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Hiv, l'altra epidemia mai scomparsa. In Capitanata 23 positivi in un anno ma contagi in calo. I più colpiti sono i giovani

L'ultimo report sull'infezione da virus dell'immunodeficienza in Puglia evidenzia una diminuzione dell'incidenza delle nuove diagnosi in Capitanata. Dal 2007 sono stati segnalati 289 casi

Nel 2019 in provincia di Foggia si registra una diminuzione dell'incidenza delle nuove diagnosi-infezioni da Hiv rispetto agli anni precedenti. La buona notizia arriva dal report 2020 sull'infezione da virus dell'immunodeficienza in Puglia redatto dall'Osservatorio Epidemiologico regionale e dal Dipartimento di Scienze Biomediche e Oncologia Umana dell'Università Aldo Moro di Bari.

I dati sono stati diffusi in occasione della Giornata mondiale di Lotta contro l'Aids, che ricorre l'1 dicembre. Il calo dell'incidenza è stato registrato anche nelle province di Bari e nella vicina Bat.

Da 11 anni è attivo in Puglia il Sistema di Sorveglianza regionale delle nuove diagnosi-infezioni da Hiv, guidato da Maria Chironna, nel gruppo di lavoro che ha curato il documento. I referenti della Sorveglianza in provincia di Foggia sono Teresa Antonia Santantonio, Sergio Lo Caputo e Sergio Ferrara, dell'Unità Operativa di Malattie Infettive del Policlinico Riuniti.

Dal centro clinico di Foggia nel 2019 sono state segnalate 23 nuove diagnosi-infezioni sulle 162 notificate in tutta la Puglia (di cui 159 relative a residenti e 3 a non residenti nella regione), 4 in meno del 2018. È lo stesso numero registrato a Brindisi e solo la Bat presenta un dato migliore (12 casi). La riduzione di casi ha riguardato tutte le province, tranne Lecce e Taranto. Il 21,6% dei casi, pari a 35, è stato segnalato dal centro di Lecce, il 19,8% (32) dal Policlinico di Bari e 31 dal centro di Taranto. I curatori non escludono, per inciso, che i dati possano essere viziati da un problema di sottonotifica.

Lo storico relativo al numero di nuove diagnosi/infezioni dal 2007 evidenzia in Capitanata un solo picco nel 2010 (35 casi) e nel 2013 il dato più basso (14 casi). Nei due anni precedenti l'ultima indagine erano stati 27 sia nel 2017 che nel 2018. In tredici anni sono 289 i nuovi positivi accertati in provincia di Foggia sui 2048 in Puglia (che registra una media di 167 casi all'anno) e, volendo stilare una classifica, la Capitanata si posiziona al quarto posto. L'incidenza nel 2019 è pari a 3,7 casi su 100mila residenti, a Brindisi (la più alta) è di 5,9 casi. Dall'inizio delle rilevazioni, comunque, la Puglia ha sempre mostrato tassi di incidenza al di sotto dei valori medi nazionali.

A preoccupare, a livello regionale, è la fascia d'età: la maggiore incidenza si riscontra tra i 25 e i 29 anni. È un dato che riflette anche le statistiche nazionali: "Guai ad abbassare la guardia - ha detto a tal proposito il ministro della Salute Roberto Speranza - Perché se è vero che le nuove diagnosi di infezione da Hiv sono in calo, è altrettanto vero che il numero dei contagi tra i giovani cresce". 

Lanciando il report, la Regione Puglia ha evidenziato come "9 infezioni da Hiv su 10 sono causate da rapporti sessuali non protetti, soprattutto nella fascia d'età compresa fra i 20 e i 39 anni".

Nell'ultimo anno di osservazione l'incidenza nei maschi è risultata quasi 6 volte superiore rispetto alle femmine e quasi l’85% dei casi ha contratto l’infezione per via sessuale. Il maggior numero di nuove diagnosi nella popolazione italiana si conferma in Msm, e cioè maschi che hanno rapporti sessuali con maschi (69/159, 43,4%); negli stranieri prevale, invece, la via eterosessuale.

Nel 2019 è stata registrata, inoltre, la proporzione maggiore di casi in maschi eterosessuali (57/159, 35,8%). Dal 2007 ad oggi la proporzione maggiore di diagnosi/infezioni in Msm è stata registrata nelle fasce d’età 20-24 anni (61,2%) e 25-29 (54,1%) quella di eterosessuali maschi, invece, è stata rilevata nelle fasce d’età 60-69 anni (53,4%) e maggiore o uguale a 70 anni (47,1%). La più alta proporzione di eterosessuali femmine è stata registrata nella fascia d’età 15-19 anni (28,6%).

Un altro fattore negativo evidenziato riguarda l'aumento, negli ultimi anni, della proporzione di soggetti che giungono tardivamente alla diagnosi, oltre il 50%. Dato che suggerisce la necessità di implementare le campagne di screening.

Il test, emerge dalle osservazioni, viene eseguito prevalentemente per la presenza di sintomi correlati all'Hiv. "Nella fascia d’età 15-19 anni sembrerebbe inferiore la percezione del rischio di alcuni comportamenti - si legge nel report - risultando, infatti, questo tra le ultime motivazioni riportate per l’esecuzione del test Hiv".

In provincia di Foggia il test può essere effettuato presso il reparto di Malattie Infettive del Policlinico Riuniti e al Centro Trasfusione di San Severo. Dal 2017 è gratuito utilizzando l'apposito codice di esenzione B01. La Regione Puglia garantisce l'esecuzione del test in anonimato con codici criptati o fittizi.

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