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Il presidente dell’Audace Cerignola si sfoga: “Pronti a farci da parte se c’è qualcuno migliore di noi”

Nicola Grieco, presidente dell’Audace Cerignola prende carte e penna e scrive a chi sta criticando l’operato di una società che ha riportato la città nel calcio che conta e guarda con ambizione al sogno serie C

Cari amici/tifosi dell'Audace Cerignola, ci tocca, ancora una volta, intervenire per fare chiarezza e rinfrescare la memoria a più di qualcuno. Ci avviciniamo oggi ad una delle fasi più delicate della stagione, la più delicata per chi ama l'Audace e per chi come noi, in questi mesi, non si è mai sottratto rispetto alla possibilità di realizzare il sogno chiamato Serie C nella nostra città. Abbiamo, addirittura, pensato all'adozione di prezzi popolari, a convenzioni varie, merchandising ed, in ultimo, alla trasmissione di dirette tv completamente gratuite proprio per consentire a tutti quanti di esser più vicini alla nostra realtà.

Tuttavia continuiamo a leggere commenti assurdi nei confronti del nostro operato e di chi lavora, ogni giorno, al bene esclusivo dell'Audace e allo sviluppo calcistico/aziendale della nostra società, mettendone addirittura in discussione capacità e serietà. Sia ben chiaro che è lecito sbagliare, ricevere nel contempo qualche appunto ma senza mai eccedere e senza mai perdere di vista il grande miracolo sportivo compiuto per la nostra Cerignola. Sino a quattro anni fa, nessuno avrebbe mai scommesso sulla possibilità di tornare a vedere il calcio 'vero' in città; nessuno avrebbe mai scommesso su una scalata dal richiamo nazionale e che ci ha portati dal campionato di Prima Categoria al campionato nazionale di Serie D.

Oggi la storia ci dice questo ma soprattutto ci insegna a dover restare con i piedi per terra, a custodire la calma, a non pretendere tutto e subito, ad evitare giudizi inadeguati e privi di senso. Guai, in queste realtà, a sentirsi tutti 'presidenti o allenatori', guai a confondere le difficoltà di campionati regionali con una categoria ben diversa come quella semi-professionistica, conquistata dopo anni di disavventure, illusioni ed atroci delusioni. Quel che deve renderci orgogliosi è l'estrema affidabilità della nostra società, i grossi sacrifici compiuti, la puntualità che si ha nell'ottemperare i propri impegni economici ed adempimenti vari, le grandi attestazioni di stima che ci arrivano da ogni parte d'Italia. I campionati poi, lo ribadiamo, si vincono e si perdono ma attenti a non perdere mai di vista il progetto.

In più circostanze (come certificato da comunicati stampa ed articoli di giornale) abbiamo parlato di Serie C da raggiungere in due anni perché ogni società di calcio, ogni azienda nel programmare i propri obiettivi deve darsi dei tempi che non sempre possono risultare immediati. I tanti, tuttavia, hanno dimenticato quanto da noi dichiarato, dimenticando anche tutto quel che è accaduto in avvio di stagione. Avevamo messo in conto l'eventualità di dover pagare lo scotto del cosiddetto 'noviziato' in una categoria tutta nuova e da scoprire giorno dopo giorno. Noi non siamo dei 'Superman' e con grande umiltà ci assumiamo la responsabilità di scelte, anche, forti operate in quella fase iniziale che ci ha visti costretti ad una vera e propria rivoluzione.

Da quel momento è partita una nuova era, una nuova stagione, in cui abbiamo voluto accogliere nella nostra grande famiglia, come si suol dire, quelle persone che ritenevamo (e riteniamo) giuste al posto giusto. Abbiamo cercato di raddrizzare la stessa stagione, ci siamo riusciti in parte ma senza mai compiere un passo indietro rispetto al progetto e all'obiettivo prefissato. Oggi la classifica in campionato, nonostante tutto e 'tutti', ci vede terzi, in zona play-off e con importanti punteggi in ordine alla valorizzazione di giovani calciatori. Oggi, nonostante tutto e 'tutti', siamo ancora in corsa per la Coppa Italia, grande vetrina per la nostra città ma soprattutto grande porta d'accesso alla Serie C in caso di piazzamento tra le prime quattro posizioni della competizione nazionale.

Perché allora continuare ad esprimersi negativamente? Perché continuare a demotivare chi lavora ogni giorno per questa maglia? Ci dispiace ma non è questo lo spirito giusto per andare avanti. Dobbiamo mostrare una cultura diversa, una maggiore maturità. In questo momento non ci sono attenuanti: stringiamoci tutti attorno alla nostra squadra ma soprattutto al patrimonio che abbiamo sin qui costruito. In caso contrario, saremo costretti a rivedere il progetto, prevedendo anche la possibilità di abbandonare perché nessun medico ci ha prescritto, sino ad oggi, di continuare a fare calcio. Auspichiamo per questo un cambio di marcia. Se c’è qualcuno migliore di noi, tra i tanti che scrivono, siamo persino disposti a farci da parte.

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