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Foggia penalizzato di 4 punti, Canonico: "Non mollo alla prima contestazione". L'avvocato Chiacchio: "Sanzione abnorme"

La penalizzazione determinata da due inadempimenti, ognuno dei quali ha comportato una penalizzazione di due punti: il ritardo nella consegna dell'atto notarile concernente il passaggio delle quote dalla Map Consulting di Maria Assunta Pintus a Nicola Canonico, e i documenti relativi al casellario giudiziario e ai carichi pendenti, che il patron ha prodotto attraverso una autocertificazione

Una notizia che ha minato la tranquillità dell'ambiente oltre alla classifica che fino a ieri pomeriggio era tutt'altro che spiacevole. I quattro punti di penalizzazione inflitti al Foggia, forse, la società se li aspettava, alla luce del deferimento giunto lo scorso 15 ottobre. Ma fondamentale era comprendere l'oggetto della questione. Lo ha spiegato oggi il presidente Canonico, presente in conferenza stampa insieme all'avvocato Chiacchio, al vicepresidente Masi e all'amministratore delegato del club rossonero Silvestro Carbotti.

"Era importante che ci mettessi la faccia", ha esordito Canonico, che non ha risparmiato stilettate ad alcuni giornalisti e emittenti televisive: "Ho visto trasmissioni improvvisate, senza che si conoscessero i fatti e senza sapere le motivazioni della sentenza".

I fatti 

Il presidente spiega molto semplicemente il perché dei quattro punti di penalizzazione, che attestano a due situazioni differenti, ognuna delle quali ha comportato una penalizzazione di due punti. La prima, riguarda il ritardo nella consegna dell'atto notarile concernente il passaggio delle quote (il 51% della Corporate a sua volta controllante l'80% del Calcio Foggia 1920, ndr) dalla Map Consulting di Maria Assunta Pintus a Nicola Canonico: "Il 22 giugno c'è stata la firma dell'atto dal notaio - spiega Canonico - e la sera del 7 luglio ci è stato consegnato l'atto che abbiamo depositato la mattina dell'8. Più tempestivi di così non potevamo essere".

La seconda motivazione fa riferimento, invece, a due documenti relativi ai casellari giudiziario e ai carichi pendenti, che la società ha prodotto attraverso una autocertificazione: "Chi mastica il pubblico sa che basta presentare una autocertificazione".

Canonico spazza via anche i dubbi riguardanti le finanze del club: "Qualcuno confonde questa penalizzazione con l'iscrizione. Dopo la firma dell'atto, il 22 giugno, avevo sei giorni di tempo per consegnare l'iscrizione e su quello abbiamo dedicato anima e corpo. L'iscrizione rispetto a questa situazione non ha nulla a che fare. Siamo a un primo grado, rispettosi delle regole e fiduciosi delle difese in appello". E sulla mancata comunicazione del deferimento, giunto a metà ottobre, specifica: "I deferimenti sono pubblici, basta consultare il sito del Tribunale Federale della Figc, la società non è obbligata a comunicare niente".

"Se qualcuno pensa che io molli alla prima contestazione, non conosce Nicola Canonico. In 15 anni di carriera non ho mai avuto un punto di penalità. Rispetto gli organi federali, ma loro devono rispettare la nostra volontà di andare avanti e raccontare i fatti. I fatti sono questi: si contesta un ritardo su un atto registrato il 7 luglio e depositato l'8 mattina. Si contestano due certificati per i quali è stata consegnata una autocertificazione".

Il deferimento cui ha fatto seguito la penalizzazione, è conseguenza di un irrigidimento delle norme federali, sui subentri di nuovi soggetti nelle partecipazioni di società professionistiche. Lo scorso 26 aprile il Consiglio Federale ha infatti approvato una modifica del regolamento: il giorno successivo, è entrato in vigore l'art. 20 bis delle Noif e il comma 5 bis dell'art. 32 del codice di giustizia sportiva: "Sono arrabbiato perché la Figc mi conosce. Non si parla di un presidente subentrante sconosciuto. La norma è stata decisa per evitare che entrino soggetti poco raccomandabili, ma è subentrata il 27 aprile; sono stato fuori un anno e non ero pronto per questa norma. Mi amareggia il livore con cui viene esercitata la penalizzazione e la squalifica. Sei mesi di inibizione sono un danno di immagine, un voler destabilizzare un giocattolo che cammina per i fatti suoi e questa è la cosa più vergognosa". 

