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Giovedì, 25 Aprile 2024
Salute

Covid-19: crollano ricoveri e decessi, ma preoccupa la rinuncia al tracciamento. Puglia fanalino di coda per media di persone testate

È quanto emerge dall'ultimo bollettino diramato dalla Fondazione Gimbe. Per l'undicesima settimana di fila i nuovi casi sono in calo, ma il presidente Cartabellotta evidenzia la riduzione di casi tracciati e "una rilevante eterogeneità regionale nell'attività di sequenziamento". Vaccini: in Italia giunto solo il 52,4% delle dosi previste nel primo semestre

“Da 11 settimane consecutive si conferma il trend in discesa dei nuovi casi, sia per la ridotta circolazione del virus, come dimostra la riduzione del rapporto positivi/casi testati, sia per la diminuzione dell’attività di testing. Da metà aprile sono in costante calo anche i decessi, che nell’ultima settimana si attestano in media poco sopra i 100 al giorno”. Così commenta Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe a margine dell’ultimo monitoraggio sulla situazione epidemiologica in Italia, relativo alla settimana 26 maggio-1 giugno.

Il calo dei nuovi casi settimanali si conferma in tutte le Regioni, ad eccezione di un aumento percentuale in Molise, irrilevante in valore assoluto. In particolare, i nuovi casi sono scesi del 27%, mentre i decessi hanno fatto registrare una riduzione del 28%. Inoltre, grazie alle coperture vaccinali degli over 60, negli ultimi due mesi i ricoveri nelle aree mediche e nelle terapie intensive hanno fatto registrare una flessione rispettivamente del 79% e del 74%.

Dati sicuramente incoraggianti perché giungono a diverse settimane di distanza dall’inizio delle riaperture. Il che conferma da un lato la bassa circolazione del virus, evento verificatosi già lo scorso anno con l’avvento dell’estate, dall’altro l’efficacia dei vaccini.

Il dato più confortante resta quello dei ricoverati. La Puglia, nella giornata di martedì, ha fatto registrare il 13% di tasso di occupazione di posti letto in area medica, e il 10% in terapia intensiva (percentuale, quest’ultima, scesa al 9% nella giornata di ieri, ndr), dati pressoché in linea con la media nazionale: “Grazie alle coperture vaccinali di anziani e fragili continua il progressivo svuotamento degli ospedali. L’occupazione dei posti letto Covid a livello nazionale si attesta al 10% in area medica e all’11% in terapia intensiva, con tutte le Regioni sotto le soglie di allerta”, afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe.

Tuttavia, nel report, viene posta l’attenzione su due fattori critici: la riduzione dell’attività di testing “che attesta la rinuncia al tracciamento dei casi, dall’altro una rilevante eterogeneità regionale nell’attività di sequenziamento”. L’allarme lanciato ha più di qualche fondamento, in virtù di quanto accadde lo scorso anno, quando il mancato potenziamento dell’attività di tracciamento rese assai più complessa la gestione della seconda ondata.

Il numero di persone testate settimanalmente, stabile sino alla prima decade di maggio, si è ridotto nelle ultime 3 settimane da 662.549 a 439.467 (-33,7%). E nello stesso periodo sono state testate, con tampone molecolare o antigenico, in media 120 persone/die per 100.000 abitanti con nette differenze regionali: da 199 del Lazio a 49 della Puglia.

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“Purtroppo – spiega Cartabellotta – i criteri per conquistare e mantenere la zona bianca, introdotti con il DL 18 maggio 2021 n. 65, disincentivano le Regioni a potenziare le attività di testing e a riprendere il tracciamento, proprio nel momento in cui i numeri del contagio permetterebbero di utilizzare un’arma mai adeguatamente utilizzata”.

Problemi anche per il sequenziamento del virus: nel bollettino Prevalenza e distribuzione delle varianti del virus SARS-CoV-2 di interesse per la sanità pubblica in Italia, l’Istituto Superiore di Sanità riporta che nel periodo 28 dicembre 2020-19 maggio 2021 è stato sequenziato l’1,11% (n. 23.170) dei casi positivi. Da febbraio 2021 vengono sequenziati oltre 1.000 casi settimanali, in linea con gli standard dell’European Centre for Disease and Control, seppure con performance regionali molto eterogenee: dal 6,05% dell’Abruzzo allo 0,09% del Piemonte. “Un’insufficiente attività di sequenziamento – precisa Cartabellotta – non consente di identificare le varianti più contagiose se non dopo l’aumento dei casi, né di adeguare le strategie vaccinali se necessario. Ad esempio sulla variante delta (indiana) più contagiosa del 20-60%, l’efficacia di una sola dose di vaccino sulla malattia sintomatica si attesta intorno al 33% sia per il vaccino Pfizer che AstraZeneca, mentre dopo il ciclo completo sale rispettivamente all’88% e al 60%”.

Capitolo vaccini: l’Italia continua a pagare un ritardo nelle consegne. Al 2 giugno, risulta consegnata poco più della metà delle dosi previste per il 1° semestre del 2021 (il 52,4%). “Nonostante l’incremento di consegne nell’ultima settimana – spiega il Presidente – per rispettare le forniture previste dal Piano vaccinale entro fine giugno mancano ancora 36,3 milioni di dosi, un numero di consegne non realistico, come ribadiamo da settimane» (figura 7). Infatti, il Commissario Straordinario ha annunciato che a giugno le Regioni riceveranno oltre 20 milioni di dosi, un quantitativo che chiuderebbe il consuntivo delle forniture trimestrali con circa 15 milioni di dosi in meno rispetto alle previsioni”.

Attualmente il 40,3% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino, mentre è al 20,7% il dato delle persone ‘immunizzate’. Per quel che concerne le persone che hanno completato il ciclo vaccinale, in Puglia la percentuale è in linea con quella nazionale (20,6%), mentre il 21,5% della popolazione ha ricevuto almeno una dose.

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