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Scuola di Carapelle ottiene il premio nazionale 'Giotto la matita delle idee': vinti 3500 euro in materiale didattico

Al concorso delle scuole dell’Infanzia e Primarie del territorio nazionale dal titolo “Cento di questi anni. 100 anni di innovazione, 100 anni di pensiero creativo, 100 anni di rivoluzioni artistiche”.

La III D primaria dell'Ics di Carapelle guidata dalla docente Anna Carla Lucia Tancredi si è aggiudicato il premio nazionale del valore di 3500 euro in maxi-fornitura di materiale didattico per l'assegnazione del premio Giotto la matita delle idee 'Cento di questi anni'.

Soddisfatto il dirigente scolastico Umberto Ranauro - attento e sempre disponibile a tutte le iniziative, progetti, corsi di formazione e concorsi che propone ad insegnanti e studenti per una formazione ai massimi livelli - anche e soprattutto perché il successo è arrivato dopo che la giuria ha visionato 980 tavole con bellissime rappresentazioni grafiche e di notevole significato che hanno visto partecipare al concorso per le scuole d'infanzia e primarie istituito dalla Fabbrica Italiana Lapis e Affini Spa, le scuole provenienti da tutti gli istituti scolastici della nostra penisola.

L’anniversario è stato l’occasione per proporre a tutte le scuole dell’Infanzia e Primarie un percorso creativo che partisse dalla sperimentazione dei linguaggi che l'arte degli ultimi 100 anni ci ha regalato attraverso i colori, gli accostamenti, le forme, i linguaggi, le tecniche e le azioni. Un tema per dar voce alle scuole e ai bambini attraverso la produzione e interpretazione di un elaborato ispirato agli artisti e ai movimenti artistici protagonisti dell’ultimo secolo.

A partire dalla ricerca delle innumerevoli forme che l’arte ha sperimentato nel tempo, è stata proposta una sfida educativa capace di potenziare il senso artistico innato di ogni studente e sviluppare, al contempo, le sue competenze cognitive e socio-emozionali. Il linguaggio figurativo dei grandi artisti, punto di partenza del lavoro, si mescola alla libera espressione personale dei bambini, dando luogo a forme inedite e inaspettate. Questo straordinario viaggio lungo cent’anni, ricco di spunti e interessanti opportunità, permette ai bambini di riflettere, inventare, creare e crescere.

L’opera degli alunni della classe III D Primaria, guidati dall’insegnante Anna Carla Lucia Tancredi - presentata come un testo d’analisi e riflessione - ha preso vita da un lungo lavoro relativo all’argomento complesso della violenza sulle donne, avviato già nel corso dell’anno scolastico scorso, in occasione di un laboratorio relativo ai diritti e doveri fondamentali, dove l'avv. Anna Rita Cericola, ha dedicato uno spazio alla parità di genere e alla violenza sulle donne.

Il percorso sulla delicata tematica sia dal punto di vista letterario e artistico è stato interrotto a causa del primo isolamento da emergenza sanitaria; poi, ripreso, con maggiore vigore, durante i primi mesi di quest’anno scolastico al fine di conseguire quanto prefisso dalla docente Tancredi. Durante la dad l’alunna Veronica Bourgeois ha terminato la rappresentazione grafica che era già iniziata in classe nei mesi precedenti dando un contributo notevole all’opera. Al ritorno a scuola nell’anno corrente tutti gli alunni si sono impegnati nella coloritura.

Il lavoro d’arte nasce, quindi, come una sorta di “riproduzione litografica” dell’analisi del complesso fenomeno elaborato e vagliato da una classe sensibile, attenta e propositiva nella risoluzione della problematica sociale. L’obiettivo - che era già al centro del progetto biennale e che ha trovato nel concorso l’opportunità di maggior spazio e stimolo - è rappresentato dal mettere su “tela” i vari aspetti della violenza, dando, per un verso, un messaggio realistico e crudo dei risvolti drammatici e, per altro verso, un messaggio di svolta e cambiamento, in un’ottica positiva e propositiva, tipica del bambino che guarda al futuro con occhi sereni e fiduciosi e che è centro di proposte e soluzioni, in un’attenzione crescente.

Dal punto di vista “artistico” i bambini sono stati invitati ad utilizzare e rielaborare tecniche e stili artistici di Kandinsky, Picasso, Mondrian, Klimt, Botero, futurismo, chiaroscuri e quanto a loro conoscenza, cercando di calibrare colori, linee e matite al significato che si voleva trasmettere attraverso le varie figure in bilico tra emozioni e cruda realtà.

La classe, nell’opera eseguita spezza il parallelismo tra la materia letteraria, social-normativa e quella artistica ed offre forma e vita ad un lavoro maturo ed elaborato, che va oltre l’età degli alunni; l’opera è testimonianza che nulla resta incompreso alla mente dei più piccoli e che guidare ad un approccio profondo di una tematica così fitta di trame, è proposito angusto ma possibile, sostenuto dalla brillantezza della mente in età scolare.

