Foggia-Fidelis Andria 1-1: le pagelle dei rossoneri
È Ferrante il leader assoluto della squadra. Entra e in cinque minuti raddrizza il match, ma il Foggia ancora una volta non trova la vittoria e non sfrutta il fattore campo: un punto nelle ultime tre gare allo Zaccheria
L’ennesima scialba prestazione produce un modesto pari interno contro la Fidelis Andria. Il Foggia, ancora una volta, non sfrutta il fattore campo (1 punto nelle ultime 3 gare allo ‘Zaccheria’) e i favori del pronostico. Nel girone di ritorno da poco iniziato, i rossoneri hanno incontrato solo squadre che in quel momento erano dietro in classifica, rimediando la miseria di un pareggio e tre sconfitte. Punti persi che difficilmente si potranno recuperare in futuro, a meno che la squadra non si ridesti improvvisamente e si produca in imprevedibili exploit contro squadre più quotate. Vien difficile pensarlo osservando lo stato attuale della squadra, che ancora non ha ritrovato lo smalto dei mesi scorsi (nei quali comunque il gioco espresso non è mai stato scintillante) e che avrebbe bisogno di tempo perché i nuovi entrino nei meccanismi tattici. Tempo non ce n’è, a parte la settimana appena cominciata durante la quale il Foggia potrà allenarsi con continuità in vista della sfida di sabato a Messina. I peloritani, anche loro in lotta per non retrocedere, sono reduci dall’impresa del ‘San Nicola’ e vorranno fare il bis. Servirà un Foggia diverso da quello visto ieri con la Fidelis. Squadra con poche idee e tutte sbagliate, salvata – tanto per cambiare – da quell’Alexis Ferrante che anche dopo il mercato di gennaio non ha un’alternativa valida. E quindi tocca appoggiarsi alla sua capacità realizzativa, sperando che la condizione fisica lo accompagni da qui alla fine della stagione. Perché, checché se ne dica, questo Foggia dipende da lui.
FOGGIA (4-3-3) Alastra 6; Martino 5 Girasole 6 Buschiazzo 6 Rizzo 5 (12’st Nicolao 6,5); Di Paolantonio 6 (1’st Garofalo 6) Petermann 5,5 (46’st Maselli s.v.) Rocca 6; Vitali 5 (12’st Curcio 6) Merola 5,5 Turchetta 5 (12’st Ferrante 7). A disposizione: Volpe, Gallo, Rizzo Pinna, Tuzzo. Allenatore: Zeman 5,5
FIDELIS ANDRIA (4-4-2) Saracco 6; Benvenga 6 (21’pt Legittimo 6,5) Alcibiade 6,5 Riggio 6,5 Carullo 5,5 (31’st Monterisi s.v.); Gaeta 6,5 (31’st Ciotti s.v.) Risolo 6 Bonavolontà 7 (31’st Urso s.v.) Casoli 6,5; Bubas 6,5 Sorrentino 6 (20’st Di Piazza 5,5). A disposizione: Vandelli, Paparesta, Messina, De Marino, Tulli, Ortisi, Bortoletti. Allenatore: Di Leo – Di Bari 6,5
Arbitro: Tremolada di Monza 6
Alastra 6 – Non è chiamato a grossi interventi, anche perché quelli della Fidelis spesso si incartano sul più bello. Una uscita un po’ così nel secondo tempo, senza conseguenze, per fortuna.
Martino 5 – Nella ripresa si apprezza la costante spinta cui non fa seguito la qualità dei cross. Dietro, le solite criticità. Nel primo tempo battezza goffamente un rimbalzo del pallone e per poco Bubas non lo castiga. Zeman ha dichiarato che sta ancora smaltendo gli strascichi del Covid, ma la flessione delle prestazioni è cominciata già un paio di mesi fa.
