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A Foggia cattiva condotta sulla risorse idriche

Dispersioni nella rete e costi elevati per le famiglie. Una fotografia poco piacevole scattata dal dossier di Cittadinanzattiva mostra una spesa più alta del 22,4% rispetto al 2007

Grazie all’Indagine dell’Osservatorio Prezzi & Tariffe di Cittadinanzattiva sui costi del servizio idrico viene fuori che la Puglia è una delle regioni con tariffe idriche più elevate rispetto alla media nazionale: 366 euro sborsati da una famiglia tipo nel 2012, che in confronto ai 310 del resto d’Italia, fanno decisamente storcere il naso. Ancor di più se si pensa che le tariffe sono aumentate del 3,7% rispetto al 2011 e del 22,4% rispetto al 2007. 

E pare che oltre al danno pure la beffa: non solo i costi sono elevati, ma il servizio neppure è efficiente: poco più di un terzo (35%) dell’acqua immessa in tubatura va dispersa, in linea con il dato nazionale (33%). E c’è da dire che la situazione è leggermente migliorata rispetto al 2007 quando la regione pugliese ne disperdeva il 40%.  Invece Foggia, in questo caso fa eccezione perché lo spreco di acqua nella città è passata dal 33 al 35 per cento.
L’indagine è stata realizzata in tutti i capoluoghi di provincia, relativamente all’anno 2012 e l’attenzione si è focalizzata sul servizio idrico integrato per uso domestico: acquedotto, canone di fognatura, canone di depurazione, quota fissa (o ex nolo contatori).
 
I dati diffusi dall’annuale indagine dell’Osservatorio di Cittadinanzattiva sono in netto contrasto con il problema della scarsità di acqua. In Italia, come negli altri Paesi europei e nordamericani, la maggior parte dei cittadini (con le eccezioni del caso) ritiene l’approvvigionamento idrico un fatto semplice e scontato.
Eppure basti pensare che nel Bel Paese per gli usi domestici si consumano circa 220 litri d’acqua per abitante al giorno e il consumo complessivo è di circa 2800 litri al giorno pro capite. (Fonte: Zanichelli 2010) Più spreconi di noi sono solo gli Stati Uniti d’America. Ci sono poi il settore industriale, che utilizza circa il 25%, e l’agricoltura il 60% dell’acqua totale prelevata. 

Le cifre del dossier sono riferiti a una famiglia tipo di tre persone, con un consumo annuo di 192 metri cubi di acqua, e sono comprensivi di Iva al 10%. Le famiglie italiane sostengono quindi in media una spesa di 310 euro ed è il centro la zona dove i rincari sono stati maggiori con un +47,1% rispetto al 2007, seguita dal nord +32,1% e il sud 23,8%. Sarà forse il caso in cui una maggiore consapevolezza del problema, nazionale prima, e globale poi potrebbe dar luogo a singoli comportamenti virtuosi che invoglino le amministrazioni a cercare e  mettere in atto soluzioni efficaci ed efficienti.

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