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Venerdì, 19 Aprile 2024
Calcio

Raccichini sbarra la strada a Garcia: il Foggia passa il turno, Picerno battuto ai rigori

Al quinto penalty i rossoneri trovano il successo contro il Picerno, al termine di una partita brutta e noiosa terminata 0-0 al 120'. Decisivo l'errore del difensore. Dura contestazione delle curve

Il Foggia passa il turno di Coppa Italia e gli aspetti positivi finiscono qui. Ci sono voluti cinque rigori perfetti e la parata finale di Raccichini sull'incerto deatro di Garcia, per ottenere un risultato che in 120' i rossoneri non sono riusciti a conquistare contro le seconde linee del Picerno. Ci sarà tanto lavoro da fare per Gallo, che ha assistito alla partita e avrà senz'altro tratto delle indicazioni. 

PRIMO TEMPO – L'unica nota di rilievo è la presenza in tribuna di Gallo e Lauriola. In panchina nel Foggia c'è ancora Gentile, ma le indicazioni tattiche ci sono. Confermato il 4-3-1-2 che, a questo punto, potrebbe essere il modulo da cui ripartirà il neotecnico. Per la prima volta, dal 1', si registra la contestuale presenza di Vuthaj e Ogunseye nel reparto avanzato. Alle loro spalle c'è di nuovo Schenetti, coperto dal muscolare trio di centrocampo composto da Odjer, Frigerio e Di Noia. Il Picerno schierato da Longo è infarcito di seconde linee. Rispetto alla sfida di campionato, c'è il solo Garcia in campo, al centro della difesa. Lo schieramento dei lucani è speculare, con Liurini a galleggiare tra trequarti e attacco, andando di tanto in tanto a pungolare Odjer quando il Foggia è chiamato a impostare. L'atmosfera quasi spettrale, con gli ultra sistematisi silenti negli anelli inferiori delle due curve (dove sono esposti due striscioni piuttosto duri contro calciatori e società), e i pochissimi seggiolini occupati nel resto dello stadio (660 gli spettatori) non aiutano di certo a galvanizzare una squadra già di per sé piuttosto dimessa. Non manca la buona volontà, le idee e la qualità della proposta, sì.
Sostenere che il Foggia tenti di fare la partita non è un pensiero peregrino, ma non basta per meritare il vantaggio. Dalla sinistra, soprattutto, fioccano tanti cross, quasi mai giocabili per le due punte. Vuthaj mostra la solita consueta generosità, mai supportata dalla necessaria qualità. E colui che avrebbe la delega alla qualità, Schenetti, non si accende quasi mai. Alla fine, il Foggia mette a referto solo una occasione rilevante, sugli sviluppi di un corner tagliato di Costa, che per poco non beffa Albertazzi, con successiva volèe di Schenetti che sorvola la traversa. Troppo poco per meritare di sbloccare il punteggio.

SECONDO TEMPO – I destini delle due squadre potrebbero cambiare quasi subito, ma sul palo si infrange la speranza di Vuthaj – ben lanciato da Costa – di battere Albertazzi. Costa è l'uomo più pericoloso e propositivo del Foggia. Sarebbe esagerato definirlo regista occulto, fatto sta che il suo sinistro è la fonte di gioco più autorevole dei rossoneri. Ed è proprio lui, poco dopo il palo di Vuthaj, a impegnare Albertazzi. Anche Ogunseye dà segnali di vita, con una bella progressione sul versante destro, che non conosce un lieto fine per la provvidenziale chiusura di un difensore. Spunto, tuttavia, insufficiente per garantirgli la permanenza in campo. Gentile cambia due terzi dell'attacco, affidandosi a D'Ursi e Peschetola (per Schenetti) e passando al 4-3-3. Chierico, Petermann e Papazov (per l'infortunato Malomo) le altre tre scelte in corsa. Longo, invece, comincia a gettare nella mischia i titolari, nel tentativo di vincerla nella seconda parte di gara. Ma, eccezion fatta per una bella iniziativa di Liurini – sulla quale è bravo Raccichini a respingere in angolo –, l'attacco del Picerno non punge. Il finale è di marca rossonera: Vuthaj, ancora ispirato da Costa, sollecita i riflessi di Albertazzi, poco prima che D'Ursi calci in curva da buona posizione sull'ennesimo traversone del terzino sinistro ex Parma.

SUPPLEMENTARI E RIGORI – Il predominio rossonero è la classica montagna che partorisce il topolino. A parte una punizione di Peralta (subentrato a Di Noia) dal lato corto destro (palla fuori) e una inzuccata fuori misura di Vuthaj, non si registrano altre occasioni. La buona volontà non porta frutti, mentre la Nord – non più silenziosa – invita i calciatori di tanto in tanto a vergognarsi. L'epilogo dei rigori è la naturale conclusione di una delle gare più anonime che si ricordino. I rossoneri, finalmente, trovano la porta e non ne sbagliano uno. Il Picerno fa lo stesso fino al quinto penalty, quando Raccichini intuisce il lato giusto respingendo il tiro di Garcia. Il Foggia passa il turno, ma per riconquistare il sostegno della piazza servirà ben altro. 

FOGGIA (4-3-1-2) Raccichini; Garattoni, Malomo (31'st Papazov), Di Pasquale, Costa; Frigerio (27'st Chierico), Odjer (27'st Petermann), Di Noia (1'pts Peralta); Schenetti (12'st Peschetola); Ogunseye (12'st D'Ursi), Vuthaj. A disposizione: Illuzzi, Nobile, Peralta, Papazov, Rotoli, Sciacca, Leo, Nicolao, Iacoponi, Tonin. Allenatore: Gentile

PICERNO (4-3-3) Albertazzi; Finizio, Garcia, Allegretto, Pagliai (3'pts Monti); De Cristofaro (35'st Kouda), De Ciancio (25'st Dettori), D''Angelo; Liurini (35'st Pitarresi); Santarcangelo (18'st Golfo), Gerardi (24'st Reginaldo). A disposizione: Crespi, De Franco, Diop, Montesano. Allenatore. Longo

Arbitro: Pezzopane

Assistenti: Daljit – Bracaccini

Quarto ufficiale: Maresca

Ammoniti: Santarcangelo (P), De Cristofaro (P)

Sequenza rigori: Petermann gol, Reginaldo gol, Costa gol, Pitarresi gol, Peschetola gol, Golfo gol, D'Ursi, Kouda gol, Peralta gol, Garcia parato

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