rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Sport

Il futuro del Foggia... nelle mani del Foggia. Il sogno di Felleca "bloccato dalla Pintus": "Si assume grosse responsabilità"

Il presidente del Foggia smentisce le dichiarazioni della Pintus ("Non è vero che voglio abbandonare") e conferma l'esistenza di una trattativa con un gruppo imprenditoriale, sulle cui sorti potrebbe inficiare i problemi con la socia

Non esiste estate senza sofferenze e patemi d'animo per la Foggia pallonara. Sembra quasi una regola da manuale. Per carità, nulla di paragonabile al triplice dramma vissuto la scorsa stagione (dalla retrocessione nella 'fatal Verona', alle battaglie nei tribunali fino alla mancata iscrizione), eppure le fibrillazioni nella società sorta dalle ceneri dell'ex Foggia calcio srl non contribuiscono a rasserenare l'ambiente e quei tifosi che attendono di conoscere le sorti del sodalizio dauno. 

L'emergenza Coronavirus ha fermato la corsa sul campo della squadra quando essa si trovava a una sola lunghezza dalla capolista Bitonto e attendeva di giocarsi il ritorno nel professionismo nello scontro diretto allo Zaccheria. A certificare, poi, la fine dei giochi, è stata la decisione presa dalla Figc, che ha autorizzato la ripresa dei campionati professionistici ponendo la parola fine sulle categorie dalla Serie D alla terza Categoria. "Avrei proseguito per puro spirito agonistico", rivela a FoggiaToday il presidente Roberto Felleca, pur conscio della impossibilità di applicazione del protocollo in serie D: "Effettivamente sarebbe stato improponibile, perché solo il Foggia e il Palermo avevano le credenziali per organizzarsi, anche facendo dei sacrifici. Per tutte le altre società sarebbe stato impossibile e credo che anche in serie C non mancheranno le difficoltà. Mi auguro che si giunga alla realizzazione di una riforma che possa accontentare tutti". 

In effetti, l'emergenza Covid non ha fatto altro che andare a stimolare oltremodo nervi scoperti, evidenziando ulteriormente - se mai ve ne fosse bisogno - le difficoltà gestionali delle società di serie C. Lo spettro del fallimento aleggia su molte squadre, come il Catania (il 25 maggio è prevista l'udienza presso il tribunale fallimentare). Insomma, il calcio italiano non è più nelle condizioni di sostenere la presenza di 100 società professionistiche, per questo l'ipotesi di una riforma è tutt'altro che campata in aria. Si parla di una serie B allargata a 40 squadre, divise in due gironi che incasserebbero le mutualità dell'attuale serie B e della attuale serie C, e di una terza serie ricovertita in campionato semiprofessionistico, con conseguenti vantaggi a livello contributivo. In tal caso, per il Foggia il ritorno nella terza serie sarebbe una formalità, dato che la categoria andrebbe a comporsi di club attualmente in serie C, ai quali si aggiungerebbero le vincitrici dei gironi di serie D e altre società che risponderebbero a determinati requisiti (dai meriti sportivi alle garanzie in termini economici e di strutture sportive). Se invece l'ipotesi della riforma dovesse tramontare, per il Foggia si aprirebbe la strada del ripescaggio, che Felleca e Pelusi intendono perseguire. Anche per non vanificare gli sforzi profusi un'estate fa (i 500mila euro a fondo perduto richiesti da Gravina per l'iscrizione, ndr), "ma anche gli investimenti per il mercato", puntualizza Felleca. Senza contare l'ulteriore emorragia di risorse determinata dalla mancanza di incassi dei biglietti per le partite che non si giocheranno. Per non parlare degli abbonamenti, che la società è pronta a rimborsare: "Faremo recuperare ai tifosi le gare già pagate - spiega il presidente del Foggia -, dobbiamo solo studiare la formula, il rimborso o uno sconto sul prossimo abbonamento. Comunque si parla di una perdita ingente. Perché non solo non incasseremo soldi per i biglietti (era in programma anche una giornata 'pro Foggia', ndr), ma ci troveremo anche a restituirne una parte ai tifosi. Un massacro nel massacro, che si aggiunge ai problemi in essere". 

E qui si ritorna alle 'magagne' societarie. Il botta e risposta a distanza con l'altra socia Maria Assunta Pintus prosegue e rischia di ostacolare lo sviluppo del progetto Calcio Foggia 1920. L'ultimo comunicato inviato dalla Pintus, nel quale rivelava l'intenzione di acquisire le quote di Felleca e Pelusi dopo "aver preso atto della loro volontà di abbandonare il progetto", ha riacceso la disputa, e generato ulteriore astio tra le parti. 

