Dopo il decesso della piccola lucerina di 13 mesi, sul territorio è partita la psicosi e la caccia all’alimento “incriminato” presumibilmente ingurgitato dalla vittima, causa – nell’opinione pubblica- della contrazione della patologia e, pertanto, del decesso, con tanto di catene whatsapp e di aziende messe sul banco degli imputati. Gli enti preposti stanno provando a fare chiarezza e a contenere timori e fakenews, lavorando parallelamente ad un piano di controllo straordinario. Un lavoro che, in queste ore, spetta anche ai media, in prima linea per fungere da filtro e da veicolo di notizie massimamente attendibili, chiare e certe.
Foggiatoday è entrata nella sede foggiana dell’Istituto Zooprofilattico di Puglia e Basilicata. L’ente sta lavorando alacremente al caso. Risultati, al momento, non ve ne sono. E, pertanto, non esistono alimenti particolarmente “sospetti”. Quello che è certo è che al centro dei primi controlli ci sono gli alimenti freschi, quelli facilmente reperibili, assunti dalla piccola negli ultimi dieci giorni di vita (è questo l’arco di tempo sul quale, come da protocollo, l’Izs si sta concentrando) e che alla contrazione della malattia (che si sviluppa nei soggetti più vulnerabili e, pertanto, bambini, anziani ed ammalati) concorrono diversi tipi di cause. Su tutte le buone prassi da utilizzare con i cibi. “E’ come cercare un ago in un pagliaio” dichiara a Foggiatoday Barbara Consenti, direttrice sanitaria dell’Istituto. Nei prossimi giorni si potrà, forse, avere qualche notizia in più, più attendibile.
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