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Scuole, per la Puglia avanza lo spettro dell'accorpamento: "In tre anni si perderebbero oltre 20mila alunni"

È quanto riporta Flc Cgil Puglia, a margine dell'incontro della Regione con organizzazioni sindacali e l'Ufficio scolastico regionale. Il mancato accordo in sede di Conferenza Stato-Regioni condurrebbe a una riduzione delle dirigenze e conseguente accorpamento delle scuole

La Puglia verso la riduzione delle dirigenze scolastiche e un conseguente accorpamento di diverse istituzioni. È il pericolo palesato dalla Flc Cgil Puglia, al termine dell'incontro di informativa che la Regione Puglia ha tenuto oggi con le organizzazioni sindacali e l'Ufficio Scolastico Regionale. "Come ampiamente prevedibile, abbiamo appreso ufficialmente dell’impossibilità di trovare un accordo tra le regioni in sede di Conferenza Stato-Regioni che consenta di individuare le modalità di applicazione delle norme introdotte dal Governo nella Legge di Stabilità approvata a dicembre. Una norma che, a questo punto, consente al Ministero di determinare autonomamente gli organici di Dirigenti Scolastici e Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi (DSGA) per il prossimo triennio, intervenendo quindi direttamente sull’assetto delle istituzioni scolastiche che dovranno andare verso un radicale e selvaggio accorpamento", spiega Ezio Falco, segretario generale di Flc Cgil Puglia.

Si prevede, pertanto, una progressiva sparizione di ben 45 istituzioni scolastiche pugliesi che si collocano tra i 500 e i 600 alunni, oltre alle 11 già collocate sotto i 500: "Il trend demografico tracciato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito prevede per la Puglia una riduzione della popolazione scolastica che per in tre anni dovrebbe portare alla perdita di oltre 20mila alunni".

Infatti, da una popolazione di 503.560 alunni nell'anno scolastico 2024/25 si prevede una discesa fino a 481.651 alunni nel 2026/27, ovvero quasi 22mila alunni in meno (-21.909). Allo stesso tempo, le istituzioni scolastiche normodimensionate con propri dirigenti scolastici e Dsga passerebbero dai 627 (previsti per il prossimo anno scolastico) a 557 nel 2026/27, con una riduzione di 71 unità, pari al 12%. "Il pretesto - aggiunge Falco - per questa riduzione degli organici e per questo accorpamento selvaggio che incrementerà sensibilmente il numero degli alunni per istituzione scolastica, costringendo ad accorpare istituti molto distanti o di ordine differente tra loro, è costituito dal Pnrr che, tuttavia, non definisce in alcun modo come necessario l’ulteriore accorpamento degli istituti, ma si limita a definire l’obiettivo di ridurre il numero delle istituzioni scolastiche da destinare a reggenza. Insomma, nessuna riduzione indotta dalle autorità comunitarie, ma un obiettivo condivisibile manipolato dalle autorità governative per ridurre la spesa su dirigenti scolastici e DSGA. Oggi, se ne accorgono opportunamente anche alcune regioni governate da maggioranze di centro destra (Abruzzo e Sardegna) che hanno annunciato opposizione ai provvedimenti governativi di riduzione delle scuole del territorio e risparmio di spesa di istruzione".

"La Regione Puglia ha formulato una serie di ipotesi di gestione del dimensionamento su tutto il territorio regionale, finalizzate alla riduzione del danno. Alcuni criteri appaiono anche condivisibili, ma finiranno per generare in ogni caso scuole sovraffollate soprattutto sul primo ciclo di istruzione. A titolo di esempio: 17 comuni dovranno ridurre da 2 a 1 istituzione scolastica, 16 comuni dovranno ridurre da 3 a 2 istituzioni scolastiche, 1 comune da 4 a 3, 3 comuni da 5 a 4, 1 comune da 8 a 7, 1 comune da 9 a 8, 2 comuni da 10 a 9".

"Dal canto nostro - aggiunge il segretario generale di Flc Cgil Puglia - continueremo a sostenere l’azione della regione Puglia di contrasto al provvedimento in tutte le sedi (compresa la Corte Costituzionale che, si apprende, potrebbe pronunciarsi entro il mese di dicembre) in cui sarà possibile, per evitare che anche la riduzione dei nostri istituti a contenitori sovraffollati di alunni e di trasformazione definitiva del ruolo del dirigente scolastico a gestore burocratico di pratiche, fondi e alunni, privo di alcuna concreta possibilità di rapporto educativo con studenti e famiglie. Al contempo abbiamo già avanzato osservazioni e proposte per razionalizzare il taglio su tutto il territorio regionale (invitando a considerare non tanto la leva scolastica, ma la popolazione ISTAT) ed evitare di creare istituti che potrebbero arrivare fino a 1800 alunni".

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