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Medaglia d'onore per Luigi Panzano, l'alberonese deportato in Germania e tornato a casa con mezzi di fortuna

Si costruì una famiglia, nel 1957 si sposò con Rocchina Iatesta ed ebbe due figlie Lucia ed Anna. Nel 1962 lasciò la vita contadina e si trasferì con la famiglia a Bovisio Masciago, dove si reinventò come falegname. Si spense il 20 ottobre 1980 a San Giovanni Rotondo

Il 2 giugno alla Prefettura della provincia di Monza e Brianza per mano del prefetto Patrizia Palmisani e del sindaco di Cesano Maderno, Maurillio Longhin, Lucia Panzano ha ricevuto la medaglia d’onore alla memoria dei cittadini italiani, militari e civili, deportati e internati nei lager nazisti per l’insignito Luigi Panzano, suo padre.

Luigi Panzano nacque il 21 giugno del 1920 ad Alberona in una famiglia di agricoltori. Era il minore di sei fratelli, cresciuti solo dalla madre perché il padre era venuto a mancare prematuramente. In tre furono chiamati alle armi. Nel 1942 Luigi Panzano, inizialmente destinato al 205° Reggimento di Artiglieria attivo in Africa Settentrionale, fu subito riassegnato ad un altro Reggimento di stanza in Grecia.

Catturato il 10 settembre del 1943, fu deportato in Germania e internato nello Stalag XII A di Limburg an der Lahn fino all’8 agosto 1944. Successivamente, venne trasferito allo Stalag XII B di Frankenthal dove rimase fino alla liberazione da parte degli americani a metà dell’aprile 1945.

Tornò a casa ad Alberona con mezzi di fortuna parecchi mesi dopo la fine della guerra. Fu l’ultimo dei tre fratelli a rientrare quando tutti ormai avevano perso le speranze di trovarlo in vita. 

Si costruì una famiglia, nel 1957 si sposò con Rocchina Iatesta ed ebbe due figlie Lucia ed Anna. Nel 1962 lasciò la vita contadina e si trasferì con la famiglia a Bovisio Masciago, dove si reinventò come falegname. Si spense il 20 ottobre 1980 a San Giovanni Rotondo.

Parlava raramente della guerra e della prigionia, solo qualche piccolo accenno: come quando dopo l’armistizio, tentò la fuga dall’isola greca in cui si trovava, ma il tentativo sfumò a causa del maltempo e quando per ben due volte era scampato alla decimazione per mano nazista. Raccontava anche che il campo di lavoro in cui fu internato in Germania si trovava in una zona rurale nei pressi di un fiume.

Da queste poche informazioni, nel febbraio 2021 la figlia Lucia e la nipote Arianna hanno cercato di ricostruire la storia della prigionia del loro caro, rivolgendosi all' Archivio di Stato di Foggia e agli archivi tedeschi di Berlino e Arolsen, che nel giro di pochi mesi hanno inviato la documentazione necessaria per richiedere la medaglia d’onore. 

La figlia Lucia, che ha presentato la domanda alla presidenza del Consiglio dei Ministri, risiede a Cesano Maderno; per questo la cerimonia si è tenuta alla Prefettura della Provincia di Monza e Brianza. Una parte della famiglia dell’insignito risiede ancora tra Alberona e Lucera.

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