Arriva anche la risposta su Curcio, privato della fascia di capitano dopo la gara di Coppa con la Fidelis: "La scelta è stata presa per evitare altre pressioni mediatiche, visto che veniva preso come responsabile di tutto quello che non andava. L'accanimento era tale che ho preferito alleggerirlo affinché pensasse solo a giocare a calcio e infatti con la Paganese forse ha giocato la sua più bella partita da inizio stagione. Si è creato un caso che non c'è: in un club la scelta del capitano è condivisa tra gruppo squadra e società, non è una scelta del mister. Non esistono casi. Siamo una società sana che vuole divertirsi e che fa quello che il mister chiede. Volevo rinforzare la squadra, il mister mi ha detto che stava bene così. C'è sempre una stima che si moltiplica e invece si insinua che ci siano ombre. Noi siamo persone pulite e per bene. Per il futuro sono fiducioso della nostra memoria difensiva". 

"Inadempimenti di carattere formale"

La parola poi è passata all'avvocato Chiacchio, che difenderà il club rossonero nell'appello, il quale ha spiegato in termini giuridici perché la società è stata penalizzata. I primi due punti, fanno riferimento al ritardo di un giorno nella consegna dell'atto notarile, che andava presentato a 15 giorni di distanza dalla firma dell'atto stesso: "La Figc ha ritenuto di dare una stretta a quelli che sono stati gli avventurieri del calcio, i banditi del calcio così come definiti dai dirigenti federali e quindi il 27 aprile, con comunicato ufficiale che non tutte le società hanno recepito subito, perché assieme a noi anche altri club sono stati rinviati a giudizio per inadempienze (tra i pochissimi che hanno fatto cambio di gestione societaria, quasi tutti caduti in questa nuova norma che è stata emanata quasi a sorpresa e in un momento quasi finale del campionato a campionato quasi finito, in cui si pensava a chiudere stagione e non alle normative federali), ha diramato questa nuova norma. Canonico è sempre stato attento sotto questo profilo. La Figc ha inasprito normative su acquisizioni, in maniera severa, perché quando tu concedi 15 giorni per inviare l'atto di acquisizione, mi metti dinanzi a una stretta".

Chiacchio non nasconde il disappunto e chiarisce come i tempi richiesti dalla Figc mal si conciliano con quelli di uno studio notarile: "Quindici giorni è un periodo limitatissimo. E poi il dott. Canonico faceva una riflessione: avrebbero potuto fare un sollecito, inviare una diffida, comunicare la prossima scadenza, in modo da consentire di sollecitare il notaio. E devo dire che il Foggia, attraverso l'amministratore Carbotti, lo ha anche fatto. Se vogliamo dirla tutta, l'atto è stato stipulato il 22 giugno, in quel momento l'interesse primario della società era formalizzare l'iscrizione entro il 28. Abbiamo visto 8 società radiate, tra cui anche società in regola ma che hanno sbagliato un documento. Allora l'interesse primario della dirigenza era quello di iscrivere la società al campionato, il bene della vita". 

"Nella mia vita non mi è mai capitato di uscire dallo studio notarile con l'atto già consegnato. Il notaio ha ritenuto, anche in ossequio alla legge notarile, essendoci un codice deontologico (l'art. 66), di non consegnare l'atto prima che questi venisse registrato. Il sostituto procuratore federale ha affermato la tesi secondo cui la società avrebbe potuto fare richiesta di una copia autentica dell'atto notarile. È stato fatto, ma non è detto che il notaio la conceda solo perché io la richiedo. Fino al momento della registrazione l'atto può essere modificato". 

