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Salute Manfredonia

Disagio mentale: ecco l'esperimento che punta al reinserimento nel tessuto sociale e lavorativo

L'obiettivo della struttura 'Alda Merini' di Manfredonia: stringere un “patto per la salute mentale” che coinvolga enti, istituzioni e mondo economico

Stringere un “patto per la salute mentale” che coinvolga enti, istituzioni e mondo economico. È con questo obiettivo che il centro diurno 'Alda Merini' di Manfredonia, gestito da operatori della ASL Foggia, in collaborazione con l’associazione Psychè, sta stipulando diversi protocolli d’intesa il cui scopo è agevolare il reinserimento delle persone affette da disagio mentale nel tessuto sociale e lavorativo e restituirle alla cittadinanza.

Formazione degli utenti e, contestualmente, creazione di una rete sul territorio sono le due direttrici lungo cui indirizza la propria attività il Centro: interesse prioritario è dare dignità all’utenza (venti persone, tra uomini e donne, mediamente di circa trentacinque anni di età) e riempire quei vuoti che, spesso, gli stessi servizi socio-sanitari non riescono a colmare. Proprio di questi giorni è il protocollo stipulato con l’Ente Parco Nazionale del Gargano per la pulizia delle aree verdi e di alcuni locali dell’Oasi Lago Salso. Si tratta di percorsi di addestramento lavorativo che permettono agli utenti, coperti da regolare assicurazione, di acquisire, anche al di fuori del Centro, competenze spendibili successivamente in altri contesti.

Già da alcuni anni, poi, è attiva una collaborazione con l’associazione Archeo club per la pulizia del verde degli Ipogei della pineta di Siponto. Si tratta di iniziative utili a creare collaborazioni in grado di mettere gli utenti in relazione con enti e associazioni private del territorio e ad introdurli, a termine del percorso riabilitativo, nel mondo del lavoro. Ormai consolidata è, inoltre, l’esperienza de “l’Orto di Epicuro”. Nell’ambito di una progettualità più ampia di educazione alla salute, alla sana alimentazione e ai corretti stili di vita, è stata avviata con successo una sperimentazione di orto sociale: gli utenti, consigliati e supervisionati da un agronomo volontario, coltivano un terreno di proprietà della ASL, recentemente dotato dalla Direzione Generale di videocamere contro i furti.

Gli ortaggi di stagione, prodotti senza l’uso di pesticidi e fertilizzanti, vengono consumati dalle stesse famiglie degli utenti. La parte in eccedenza viene venduta alla cittadinanza per rifinanziare i laboratori interni. Assolutamente all’avanguardia nel panorama della cura del disagio mentale, il Centro “Alda Merini” si ispira alla metodologia della “recovery”, processo di recupero e ritorno alla normalità attraverso cui l’individuo migliora la propria salute e benessere e si impegna a vivere al meglio delle proprie potenzialità. Modello sono i centri di Salute Mentale di Trento in cui si pratica il “fareassieme”: volontari, operatori, cittadini attivi e familiari si uniscono per costruire un progetto di vita per ogni persona. Il fareassieme è, infatti, un approccio che valorizza la partecipazione e il protagonismo di tutti, che promuove rapporti di condivisione, vissuti in un clima amicale e ricco di affettività.

Ruolo di primaria importanza è svolto, in particolare, dai peer supporters, utenti che, superata la fase di sofferenza e disagio personale, fanno attività di supporto alle altre persone in difficoltà diventando essi stessi, con il loro esempio di guarigione, promotori della ripresa altrui. Anche quest’anno la squadra di calcio del Centro “Alda Merini” parteciperà al torneo internazionale di calcio promosso nell’ambito di “Sportiva…mente”, iniziativa di sensibilizzazione contro lo stigma e la discriminazione sociale organizzata dal Centro di Salute Mentale di Troia nella prima settimana di maggio. Obiettivo sarà aggiudicarsi il primo posto alla competizione bissando il successo dello scorso anno. “Ringrazio personalmente – afferma il direttore generale della ASL Foggia Vito Piazzolla - tutti gli operatori impegnati nel centro per aver contribuito a creare un clima di solidarietà, condivisione e operosità. Elementi, questi, fondamentali per il superamento del disagio mentale e dello stigma”.

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