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Il Foggia di Marchionni è ai playoff, ma il suo campionato lo ha già vinto

Curcio, Rocca e Fumagalli i simboli di una squadra che è riuscita a sovvertire i pronostici e far cambiare idea ai più scettici. Ma ai playoff servirà il massimo impegno per fare una più che dignitosa figura. Poi bisognerà pensare a programmare

Con il pareggio maturato ieri con il Catania il Foggia ha chiuso la sua prima parte di stagione al nono posto. Malgrado la perdita di due posizioni proprio a un passo dal traguardo, a vantaggio di Palermo e Teramo, quello ottenuto dalla squadra di Marchionni resta un grandissimo risultato.

Alzi la mano chi – parafrasando Elio e Le Storie tese – “ostentando sicumera” era convinto che il Foggia avesse le carte in regola per staccare un pass per gli spareggi promozione. Ci permettiamo di dire che fossero molto pochi, pochissimi. Perché alla luce di un mercato fatto in tutta fretta, di una squadra allestita alla meglio, con tre allenatori cambiati prima ancora che iniziasse la stagione, senza dimenticare l’infinita querelle societaria risoltasi poco meno di due mesi fa, persino la salvezza sembrava un obiettivo difficile da perseguire. E invece, il campo ha detto altro.

Playoff 2020/2021: tabellone e regolamento 

Una squadra che si è tenuta in piedi grazie soprattutto alla forza del gruppo, ben guidato e plasmato da Mister Marchionni, che in barba alla pressoché nulla esperienza da allenatore, ha saputo conferire una identità alla sua squadra e la convinzione che i presupposti per far bene ci fossero tutti. Anche quando le cose andavano tutt’altro che bene. La squadra ha tirato fuori il carattere proprio quando serviva di più: il derby di andata con il Bari ha rappresentato un autentico spartiacque. Il Foggia era reduce da quattro sconfitte di fila, con i tifosi sul piede di guerra, come testimoniò il messaggio che qualcuno lasciò sul manto erboso dello ‘Zac’ poche ore prima della gara. Un messaggio al quale la squadra rispose con una prova gagliarda battendo i ‘galletti’. Da lì partì la striscia di risultati positivi che proiettò i satanelli nella parte sinistra della classifica dalla quale non si sono più staccati. Certo, non sono mancati gli inciampi e le brutte sconfitte (su tutte, quelle di Avellino e Bari), ma sono stati incidenti di percorso comprensibili per una squadra tecnicamente non eccezionale e con pochi elementi di grosso livello, peraltro fiaccata dagli infortuni e dal recente focolaio Covid.

E a questo punto l’analisi va spostata sui singoli: Curcio, Fumagalli e Rocca. Sono loro i trascinatori della squadra. Gol, parate, dribbling e assist, i contenuti messi a disposizione. Fondamentale è stato il contributo del numero 10 rossonero. I suoi 13 gol stagionali rappresentano oltre il 36% dell’intero fatturato realizzativo dei satanelli. Ed è proprio grazie alle sue giocate che i rossoneri hanno potuto in qualche maniera tamponare la evidente sterilità offensiva di una squadra che non è andata oltre i 36 gol totali (13° attacco del girone, con una media di 1 gol a partita). A queste vanno aggiunte le innumerevoli parate di Fumagalli, portatore sano di punti, più o meno quanto Curcio. Giocatore la cui imprescindibilità si è resa ancora più evidente – non ce ne voglia Di Stasio – nelle ultime due partite nelle quali il Covid gli ha impedito di difendere la porta rossonera.

E poi c’è Rocca: uno degli ultimi arrivati a ottobre, immalinconito a Livorno, rigeneratosi in Capitanata. Gol (6, vicecapocannoniere con D’Andrea), giocate di qualità e assist. La mezzala di corsa e qualità che serviva al centrocampo di Marchionni. A loro tre, in primis, il Foggia dovrà fare affidamento per provare a sovvertire i pronostici e fare una più che dignitosa figura nei playoff. Perché gli spareggi promozione vanno giocati al meglio, malgrado la vittoria sia un obbligo per gli altri. Ma al di là di come andrà questa fase finale della stagione, affermare che il Foggia il suo campionato lo abbia già vinto, è tutt’altro che un delitto.

Il diktat semmai sarebbe un altro: la chiarezza dei programmi nell'immediato futuro. Cullarsi per un risultato ottenuto oltre le più rosee aspettative senza nemmeno la bozza di un progetto serio, sarebbe sì un atteggiamento delittuoso. C'è una piazza che ha bisogno di risposte che offrano più certezze e meno incognite. E, per una volta, con una chiara visione di futuro, parola che da queste parti ha un significato quasi sconosciuto. 

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