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Stop all’autogestione, il Foggia ha bisogno di un nuovo allenatore: vicino il ritorno di Delio Rossi

Il regolamento non consente al club di avere un allenatore sprovvisto del patentino Uefa A. Da qui, la ricerca di un nuovo tecnico. Già nella giornata di oggi potrebbe arrivare la fumata bianca

L’autogestione in salsa rossonera annunciata dal presidente Nicola Canonico a margine della pesante sconfitta interna con il Monterosi (che ha determinato anche il passo indietro del tecnico Somma, ndr) sembra già essere giunta al capolinea. Il tempo, forse, di durare solo una partita (quella con il Messina), poi sulla panchina del Foggia arriverà un nuovo allenatore. Lo impone il regolamento federale, che concede una deroga temporanea a ogni club sprovvisto di un allenatore con il patentino Uefa A. Deroga di cui il club aveva già usufruito nel match con il Taranto dopo l’addio di Boscaglia e prima dell’arrivo di Fabio Gallo. Allora, a guidare i rossoneri (evento bissato anche qualche giorno più tardi in coppa Italia) fu Antonio Gentile, rimasto poi nello staff di Gallo. Dopo le dimissioni di Somma, il presidente Canonico aveva annunciato “la soluzione interna”, negando, di fatto, l’ingaggio di un altro allenatore al posto del tecnico pontino. Ma anche Lorenzo Giunta, secondo di Gallo e dello stesso Somma, è sprovvisto del patentino Uefa A e il regolamento gli consentirebbe di guidare la prima squadra soltanto per una gara. Ragion per cui, il presidente Canonico ha dovuto rimettersi alla ricerca di un nuovo tecnico. Neppure l’eventuale scelta di ‘promuovere’ Delli Santi dalla Primavera, avrebbe risolto il problema, in quanto anche l’allenatore della Primavera deve essere in possesso dell’Uefa A, e quindi si sarebbe reso necessario l’ingaggio di un altro tecnico che guidasse la formazione giovanile.   

La burocrazia calcistica ha fatto recedere Canonico dai propositi palesati in sala stampa sabato pomeriggio. Diversi profili sarebbero stati contattati, alcuni alla prima esperienza in un campionato professionistico, altri più esperti (come Serse Cosmi). Tra i tecnici sondati, anche Fabio Gallo, ma il ritorno del tecnico di Bollate sarebbe saltato per il mancato accordo sulla durata del contratto. Ed ecco che nelle ultime ore è spuntato il nome di Delio Rossi. Il tecnico riminese, ma foggiano d’adozione, ha subito manifestato la disponibilità a un ritorno nel club dove ha vissuto ben sei stagioni da calciatore, due da tecnico della Primavera e una sfortunata parentesi alla guida della prima squadra in serie B nell’anno post retrocessione. 

Mancherebbe poco alla fumata bianca: Rossi (che inizialmente avrebbe palesato l’intenzione di sedersi sulla panchina rossonera dal prossimo 1° luglio) dovrebbe firmare un contratto di tre mesi con rinnovo automatico al conseguimento di alcuni risultati (facilmente raggiungibili). La sua permanenza anche nella prossima stagione metterebbe definitivamente la pietra tombale anche sulla paventata autogestione, difficilmente compatibile con un allenatore con un curriculum così prestigioso.

Rossi, dunque, diventerebbe nuovamente l’allenatore del Foggia, circa quattro anni e mezzo dopo quella trattativa lampo che avrebbe dovuto ricondurlo sulla panchina rossonera (era il dicembre del 2018), in seguito all’esonero di Grassadonia. L’improvviso dietrofront della proprietà, che virò su Pasquale Padalino (a sua volta defenestrato dopo la sconfitta con il Lecce), fece saltare tutto. Era la travagliata stagione che si concluse con la retrocessione in serie C dell’allora Foggia dei Sannella e del diesse Nember e con la successiva mancata iscrizione al campionato che decretò la sparizione dei satanelli dalla geografia del calcio professionistico: "Per me è un dolore indicibile, Foggia è parte della mia vita. È un dramma sportivo perché so quanto il calcio conti in questa città", dichiarò in una intervista a FoggiaToday. 

Il probabile nuovo allenatore del Foggia tornerebbe a sedere su una panchina a tre anni dalla sfortunata esperienza di Ascoli, conclusasi con un esonero. Sarebbe l’occasione per rimettersi in corsa e, perché no, riscattare il triste epilogo della sua precedente avventura sulla panchina rossonera. Altresì curioso notare come Canonico si affidi a uno dei più noti ‘allievi’ di Zeman, per concludere dignitosamente la stagione in corso e far ripartire la programmazione. 

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