'. Non è una frase ardita, ma un titolo che racconta la storia. Quella scritta da una squadra per la quale giocare contro una neopromossa, il Milan degli olandesi o l'Inter dei tedeschi, era la stessa cosa. Una squadra che ha fatto sognare una città, sogni che quelle generazioni hanno tramandato a chi ha potuto assistere solo al Foggia che da oltre un ventennio - parentesi biennale in B esclusa - annaspa nelle categorie inferiori. 

Sette stagioni, dalla più difficile (quella che iniziò con una retrocessione a tavolino poi riconvertita in penalizzazione) a quella recentemente conclusasi a Chiavari. In ognuna di esse, c'è qualcosa di storico da custodire nello scrigno della memoria. Ricordi che Domenico Carella ha incastonato nel suo ultimo libro (presentato ieri a Foggia alla presenza del boemo, del diesse Pavone e di Franco Altamura), 280 pagine accompagnate dal ricchissimo supporto fotografico di Ernesto Tufo e Giuseppe Panniello (Casa della Fotografia), per anni fotografi ufficiali del club rossonero. A impreziosire il racconto, la prefazione di mister Zeman e le testimonianze di Peppino Pavone, l'ideologo di Zemanlandia, e Franco Altamura, ex team manager rossonero. 

La serata è stata l'occasione per ripercorrere gli anni d'oro, dal primo incontro di mister Zeman con Casillo all'esaltante triennio in massima serie. Momenti straordinari accompagnati da diversi simpatici aneddoti raccontati dai protagonisti. 

Il primo volume dedicato a Zemanlandia è un omaggio a una delle stagioni più belle del calcio foggiano: "Perché in quel periodo Foggia faceva parlare di sé, lasciava un segno in tutta Italia. Quella squadra aveva cambiato il modo di intendere il calcio. La città ha un segno indelebile di quel 4-3-3, di quei momenti, ed è un metro di giudizio per chiunque si avvicini al calcio foggiano", ha commentato Carella. 

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