Parla Sciacca, il capitano e leader della difesa rossonera: “Voglio arrivare in alto con il Foggia”
Le parole del difensore scuola Inter: "Adesso ci restano due gare, facendo punti potremmo chiudere in bellezza, ma servirà affrontarle con il giusto spirito"
Il bilancio è positivo, anche se si può sempre migliorare. E infatti Giacomo Sciacca, leader della difesa rossonera e capitano, dichiara di non essere soddisfatto al cento per cento del suo rendimento: “Penso di aver fatto un buon girone di andata, ma credo di poter fare molto di più. È l’atteggiamento di avere perché uno deve sempre cercare di migliorarsi”.
La squadra, però, ha fatto bene: “Adesso ci restano due gare, facendo punti potremmo chiudere in bellezza, ma servirà affrontarle con il giusto spirito”.
È il secondo Sciacca a vestire la maglia rossonera, dopo Nicolò, centrocampista che arrivò nel Foggia post-rivoluzione del 1992. In comune, oltre al cognome (ma non ci sono parentele), c’è solo l’essere arrivato in una squadra completamente stravolta nel mercato estivo: “Sicuramente gli obiettivi erano diversi, quella squadra puntava alla salvezza in serie A, noi cerchiamo di fare un buon campionato e fino a ora i risultati si sono visti”.
La difesa rossonera è fin qui una delle sorprese della stagione. In pochi si attendevano un rendimento del genere, 18 gol subiti e ben 6 clean sheet: “Ma è merito di tutta la squadra. Se la difesa va bene è perché il centrocampo copre e gli attaccanti lavorano altrettanto bene. Certo, i risultati attuali mi gratificano”. E a chi gli chiede delle richieste del mister di alzare il baricentro replica: “Il mister vuole la linea alta e fino a ora direi che ci siamo comportati nel modo giusto. Poi ci sono tanti dettagli, come il comportamento degli avversari, ma stiamo cercando di fare sempre quello che lui ci chiede”.
Nel suo primo bilancio il capitano identifica anche la sfida da ricordare e la partita da dimenticare: “A Catania il momento più bello perché è stata una partita vinta col cuore. Ci mancava quel tipo di vittoria, e ce la siamo andati a prendere con le unghie. Spero ci siano altri momenti così. La gara da cancellare è quella con la Turris, mi è rimasta un po’ qua. Non ci abbiamo capito niente, ancora adesso non capisco come abbiamo preso quei due gol. Ma a breve ci sarà la gara di ritorno, speriamo di vendicarci”.
Sciacca è abituato sin dalle giovanili a essere elemento di qualità nonché leader. Era lui il capitano della primavera dell’Inter, con Bonazzoli, Puscas, Radu, Di Marco, che vinse il torneo di Viareggio nel 2015. Epperò, come spesso accade ai giovani più promettenti, il salto nel professionismo nasconde parecchie insidie: “Nei settori giovanili spesso si tende troppo a esaltare i ragazzi, poi quando ti misuri con il calcio vero ti accorgi che è un altro mondo. Non è mai semplice”.
All’Inter ebbe il privilegio di allenarsi con Walter Samuel, che ha sempre stimato: “Però non siamo simili. Io dovrei essere un po’ più arcigno come era lui. Sono un difensore più da impostazione, lui più marcatore. Ma è un modello da imitare”.
Sei anni dopo quel traguardo, e alcune esperienze in C, è arrivata la chiamata del Foggia: “Per me è un orgoglio essere qua, in una delle piazze più importanti d’Italia. È un punto di partenza per fare meglio e per cercare di arrivare il più in alto possibile con il Foggia”.
Chiusura sulla gara di Avellino: “Hanno un attacco forte e con molte alternative. Sugli esterni hanno diverse individualità e anche al centro sono forti. Sono una squadra fisica, noi però cerchiamo di giocarcela con tutti. Ma in casa loro servirà maggiore concentrazione”.