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Gioia Ferrante, la ‘tigre’ rossonera torna a ruggire: “Momenti difficili dopo il Covid. Il futuro? Qui a Foggia sto bene”

Il bomber ha spezzato l’incantesimo ritrovando il gol dopo oltre un mese e raggiungendo quota 14: “Non mi pongo obiettivi, è importante che la squadra raggiunga la migliore posizione”. E lancia un messaggio: “Non decido io sul futuro, ma qui sto bene”

Sorride quando gli si fa presente il parallelismo con il ‘toro’ Lautaro Martinez, ideato a mister Zeman. L’attaccante dell’Inter ha interrotto il suo lungo digiuno due venerdì fa con una tripletta alla Salernitana. Alexis Ferrante ha impiegato nove giorni in più per porre fine al suo periodo senza gol, durato oltre un mese, con la decisiva doppietta nel 3-2 al Picerno: “Potevo anche farne un altro”, ha raccontato nel post gara ‘El tigre’, il cui sorriso si dilata nel pensare alla fine di un periodo difficile, ma soprattutto al contributo offerto alla causa rossonera: “Sono felice di essere tornato al gol, ma soprattutto per la vittoria della squadra”.

Un mese e passa senza gol e con prestazioni non proprio all’altezza della reputazione costruitasi nel girone di andata, ma facilmente spiegabile: “Dopo il Covid non sono state settimane semplici per me, perché un attaccante cerca sempre di dare il suo contributo alla squadra”.

Le pagelle dei rossoneri

Ferrante è rimasto quasi due settimane a casa per gli effetti del virus che ne hanno fiaccato il fisico e la mente, oltre a pregiudicarne la condizione: “Se non mi alleno faccio fatica, perché poi devo rimettermi in forma avendo un fisico robusto. Quando sono rientrato ho fatto subito gol, ma poi ho avvertito la fatica. Inizialmente non volevo farci caso, ma è stata dura. Tuttavia, non ho smesso di lavorare per mettermi a disposizione della squadra e cercare di recuperare la forma fisica e mentale. Se lavori e segni riesci a lavorare più serenamente. Nelle ultime settimane non sono riuscito a fare gol e questo ha un po’ complicato tutto, ma ormai è acqua passata, oggi (ieri, per chi legge, ndr) mi sono sentito bene in campo, ho avuto altre occasioni e questo è importante; sarebbe stato più preoccupante se non avessi costruito nulla. Speriamo che ora il peggio sia passato e tutto sia tornato alla normalità”.

Migliora l’intesa con Curcio e Merola, anche se, secondo mister Zeman, i margini di crescita sono ancora ampi: “Conosciamo le rispettive caratteristiche – ha aggiunto il bomber rossonero – e a volte ci sono momenti della partita in cui dobbiamo cercare di giocare più vicini, dialogando nello stretto, soprattutto quando le squadre vengono qui a chiudersi. Dobbiamo essere più bravi negli ultimi metri a dialogare e attaccare gli spazi: a volte ci riusciamo, altre volte no anche per il lavoro dispendioso che siamo chiamati a fare. Ma stiamo crescendo e sono convinto che riusciremo a mettere in pratica sul campo il lavoro settimanale”.

Ferrante è solo l’ultimo attaccante, in ordine di tempo, a beneficiare del lavoro di mister Zeman, che conosce dai tempi di Roma: “Cerco sempre di ascoltarlo, provando a mettere in pratica i suoi consigli. Non sempre ci riesco, ma l’importante è continuare a provare. I numeri parlano chiaro, il mister ha sempre fatto bene agli attaccanti, per cui devo continuare a seguire le sue indicazioni”.

Scherza poi sull’occasione sciupata poco prima della doppietta: “Oggi ho preso una traversa, sul secondo tiro avrei dovuto piazzarla, ma va bene così. L’importante è aver ritrovato il gol”. Ben 14 le marcature in campionato, una in meno di Antenucci del Bari e sette in meno del capocannoniere Moro del Catania, squadra sull’orlo del fallimento che ancora rischia l’esclusione dal campionato. Se mai accadesse, non solo il Foggia – come tutte le altre squadre che hanno giocato e fatto punti con gli etnei – perderebbe tre punti in classifica, ma anche il bomber vedrebbe cancellato il rigore che regalò il successo ai rossoneri: “Speriamo non accada (ride, ndr). Per me è uno stimolo in più, mancano tante partite e dobbiamo cercare di arrivare il più in alto possibile in vista dei playoff. Ben vengano i miei gol, ma sono felice se la squadra vince. Se poi vince quando segno lo sono ancora di più”.

Non si pone obiettivi personali per il prosieguo della stagione, né pensa al futuro estivo, quando la società dovrà decidere se esercitare il diritto di riscatto del suo cartellino di proprietà della Ternana (che a sua volta possiede quello di controriscatto): “Io a Foggia sto bene e non lo dico perché sono qui davanti a voi. Non so che cosa mi riserverà il futuro, non decido tanto su queste cose. Però qui sto bene e cercherò di dare tutto me stesso fino alla fine”.

Dare il massimo anche a costo di rimetterci la testa, dopo lo scontro con un difensore del Picerno che gli è costato un taglio profondo sul capo: “Se sarà necessario mi aprirò un’altra volta la testa per portare punti a casa”.

Ogni bomber vive per il gol e Ferrante non lo nasconde mai, soprattutto nelle rabbiose esultanze, come quella dopo la rete dell'uno a zero: “Quando segno per me è una emozione immensa, soprattutto se faccio gol in casa. L’esultanza è un modo per ringraziare tutti, dai tifosi ai compagni al mister che mi sono sempre vicini”.

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