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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Salute

Caro spese: dal 1° ottobre nuove tariffe per le strutture sanitarie e sociosanitarie

La decisione della Regione Puglia. Il provvedimento integra lo stanziamento storico di ulteriori 25 milioni e 300mila euro

Approvate dalla Giunta le tariffe regionali relative alle prestazioni residenziali, semiresidenziali, ambulatoriali, domiciliari in riferimento all’Assistenza Sociosanitaria. Si tratta delle prestazioni svolte in favore di soggetti non autosufficienti, disabili, persone con disturbi mentali e dello spettro autistico, persone affette da dipendenze patologiche, soggetti in età evolutiva, persone nella fase terminale della vita e a cui sono applicate le misure di sicurezza. Le nuove tariffe verranno applicate dal 1° ottobre 2022 nei confronti di tutti i posti oggetto di accordo contrattuale con le Aziende Sanitarie Locali o di tutti i posti occupati da utenti ai quali le Aziende Sanitarie Locali riconoscono la quota sanitaria.

Questa delibera nasce dalla necessità di aggiornare e revisionare le tariffe regionali per le strutture sanitarie e sociosanitarie territoriali e di adeguarle ai maggiori costi che tali strutture stanno sostenendo a causa della pandemia e del rincaro dei materiali e delle utenze. Il provvedimento approvato rende uniforme il sistema tariffario regionale territoriale in merito alla metodologia di calcolo, con l’obiettivo di rendere oggettiva la determinazione degli importi di singole voci di costo (personale, vitto, pulizie, lavanolo), tenendo conto degli ulteriori e maggiori costi che le strutture sostengono per vincoli di legge e per altre spese generali (utenze, spese amministrative, manutenzione impianti e attrezzature, manutenzione/fitto immobile).

“La predisposizione di questo provvedimento - ha commentato l’assessore regionale alla Salute - ha comportato un impegno significativo da parte del dipartimento della Salute al fine di raggiungere l’obiettivo di avere un unico atto per tutte le strutture sanitarie e sociosanitarie territoriali. È un significativo segnale di attenzione soprattutto per i pazienti e le famiglie provati da grande sofferenza. Inoltre questo provvedimento integra lo stanziamento storico di ulteriori 25 milioni e 300 mila euro”. La delibera rappresenta una pronta risposta da parte della Regione alla richiesta delle strutture sanitarie e sociosanitarie di intervenire per far fronte allo stato di crisi generale del sistema, che rischia di avere ripercussioni sulla qualità e sulla quantità dell’assistenza, oltre che sui livelli occupazionali degli operatori sanitari e sociosanitari.

Con la Dgr approvata oggi, quindi, l’assessorato alla Sanità si impegna a predisporre, entro il primo trimestre dell’anno 2023, gli schemi tipo di accordi contrattuali relativi ai setting assistenziali residenziali, semiresidenziali, ambulatoriale e domiciliari territoriali e a procedere al monitoraggio della corretta applicazione delle tariffe stabilite. Inoltre si conferma la volontà di istituire un Tavolo tecnico con il compito di effettuare uno studio sulla determinazione di quote standard di costi generali, per la determinazione di future tariffe per le strutture extraospedaliere, e uno studio relativo alla problematica dei trasporti da e verso i Centri diurni sociosanitari per gli utenti che usufruiscono del servizio.

L'assessore regionale alla Sanità precisa: “Non corrispondono al vero le dichiarazioni di alcuni rappresentanti di associazioni del settore secondo cui le nuove tariffe adottate dalla Giunta regionale siano a carico delle famiglie. Sono stati aumentati ben 36 profili di prestazioni socio-sanitarie senza ulteriori aggravi per le famiglie. Per ciò che attiene le tariffe per i disabili, che erano stabilite per il 50 per cento a carico dell’Asl e per il 50% a carico delle famiglie, con le nuove tariffe il 70% passa a carico dell’Asl e il restante 30 per cento alle famiglie. In un unico caso che riguarda le Rsa per anziani, siccome sono inserite nel decreto Lea, la Regione Puglia ha dovuto necessariamente adeguarsi a quanto stabilito dal decreto ministeriale, prevedendo il 50 per cento a carico delle Asl e il 50 per cento a carico delle famiglie. L’adeguamento odierno delle tariffe quindi non comporta maggiori spese per le famiglie ma solo un incremento da parte della Regione Puglia pari a 25 milioni e 300 mila euro”.

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