"Salviamo il sistema di emergenza territoriale 118", l'appello della Fimg: "Sia ridata dignità al settore"
“Con l’arrivo dell’autunno siamo tornati a pieno titolo nel caos contagi. Un settore della medicina territoriale, il Sistema dell’Emergenza Territoriale, si prepara ad affrontare una nuova ondata di interventi, tutti ormai considerati a rischio, vista l’enorme difficoltà di tracciare e circoscrivere la catena dei contagi. Una cosa è certa, se non si vuole continuare ad assistere, inermi, alla fuga dei medici dal sistema, occorre mettere mano alla struttura organizzativa, iniziando dal ridare dignità ad un settore, ormai rimasto unico baluardo territoriale di difesa del cittadino in condizioni di emergenza e raccordo tra Territorio ed Ospedale”, a parlare è il segretario provinciale della Federazione Italiana Medici di Famiglia Francesco Marino.
“Non si può più accettare di non vedere riconosciuto il lavoro che ormai è diventato di differente ed unica qualifica professionale rispetto ad altre figure mediche che operano sul territorio. È chiaro che non si può chiedere alle regioni una campagna di assunzione massiva, primo perché l’impegno economico sarebbe gravoso, anche se un sistema non equo, ne solidale, e ne universale si ritorce contro la maggior parte dell’utenza che in questo periodo di enorme sofferenza lavorativa ha dovuto rinunciare alle cure perché il SSN è governato in prima battuta in modo ragionieristico, perdendo quello che era il fine primario del SSN, curare i Cittadini sempre e comunque, a prescindere da quello che è il costo, l’importante che la cura sia efficace. Occorre evitare la fuga di professionisti, riconoscendo le professionalità interne al servizio, e quando parlo di riconoscimenti mi riferisco a tutto il personale operante. Il volontariato è vero che da un apporto importante, ma deve essere complementare, sussidiario al sistema dei Professionisti, altrimenti l’E.T. diventa un sistema di semplice taxi sanitario per buona parte del lavoro, ma un Set deve basarsi sulla presenza di Professionisti istituzionalizzati, il volontariato deve avere una funzione di supporto, importante, ma di supporto.
È oltraggioso ed impensabile sentire che si gratificano operatori in prima linea nel contrasto al Covid escludendo i medici convenzionati, non prendere provvedimenti, rispetto a questa enorme ingiustizia perpetrata nei confronti dei medici convenzionati impegnati nel Set. Non si sta facendo una questione di vile denaro, perché per noi sarebbe veramente riduttivo ed autolimitante per le nostre Professionalità riconosciute dai risultati ottenuti sul campo, risultati inconfutabili, ma si tratta semplicemente di una questione di dignità professionale.
Abbiamo lavorato a fianco di tutti i Dipendenti, facendo lo stesso identico lavoro, e in alcune Regioni facendo molte più ora di servizio degli altri, e quindi aumentando le opportunità di essere contagiati, senza mai arretrare di un millimetro, ed è avvilente non essere trattati allo stesso identico modo.
Bisogna dare atto al presidente Michele Emiliano ed al Direttore del Dipartimento prevenzione Montanaro di aver riconosciuto la professionalità dei Medici Convenzionati nel SET-118 riconoscendo anche a questi ultimo il Bonus Covid, ci aspettiamo ora che tutte le Asl Regionali mettano in atto la determinazione del Comitato Permanente Regionale su questo riconoscimento erogando il compenso.
Allo stesso tempo ci rivolgiamo al Presidente del Consiglio Conte ed al Ministro della Salute Speranza, di cui abbiamo apprezzato le sue dichiarazioni pubbliche di voler valorizzare la Medicina Generale, ricordando che la maggioranza dei Medici impegnati nel Sistema di Emergenza Territoriale sono Medici della Medicina Generale e non possono essere ignorati nei riconoscimenti per il lavoro svolto soprattutto in questo momento drammatico della storia d’Italia.
Alla Asl, al dg Piazzola, al Direttore Sanitario Nigri ed al Direttore Amministrativo Viggiano chiediamo uno sforzo aziendale, e pensare ad investimenti nel Sistema di Emergenza Territoriale, i cui Operatori, durante il periodo del lockdown di marzo, hanno dato dimostrazione di attaccamento al lavoro senza arretrare di un millimetro di fronte alle enormi difficoltà del momento., e si preparano ad affrontare un altro periodo che potrebbe essere altrettanto terribile. Occorre assolutamente evitare la fuga dei Medici dal Settore, dando seguito finalmente ai riconoscimenti decisi in sede di Accordi Aziendali, ratificati anche a livello Regionale, come ad esempio e l’Accordo Aziendale.
La Zona Disagiata per i Medici dell’Emergenza, è ferma nonostante sia stata riconosciuta per altri settori della Medicina Generale. Solo in questo modo si potrà evitare che il Settore dell’Emergenza Territoriale si svuoti di tanti Professionisti, che giustamente si orienterebbero verso un lavoro decisamente meno stressante ed impegnativo quale è l’Emergenza Territoriale, a parità di condizioni contrattuali. Confidiamo nella grande sensibilità del Dir Generale e dai suoi collaboratori, in particolare il dottor Nigri, già dimostrata in altre occasioni. Salviamo il Sistema di Emergenza Territoriale – 118".