Secondo l'avvocato, la diatriba è di "ordine dottrinario", non trattandosi - nel caso specifico - di inadempienze amministrative come un mancato pagamento. E inoltre, non è chiaro se i 15 giorni di tempo entro i quali produrre la documentazione, decorrano dalla stipula dell'atto o dalla registrazione. Il legale ha annunciato anche che la gran parte delle considerazioni le formulerà in sede di appello, insieme agli altri club (come la Pergolettese) colpite: "Non solo il Foggia è caduto in questa norma che ha stravolto le precedenti direttive federali. Prima si era condannati con una ammenda, c'era la diffida, c'era la Figc che sollecitava le società. Oggi arriva direttamente la comunicazione. Massimo per le normativa, per il dirigente, il presidente e per coloro che vogliono dare al calcio una impostazione nuova, di maggior rigore, però il Foggia ha depositato l'atto con un leggerissimo ritardo ma nei termini previsti dalla registrazione. Argomento dottrinale. Si arriverà fino al Consiglio di Stato, come prevede legge 280 del 2003 che prevede, dopo i primi due gradi di giudizio, il procedimento dinanzi al Coni, poi al Tar e al Consiglio di Stato. È dottrinario stabilire se i termini decorrono dalla registrazione o dalla pubblicazione dell'atto. Noi tutti - ha aggiunto - usciremo da questa stanza con l'enigma, chi è in grado di stabilire con matematica certezza se i 15 giorni fatidici decorrano dalla stipula del'atto o dalla registrazione? Io non penso ci sia una matematica certezza. È stata citata una sentenza di Cassazione per un'altra squadra che, a nostro avviso, non calza a pennello su quella che è la specificità. Come si sarebbe può depositare un atto se non si è in possesso? Verrà stabilito un principio che non c'è. È la prima volta che la giustizia sportiva decide su questi argomenti. Sono i primi casi della storia". 

Sull'altra penalizzazione - legata alle autocertificazioni -, il legale aggiunge: "Sotto quel profilo, la società ha voluto essere velocissima. Canonico è un soggetto straconosciuto all'interno dell'ordinamento federale, che in quella stagione (la scorsa) aveva iscritto il Bisceglie al campionato. Era conosciuto anche all'interno della stagione 20/21, poi aveva ceduto quote, ma il Bisceglie l'ha iscritto lui poiché aveva i titoli per farlo. Mi è stato detto dalla controparte istituzionale che nell'arco di mesi possono cambiare le situazioni. Bene. Ma io produco una autocertificazione che per i procedimenti più importanti, per le assunzioni più importanti, per i concorsi in magistratura, è efficace e invece non lo è per questo aspetto federale. Esiste il regime dell'equipollenza, di una autocertificazione a un certificato, e ritengo che in questo caso sia quanto mai verosimile e applicabile. Il Tribunale ha deciso diversamente, vedremo nei gradi successivi quali saranno le valutazioni".

Chiacchio ritiene la sanzione esagerata: "Mi sono permesso di riferire che si trattava di inadempimenti di carattere formale, voglio trovare qualcuno dica il contrario. Ci può stare che il Tribunale decida per la penalizzazione, ma si tratta sempre di carattere formale, perché i requisiti Canonico ce li ha, l'atto esiste ed è stato inviato. Per due inadempimenti, o presunti tali, il Foggia è stato penalizzato. Per me è una sanzione abnorme. Le sentenze si rispettano così come chi si ritiene condannato e ha argomenti da spendere, li spende in tutti i gradi di giudizio. La strada è lunghissima, ci prepariamo all'appello. Attendiamo le motivazioni".  

Resta fiducioso per l'appello: "Un legale che si accinge a redigere un atto di appello deve avere le sue motivazioni. Al buio delle motivazioni, posso dire che come avvocato sono fortemente motivato e convinto che le argomentazioni che illustreremo meritano di essere seriamente valutate e accolte. Ci sono serissime motivazioni, ben 7, alcune non ancora illustrate perché ci trovavamo dinanzi a una sentenza che aveva frustrato i nostri argomenti. Sono fortemente motivato e fortemente convinto che le nostre argomentazioni saranno attentamente considerate dai giudici di secondo grado. Credo molto in questo appello".

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