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Giovedì, 25 Aprile 2024
Salute

E' allarme epatite acuta dei bambini: cause sconosciute, nessuna segnalazione in Puglia

Cos'è l'epatite acuta sconosciuta che colpisce i bambini. Si tratterebbe di un collegamento con l’infezione da Adenovirus

“Ho incontrato stamane i rappresentanti della Federazione Italiana dei Medici Pediatri. La loro rete di prossimità è fondamentale per tutelare la salute dei più piccoli e assistere le loro famiglie. In questi giorni sono impegnati anche a monitorare eventuali casi di epatite acuta dei bimbi. L’Italia può contare in ogni momento sulla loro passione e sulla loro grande professionalità”. Così il ministro della Salute, Roberto Speranza al termine dell’incontro con Antonio D’Avino, presidente della Federazione Italia Medici Pediatri, che oggi stesso invierà le indicazioni emanate dal ministero della Salute perché si attivi uno stato di massima attenzione sul rischio malattia. La pediatria di famiglia ha dato immediata disponibilità attivando una rete di sorveglianza su tutto il territorio per i casi di epatite scoppiati nel Regno Unito.

Secondo Andrea Ammon, direttrice del centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, si tratterebbe di un collegamento con l’infezione da Adenovirus. “La presentazione clinica più comune è stata l'ittero, quindi l'ingiallimento nella pelle e negli occhi, seguito da vomito e sintomi gastrointestinali che sono compatibili con l'adenovirus su cui alcune indagini puntano, ma poi alcuni di questi bambini hanno avuto sintomi più gravi e insufficienza epatica davvero acuta che ha richiesto di eseguire trapianti di fegato in emergenza".

A chi invece azzarda una correlazione con il nuovo coronavirus e con il vaccino anti-Covid, il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, a Radio Inblu 2000, ha chiarito che non c’è alcuna correlazione: “Non è stato il vaccino contro Covid-19, non c'è vaccino per bimbi sotto i 5 anni, nel Regno Unito non li vaccinano sotto i 10, non c'è correlazione con il vaccino né col virus. Nella maggioranza dei casi è stata identificata una positività all'adenovirus, ma questo non basta a stabilire una relazione".

Sono undici i casi che sarebbero stati segnalati finora in Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Sicilia, Toscana e Veneto. Un paziente non rientra nella definizione di caso (ricoverato prima del gennaio 2022); due casi sono in corso di valutazione per possibili ulteriori cause eziologiche; quattro casi sono definibili come “sospetti” (gli esami sono al momento in corso o non definiti); due casi definiti come “possibili” (età superiore ai 10 anni); due casi “confermati”. Una positività per Adenovirus o per Sars-CoV-2 è stata per ora riportata solo in due casi sospetti. Il ruolo giocato dagli Adenovirus nella eziologia di queste forme di epatite acuta, ipotizzato da ricercatori Uk, non è però confermato in via definitiva. Un caso “possibile” è stato sottoposto a trapianto epatico. Diverse regioni - Campania, Piemonte, Liguria, Valle d'Aosta, Calabria, Puglia - hanno comunicato di non avere al momento casi da segnalare.

“Al momento non abbiamo certezze su questa forma di epatite acuta dei bambini. Come in tutte le situazioni virali, purtroppo già vissute negli ultimi anni, quando compare una situazione del genere dobbiamo aspettare che la scienza faccia il suo corso. E' inutile sforzarsi di dare risposte che potrebbero essere imprecise, inutili o addirittura controproducenti in questo momento" ha spiegato all'Adnkronos Salute, Paolo Biasci, past president della Federazione italiana medici pediatri (Fimp).

"In questo momento si rischia di dare risposte parziali che poi, successivamente, passano come 'sbagliate' e rischiamo di compromettere la comunicazione indirizzata alle famiglie. Ora siamo in una fase in cui sono in corso indagini scientifiche e una attività importante di sorveglianza. Sono i due elementi fondamentali per affrontare un problema emergente. Al momento non registriamo molte preoccupazioni da parte delle famiglie ma ce l'aspettiamo perché, purtroppo, anche a livello mediatico, questo fenomeno sta crescendo. Avremo, spero presto, risposte scientifiche e, di conseguenza, raccomandazioni più dettagliate. Il nostro lavoro è fare attività di sorveglianza. Lo facciamo per tutto. Ora abbiamo questo campanello di allarme e la nostra attenzione sarà massima. L'Italia ha un enorme vantaggio, rispetto agli altri Paesi, di avere una pediatria di famiglia, ovvero, un medico dedicato al singolo bambino sul territorio. Un professionista che ha anche la possibilità di suonare il campanello d'allarme rispetto alla diffusione di patologie inattese. E' uno strumento di cui non tutti i Paesi dispongono e che, in questo nuovo allarme legato alle epatiti acute, è sicuramente importante. Le famiglie devono essere rassicurate del fatto che, in Italia, ogni bambino o adolescente, ha il suo pediatra sul territorio, cosa che non avviene ovunque. La sorveglianza, quindi, è più efficace e tempestiva".