La lettura dell’opera dal titolo 'Donna...vola più in alto che puoi', è stata prodotta dai bambini attraverso la seguente sintesi fornita dall’avv. Cericola con la sua interpretazione personale e critica. “Trattasi di un rebus di mille colori per la curiosità del visitatore. Ad una attenta lettura emerge l’esplorazione del ciclo della violenza in un’ottica propositiva, dell’importanza e rilevanza della affettività ed emotività dell’individuo e dell’indispensabile riconoscimento che si deve all’altro come “persona” non oggettivizzante dal proprio narcisismo.

La donna si pone come l’autrice di sé stessa, colei che opera una scelta, che vede il proprio carnefice nella bivalenza della sua essenza di “angelo -demone” e trova - nella consapevolezza di sé ed attraverso la cultura - forza e chiave per ritrovarsi nella sua autenticità e singolarità.

In questa chiave, la figura “cubistica” del volto femminile - rielaborata in un insieme di curve, predilette alle linee nette e stilizzate, ed arricchite da accostamenti cromatici, rivelatori della serenità dell’età – svela la complessità dell’animo femminile e si pone come immagine predominante del lavoro.

Occhi grandi, colorati e asimmetrici. In uno occhio, “Tic tac”: un orologio segna le ore 24.00 in prossimità di un nuovo giorno, di un nuovo orizzonte e, nell’altro, un sole illuminante o un acchiappasogni indiano? Labbra chiuse, dai colori Mondrian. Dal volto, vitale e determinato, partono due mani che operano la scelta. Ecco! La mano destra spezza il nastro rosso che la legava alla violenza, all’angelo demone.

Il nastro è spezzato! Cade, sul mondo femminile, una clessidra contenente i colori della vita che fluiscono verso il basso, aspirati dal volto del violento che non offre altro che il suo tornado interiore mentre, sul suo fondo, vigila l’occhio inquietante e malvagio di chi compie l’escalation del sopruso.

Dalla clessidra partono due aquiloni, un po' kandinskyani, rappresentativi di chi è volata in cielo mentre, sul lato sinistro, donne in chiaroscuro, figure in “prospettiva”, con dettagli accennati, notate da labbra marcate da rossetti e/o particolari rossi, simbolo della femminilità refoulé.

Sono le donne invisibili agli occhi dei più! Sguardi persi nella violenza in atto. Una donna piange lacrima di sangue, intrappolata nel dolore. C’è chi riserva ancora dolcezza al suo carnefice, chi si presenta fiera e filmica, senza suscitare sospetto sul drammatico segreto, chi indaga, con sguardo fisso ed attendo, ma senza occhi verso la realtà e chi sogna, elude la verità, guardando in alto, con la speranza di un Aiuto Divino.

Infine, la complicità di due volti invisibili che si ritrovano nello sguardo di un’amicizia. Ai piedi della “cubica” il doppio volto maschile: - angelico diretto, con prospettiva futuristica, verso la clessidra e Con occhio diretto alla ricerca di altra donna da ridurre a icona per il proprio ego; - diabolico, violento, urla alla mano della “cubica” di fermarsi, di tornare.

Ma lei procede, va avanti verso la vita! Ed ecco, sul palmo della sua mano sinistra, il suo risorgimento. Non è fashion, non è “like” ma solo lei…Giunonica ma armoniosa, “Boteriana” e senza conflitti, Si veste di cultura, lascia i suoi bizzarri capelli liberi, decorati solo dalle matite da disegno, suo strumento d’espressione.

Con scarpe rosse, fiera della sua fisicità, osa un’arabesque con un sorriso compiaciuto che svela un adorabile doppio mento mentre legge, in chiave fiabesca, la sua vita. Dal suo nuovo capitolo partono in volo dei gabbiani, leggiadri e liberi, verso nuovi inizi, verso nuovi mondi”.

Gli elaborati sono stati sottoposti a una giuria di qualità composta da rappresentanti del mondo della scuola e dell’arte: Orietta Casazza – Responsabile marketing Italia FILA, Augusta Gori – Conduttrice storica della trasmissione “L’Albero Azzurro”, oggi docente, formatrice e ideatrice di laboratori per bambini al fianco d’importanti Istituzioni come Il Teatro alla Scala, Cinzia Cattoni – Responsabile relazioni esterne MUBA, Giovanni Palumbo – Direttore Generale Istituto degli Innocenti, Giuseppe Russo – Segretario Generale di Città della Scienza, Valentina Zucchi – Responsabile Mediazione e Valorizzazione MUS.E, Angela Toscano – Marketing Manager Fabbri Editori e Silvia Brandino – Psicologa e Psicoterapeuta


 


 

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