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Martedì, 23 Aprile 2024
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Politica Agricola Comune, verso il 2020

Grande partecipazione al convegno di venerdì 21 scorso organizzato da Agrinsieme nell'auditorium dell'Amgas a Foggia. Ecco i temi trattati

È stato un convegno molto partecipato quello organizzato venerdì 21 scorso da Agrinsieme nell’auditorium dell’Amgas a Foggia sulla riforma della Pac verso il 2020. Il coordinamento formato da Confagricoltura, Cia e Alleanza delle cooperative  (Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative e Legacoop agroalimentare) ha messo l’accento sul ruolo che è chiamato a recitare la politica nell’applicazione di una riforma comunitaria destinata a cambiare il futuro dell’agricoltura italiana. Parole di speranza, ma anche di monito, sono perciò giunte dal presidente di Confagricoltura Foggia, Onofrio Giuliano e dal presidente nazionale di Fedagri-Confcooperative, Giorgio Mercuri. “Entro fine luglio – ha sottolineato Giuliano – le scelte dell’Italia dovranno essere palesi. Nostro compito in questo momento è fare il punto della situazione, informare gli agricoltori e provare a  suggerire al governo quei correttivi per migliorare una riforma partita con il piede sbagliato”. “Sono i contenuti della riforma – ha ribadito Mercuri – sui quali abbiamo ora il dovere di confrontarci, con l’auspicio che la classe politica del nostro Paese si dimostri finalmente sensibile ai problemi dell’agricoltura.

La riforma nel suo complesso è stata illustrata compiutamente durante le circa due ore e mezza di confronto e di dibattito con gli agricoltori. Pierluigi Romiti, direttore di Fedagri-Confcooperative, ha illustrato le novità in tema di Ocm unica e interventi di mercato: «Il nuovo regolamento – ha detto – è strutturato su diversi punti: interventi di mercato, regimi di sostegno, ortofrutta e vino, relazioni contrattuali, regolazione dell’offerta, nonché sulle turbative e squilibrio sui mercati, ossia in caso di fluttuazione dei prezzi o di crollo dei consumi di alcuni prodotti o quando nell’opinione pubblica si percepiscono pericoli per la salute. Ebbene, si ricorre agli interventi pubblici quando si aprono crisi sui prezzi dei prodotti: la novità della riforma è che ora questo tipo di intervento è previsto anche per il grano duro”.

Giuseppe Cornacchia, responsabile del Dipartimento economico della Cia, ha spiegato cosa cambierà per lo sviluppo rurale: “Per la prima volta l’Italia ha la possibilità di ridefinire la sua politica agraria nell’interesse delle imprese e delle filiere agroalimentari. Occorre però una concertazione forte. L’auspicio è che la nostra classe politica ne prenda consapevolezza. Le risorse sono state ridotte, ma comunque avremo 52 miliardi di euro a sostegno della nostra agricoltura, di cui il 51% interesserà i pagamenti diretti, il 40% il piano di sviluppo rurale e il 9% gli interventi di mercato”.

Vincenzo Lenucci, direttore dell’Area economica di Confagricoltura, ha focalizzato il suo intervento sull’argomento dei pagamenti diretti: «Il sistema dei pagamenti, fino ad oggi, è stato strutturato sui principi della storicità e del disaccoppiamento. Questo indirizzo, per Bruxelles, va eliminato per far posto ad un sistema che preveda premi più o meno uniformi. Le risorse caleranno del 6,3 per cento. La nuova Pac, inoltre, verterà sulla cosiddetta “regola dei tre anni”: accederanno al nuovo regime gli agricoltori che hanno beneficiato di pagamenti diretti nel 2013; in riferimento al 2014 sarà importante il valore dei titoli che si ha nel portafoglio; infine, dal 2015, conterà la dimensione della superficie che si conduce. Tutto ciò nel rispetto delle regole legate al greening e del nuovo concetto di agricoltore attivo”.

Chiudendo i lavori il presidente Mercuri ha infine ribadito agli agricoltori la necessità di adottare “scelte coraggiose” anche in riferimento ad alcuni temi spinosi come la barbabietola da zucchero che rischia l’estinzione in Capitanata come denunciato durante il convegno da numerosi produttori. “Sui destini della barbabietola e dello zuccherificio di Termoli non possiamo più permetterci di delegare agli altri la gestione e affidare a terzi i nostri soldi. Dobbiamo gestire noi la produzione. E’ il momento di fare scelte coraggiose. O si fanno dei passi in questa direzione oppure saremo costretti ad abbandonare definitivamente alcune coltivazioni».

Interventi di saluto anche da parte di Raffaele Carrabba, neo presidente regionale della Cia, di Umberto Bucci, presidente regionale di Confagricoltura e di Ugo Fragassi, dirigente di Legacoop.

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