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Salute

Foggia sul ‘Journal of Clinical Medicine’: la crescita del virus Sars Cov-2 nelle colture cellulari di 84 pazienti Covid

La ricerca, effettuata grazie alla collaborazione tra Policlinico e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale, ha coinvolto 84 pazienti ricoverati al 'Riuniti' che risultavano positivi al tampone molecolare anche se clinicamente guariti

Attiva al Policlinico Riuniti di Foggia una collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e della Basilicata  per la valutazione della crescita del virus Sars Cov-2 nelle colture cellulari dei pazienti Covid.

E’ quella stretta dal direttore generale Vitangelo Dattoli, con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e della Basilicata per la procedura diagnostica di valutazione della crescita del virus Sars Cov-2 nei pazienti ricoverati presso i reparti Covid dell’azienda Policlinico Riuniti, clinicamente guariti ma non negativizzati al tampone molecolare.

Lo studio clinico, coordinato dalla prof.ssa Maria Pia Foschino, direttore della Struttura complessa di Malattie dell’apparato respiratorio del Riuniti e dal dott. Antonio Fasanella, direttore generale dell’Izs, è stato oggetto di pubblicazione sulla rivista scientifica internazionale ‘Journal of Clinical Medicine’ dal titolo ‘Real time PCR and culture-based virus isolation test in clinically recovered patients: is the subject still infectious for Sars-CoV2?’.

Lo studio ha dimostrato come i pazienti clinicamente guariti dal Covid-19 non presentano, nelle colture cellulari, virus vitale e quindi non sarebbero più in grado di contagiare altri soggetti, anche se il loro tampone persiste positivo a distanza di diversi giorni.

La ricerca ha coinvolto 84 pazienti ricoverati presso il Policlinico Riuniti che risultavano positivi al tampone molecolare anche se erano clinicamente guariti. Tutti i tamponi sono stati inviati all’Istituto Zooprofilattico per eseguire l’esame colturale e ricercare quindi la presenza effettiva del virus vivo. Nei soggetti, con tampone eseguito mediamente dopo 18 giorni, non si è assistito alla crescita virale e quindi la positività del tampone era conseguenza della sola presenza di tracce geniche del virus.

Lo studio è stato possibile grazie alla proficua collaborazione tra clinici e biologici del Policlinico Riuniti di Foggia e dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e della Basilicata, tutti attualmente impegnati nella gestione dell’emergenza Covid, evidenziando ancora una volta come l’attività clinica e la ricerca stiano combattendo fianco a fianco nella lotta contro il Covid.

Oltre al commissario straordinario del Policlinico Riuniti Vitangelo Dattoli, alla prof.ssa Maria Pia Foschino e al direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e della Basilicata dott. Antonio Fasanella, allo studio hanno partecipato la dott.ssa Viviana Manzulli, la dott.ssa Giulia Scioscia, il dott. Giulio Giganti, la dott.ssa Maria Rosaria Capobianchi, il prof. Donato Lacedonia, il dott. Lorenzo Pace, la dott.ssa Dora Cipolletta, il dott. Pasquale Tondo, la dott.ssa Rosella De Nittis, la dott.ssa Valeria Rondinone, la dott.ssa Luigina Serrecchia, il dott. Antonio Parisi, il dott. Domenico Galante, la prof.ssa Teresa Santantonio, il prof. Sergio Lo Caputo, la dott.ssa Damiana Moschetta.

I risultati di questo studio rafforzano quanto prevedono le attuali indicazioni ministeriali che consentono di dimettere un paziente dopo 21 giorni dall’infezione, anche se permane la positività al tampone nel soggetto stabilmente asintomatico da almeno 3 giorni, consentendo quindi una riduzione dei tempi di degenza o isolamento fiduciario che invece sono mediamente di 30 giorni.

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