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Giovedì, 25 Aprile 2024
Salute

Da Foggia, oltre 30mila firme per chiedere un sostegno psicologico per i pazienti in emodialisi: "Siamo soli col nostro dolore"

Su Change.org la petizione rivolta al Policlinico Riuniti. Il promotore, Roberto Capuano: "Parlare con un terapeuta può sembrare nulla, invece per noi significherebbe molto perché, per quanto i medici che ci seguono siano preparati, uno psicologo sa dove andare a parare ed è pronto a sostenerti”.

“Ciao a tutti, sono Roberto e da 11 anni sono in emodialisi. Faccio dialisi tre volte a settimana presso il centro dialisi di Foggia e, come me, ci sono tante altre persone.” Comincia così il testo della petizione lanciata su Change.org da Roberto Capuano e rivolta al Policlinico di Foggia affinché chi sta seguendo il difficile percorso dell’emodialisi venga affiancato da uno psicologo. L’appello ha già superato le 30mila firme in poche settimane.

“Chi non ha passato quello che vive chi è in dialisi forse non può capire a fondo”, prosegue Capuano raccontando la sua esperienza, “ma è una cura che ti annienta fisicamente, e, dopo tanti anni, ti distrugge psicologicamente. Proprio per questo in molte città è presente un sostegno psicologico, per far fronte ai tanti disagi che passa un malato. A Foggia no, a Foggia ci siamo solo noi con il nostro dolore. Parlare con un terapeuta può sembrare nulla, invece per noi significherebbe molto, perché, per quanto i medici che ci seguono siano preparati, uno psicologo sa dove andare a parare ed è pronto a sostenerti”. 

“Dovete sapere”, continua il testo, “che i disagi in dialisi all’inizio sembrano pochi, forse banali, ma più si va avanti e più le difficoltà aumentano. La dialisi in sé, a volte, passa in secondo di piano, con tutte le sue difficoltà, che non sono poche. Dopo anni di dialisi, iniziano a nascere nuovi problemi di salute, e non solo…”

Capuano conclude riflettendo sul fondamentale bisogno di sostegno per chi è nelle sue stesse condizioni: “Lo psicologo, forse, per la malattia vera e propria potrà far poco, ma se la persona in dialisi sa che c’è, saprà che ha un punto di riferimento per parlare dei problemi di quello che non va, di come ogni tanto possa mettere da parte la dialisi e pensare ad altro. La dialisi va oltre la malattia stessa, ti annienta non solo fisicamente, soprattutto psicologicamente. La figura dello psicologo è importante.”

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