"Le dichiarazioni della Pintus sono in buona parte false", spiega Felleca. "Si è presa il lusso di dire che io voglio abbandonare il progetto, cosa che a lei non è mai stato comunicato". L'unica cosa vera, insomma, è l'esistenza dell'interessamento di un gruppo imprenditoriale, con il quale Felleca è in trattativa da circa 20 giorni. "È un gruppo importante, che intende acquisire delle quote, ma le sue (della Pintus, ndr) sono intoccabili malgrado non si impegni minimamente (in riferimento al rifiuto di partecipare all'aumento di capitale), per il bene della società devo trovare una soluzione. Di sicuro nel progetto del nuovo gruppo non è prevista una collaborazione diretta della Map Consulting (la società in capo alla Pintus, che detiene il 40% delle quote societarie), chi vuole intervenire lo vuole fare mettendoci impegno e sudore. Io ho l'obbligo morale con la città di proseguire il progetto di crescita". 

Insomma, è in corso la più classica delle fasi di stallo in una partita a scacchi: "Siamo bloccati dalla Pintus, che da una parte non vuole fare aumenti di capitale e dall'altra non vuole vendere le sue quote, ma dice di voler comprare. Ecco perché devo trovare una soluzione, a meno che il gruppo imprenditoriale non decida di investire tanti milioni, ma solo un folle lo farebbe. Perché per quanto si abbia voglia di fare calcio in una piazza come Foggia, siamo in D. Un gelato non puoi pagarlo quanto un braccialetto d'oro". 

Il presidente non rivela i nomi del gruppo con il quale la trattativa è in corso, ma si sa che si tratta di un gruppo straniero con al suo interno anche dei soci italiani: "Abbiamo fatto un percorso di analisi, perché prima dobbiamo capire chi ci mettiamo in casa. Non voglio trovarmi in una situazione in cui uno dei soci non ha progetto né solvibilità economica. Foggia è una città che ambisce a crescere e noi dobbiamo offrire garanzie in questo senso. Se non si ha la capacità bisogna dirlo e fare spazio agli altri. Con Davide (Pelusi), che ho conosciuto grazie a Giulini (il patron del Cagliari, ndr) ho trovato subito una intesa. Lui è foggiano, appassionato, e in poco tempo lo sono diventato pure io. Ci accomuna un pensiero manageriale e il desiderio di arrivare fino a dove possiamo. Ci interessa fare il meglio affinché Foggia dimentichi quanto accaduto un'estate fa". 

Ma la querelle con la socia resta uno scoglio da superare: "Vediamo se con questo gruppo riusciamo a unire le forze, sperando non scappino. Diversamente, andrò avanti e troverò un modo per sistemare le cose nella corporate, ma la strada sarebbe più lunga. Resta l'imbarazzo perché questo è un problema che ho generato io". Con la Pintus il sodalizio nacque nel 2013, quando Felleca divenne socio della Map gestione: "Le serviva un socio finanziatore per aprire una casa di riposo. Presto mi sono defilato lasciando operare lei in autonomia. Quando si è presentata l'occasione di acquisire il Foggia, anche per i buoni rapporti in essere e per i precedenti, l'ho coinvolta. Ho anche accettato di dividere equamente le quote della corporate quando, per mancanza di liquidità immediata ho anticipato la somma dei 500mila euro di iscrizione, con la promessa che mi avrebbe restituito la metà, cosa che non è mai accaduta". 

E come si risolve il problema? "Con la Pintus ormai non ci possiamo più sentire. Adiremo le vie legali. Ai tifosi del Foggia posso solo dire che il progetto andrà avanti". Non è da escludere anche l'ingresso di Massimo Nicastro, già socio di Felleca a Como: "Ne abbiamo parlato. È una possibilità, ma lui non entrerebbe mai in un contesto simile, con gente che non vuole mettere soldi. Lui è un tipo pragmatico". Le intenzioni di Felleca sono abbastanza chiare: "Siamo in una situazione in cui io e Davide, pur di far continuare il progetto in un certo modo, siamo disposti a privarci di qualcosa (le proprie quote) per rafforzare il progetto. Dall'altra parte c'è chi non vuol mettere soldi, non vuole vendere, ma vorrebbe comprare pur non masticando calcio. Per ora, abbiamo trovato un grosso gruppo che vuole entrare in una situazione complessa come la nostra ed è un lusso. Per cui la responsabilità della Pintus è grossa. Arriverà il momento in cui si tireranno le somme". 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il futuro del Foggia... nelle mani del Foggia. Il sogno di Felleca "bloccato dalla Pintus": "Si assume grosse responsabilità"

FoggiaToday è in caricamento