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"Non sono un down", frase shock del presidente Felleca. Poi le scuse: "Un'uscita infelice"

È accaduto ieri, nel corso di un'intervista telefonica con il giornalista Attilio De Matteis. Pronte le scuse con un post sulla pagina ufficiale della società rossonera

Il futuro del Foggia, i soldi per il ripescaggio, il rapporto con la Pintus, l'eventuale ingresso di nuovi soci. Nulla di nuovo, nulla di cui non si sia già parlato e di cui non si continuerà a parlare nei prossimi giorni. Forse per questo che i toni di quella che sarebbe dovuta essere una normale chiacchierata al telefono si sono accesi. Protagonista, il presidente del Foggia Roberto Felleca, intervistato telefonicamente da Attilio De Matteis a FoggiaTv. Una intervista che si è accesa nel momento in cui il giornalista ha pungolato il presidente a proposito degli impegni economici a cui ottemperare in vista del ripescaggio sempre più probabile. 

"Non sono un down, continuiamo a infierire sulla mia intelligenza. Quattro domande nelle quali mi ha chiesto la stessa cosa. Quante volte lo devo dire?", la risposta del presidente. Una uscita decisamente infelice che non è passata inosservata. Qualche ora dopo sono arrivate le scuse, attraverso una nota sulla pagina Facebook della società: "Il Presidente del Calcio Foggia 1920, Roberto Felleca, si scusa con tutte le associazioni che si occupano dei bambini affetti dalla sindrome di down per l’infelice termine utilizzato durante un’intervista rilasciata questa mattina (ieri per chi legge, ndr) ad un’emittente televisiva locale, chiaramente trascinato dall’eccessiva tensione del momento ma lontano anni luce dall’intento di voler discriminare o offendere qualcuno/a. In particolare, citiamo le associazioni Le Ragioni del Cuore e Arda Diversamente Abili Onlus, due tra le tante con le quali il club rossonero, da sempre sensibile ad ogni forma di solidarietà, ha instaurato un rapporto di sincera stima e collaborazione, permettendo a tutti i ragazzi speciali di assistere liberamente alle partite interne dei satanelli e facendo loro visita presso le rispettive sedi non facendo mai mancare la propria vicinanza ed il massimo sostegno, oltre che il dovuto rispetto".

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