Girasole 6 – Una tranvata a Sorrentino, che Tremolada gli perdona, e altri interventi stilisticamente improbabili, ma ugualmente efficaci. Timidi passi in avanti rispetto alle ultime inguardabili uscite.
Buschiazzo 6 – Sarà che deve ancora assorbire completamente il fuso orario, ma non dimentica come si difende. Al netto di qualche sbavatura, si arrangia con mestiere e la rudezza tipica degli uruguagi, specie quando la squadra si espone alle ripartenze.
Rizzo 5 – Giornata no. In fase di spinta quaglia ben poco. In più, la macchia sul gol degli ospiti. È lui che guarda il pallone e si perde Bonavolontà posizionato alle sue spalle (12’st Nicolao 6,5 – Zeman lo getta nella mischia insieme ai ‘vecchi’ Ferrante e Curcio. Al primo pallone confeziona l’assist del pareggio. Il piede non è affatto male, così come la corsa. Anche se i successivi due cross sono un po’ più imprecisi. Tuttavia, le caratteristiche sembrano quelle del terzino che può piacere a Zeman).
Di Paolantonio 6 – Ha piedi più che discreti e buona fisicità. Caratteristiche che per una mezzala sono più che gradite. Non fa strabuzzare gli occhi, ma nemmeno inorridire il pubblico. Si fa fatica a comprendere la sua sostituzione all’intervallo, a meno che non sia stata dettata da fattori fisici (1’st Garofalo 6 – Corridore in una mediana che avrebbe bisogno di geometrie. Il suo lo fa, ecco perché non gli si può imputare nulla).
Petermann 5,5 – La cosa migliore la fa quando apre velocemente sulla sinistra per Nicolao, nell’azione del gol di Ferrante. Il primo tempo non è di quelli da raccontare ai nipoti, con tanto di cartellino e un nervosismo latente che ogni tanto diventa sintomatico. Cala progressivamente, ma Zeman lo cambia solo quando la gamba gli si ingessa per i crampi (46’st Maselli s.v.).
Rocca 6 – Ha la delega agli inserimenti e alla rifinitura, ma sul versante sinistro stavolta gli ingranaggi sono incrostati. Meglio nella ripresa, con tanto di destro dalla distanza che per poco non fa svoltare il match.
Vitali 5 – Altro passo indietro. Sbaglia molte volte le scelte, specie quando tenta l’assolo in dribbling in mezzo a tre o addirittura quattro avversari. Ha sul sinistro una buona occasione, ma cincischia e alla fine si fa murare (12’st Curcio 6 – Nessuna invenzione da mostrare nei tg, ma è tangibile il cambio di marcia con il suo ingresso. Mette in mezzo due o tre palloni piuttosto interessanti. Segnali di vitalità. Chissà che le due panchine non gli abbiano dato la scossa).
Merola 5 – È lui che dà l’abbrivio all’azione del pari, ma una percussione centrale in un’ora e mezza di partita è un po’ poco per uno che le partite dovrebbe spaccarle a ripetizione.
Turchetta 5 – Fuori partita, fuori contesto. Un tiro largo e un altro murato. Poi, il nulla. Gli va dato del tempo, anche se non dà proprio l’impressione di essere un esterno zemaniano (12’st Ferrante 7 – Rieccoci qui, a intonare lodi al bomber e a crucciarci per la mancanza di una sua alternativa/partner. Perché sì, Ferrante è il Foggia e il Foggia è Ferrante. E questa forte dipendenza non si attenuerà se chi gli sta intorno non alzerà il livello delle prestazioni).
Zeman 5,5 – Aggiusta qualcosa con i tre cambi post svantaggio, ma la squadra continua a non girare. L’innesto di Garofalo, dopo un primo tempo avaro di idee e occasioni, lascia perplessi. Così come lascia perplessi la mancanza di un altro attaccante, il ruolo che serviva più di tutti, a cui ha pensato di porre rimedio con Merola e, all’occorrenza, Turchetta.