Coronavirus, l'odissea di un cittadino foggiano: "Ho avuto i sintomi del Covid, ma attendo il tampone da 13 giorni"
"Salve FoggiaToday, vi racconto la mia odissea che perdura dal 21 di ottobre 2020. Sono passati tredici giorni, da quando ho supposto di aver contratto il virus covid 19; sono stato sintomatico con febbre durata 3 giorni a quasi 39, dolori articolari atroci, tosse e perdita di gusto e olfatto. Come da protocollo, ho contattato il mio medico curante con il quale abbiamo comunicato tempestivamente alla Asl di Foggia la mia situazione con tutti i dati per poter essere contattato per un eventuale tampone.
Ma ad oggi, per cause non di certo imputabili a me, non sono stato ancora sottoposto a tampone. Su consiglio del mio medico curante ho cercato, seppur invano, di contattare il numero Asl messo a disposizione per emergenza Coronavirus, ma dopo 4 giorni di tentativi andati a vuoto (con attese anche di 1 ora e 45 minuti), mi sono arreso. Ho inviato delle email anche con toni minacciosi, ma senza ricevere alcuna risposta.
Stanco di tutto ciò, ho cercato un'altra soluzione. Ho richiesto al mio medico un certificato in carta semplice recante la richiesta di tampone e, allegando il foglio del triage della Asl, mi sono recato presso il punto drive-in per chiedere di essere sottoposto a tampone. Anche questo tentativo è andato a vuoto: gli operatori si sono rifiutati di farmi il tampone, invitandomi a tornare a casa in attesa di essere ricontattato da loro. L'attesa prosegue da ormai 2 settimane.
Vi chiedo se sia normale tutto ciò. Io ho rispettato il protocollo, restando chiuso in casa per 10 giorni e così hanno fatto le persone che vivono con me. Ma terminato il periodo di isolamento fiduciario non posso tenere recluse le persone in attesa che mi chiamino per il tampone. Le istituzioni si facciano carico della responsabilità di questo grave disservizio. È evidente che molte cose non stiano funzionando. Dov'è la Asl? Chi deve dare delle risposte? Ci sentiamo abbandonati a noi stessi. Io, per legge, adesso sarei libero di uscire di casa, ma è innegabile che qualcuno non abbia avuto rispetto".