Sempre all’Adnkronos Salute si è espresso Massimo Andreoni, primario di Infettivologia al policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della società italiana di malattie infettive e tropicali: “Sui casi di epatite acuta di origine sconosciuta ricordiamo che siamo di fronte a poche segnalazioni nel mondo, quindi serve attenzione e serve comunicare eventuali altri casi sospetti senza creare un panico immotivato nella popolazione. Aspettiamo i risultati della scienza, le indagini possono essere laboriose e complicate, al momento non possiamo neanche escludere di essere di fronte a un nuovo virus che può aver modificato l’epatite acuta del bambino. Di epatiti criptiche a eziologia sconosciuta ce ne sono abitualmente e gli specialisti si muovono su più fronti: l'origine virale, quella tossica alimentare o anche l'origine autoimmune. Fatta questa distinzione, nei casi di epatite virale di origine sconosciuta registrati fino ad oggi nel mondo, possiamo esclude lo scenario di origine alimentare perché non abbiamo un cluster familiare o ristretto ad una città, ma diversi casi sparsi in giro per il mondo. Anche sull'ipotesi che possa esserci una origine immunologica o autoimmune, la numerosità dei casi eccede quella attesa. Rimane l'origine infettiva ma va dimostrata, soprattutto quella che punta sull'adenovirus, visto che non in tutti i casi oggi confermati c'è la presenza dell'adenovirus. Infine c'è anche la possibilità, difficile però, che possa esserci dietro un adenovirus mutato. Se ci sono alcuni sintomi come vomito, febbre, dolori addominali o occhi giallini, bisogna chiamare il pediatra. Sarà il medico a capire se siamo di fronte a un quadro gastrointestinale o a qualcosa di diverso e ad attivare i controlli necessari".

"I nostri primi dati indicano, da gennaio 2022 in Italia, 17 casi di epatite acuta ad eziologia sconosciuta e solo 7 pazienti sono di età inferiore ai sei anni. Un numero assolutamente congruo rispetto al triennio precedente, dal 2019 al 2021. Questi dati confermano che nel nostro Paese, ad ora, non è stato documentato alcun incremento anomalo di casi di epatiti come invece si è registrato nel Regno Unito". A dirlo all'Adnkronos Salute è Angelo Di Giorgio, pediatra epatologo del centro epatologia e trapianti pediatrici dell'ospedale Papa Giovanni XXII di Bergamo, coordinatore dell'area fegato-pancreas della società italiana di gastroenterologia epatologia e nutrizione pediatrica, società scientifica che ha lanciato pochi giorni fa una survey, indirizzata ai centri di epatologia pediatrica, per verificare l'eventuale aumento delle epatiti acute. "Per ora quindi non ci sono indicazioni di anomalie rispetto a queste epatiti. Si tratta di un numero atteso: l’epatite è un'infiammazione del fegato che molti virus riescono a causare, ma la gran parte dei bambini guarisce e sta bene. Sono patologie che affrontiamo dagli anni '30", precisa. A conferma del risultato anche il fatto che "una delle domande della survey era se i medici avessero la percezione dell'incremento di casi nel loro centro. Nessuno ha risposto di sì". La "survey si chiuderà domani. E mi aspetto che qualche altro centro risponda ancora. E' possibile che venga segnalato qualche altro caso, ma questo non influirà granché sul risultato finale. I 17 segnalati rappresentano la risposta a 24 ore dalla survey, a cui hanno partecipato 41 centri, comunque altamente rappresentativi perché sono inclusi tutti i centri trapianti e le epatologie di terzio livello”.

In tutto il mondo sono circa 190 i casi segnalati, quaranta di questi nello spazio economico europeo. E' l'aggiornamento fornito da Andrea Ammon, direttrice del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc). "Il Regno Unito è stato il primo Paese a lanciare un allarme all'inizio di aprile e ha segnalato più di 100 casi, ora più paesi hanno fatto segnalazioni tra cui 10 paesi Ue/See ma anche Israele e Stati Uniti. Molti di questi bambini hanno avuto una epatite grave, diversi hanno avuto insufficienza epatica e alcuni hanno richiesto un trapianto di fegato, segno di quanto sia severa la condizione. Le indagini sono in corso in tutti i paesi che segnalano casi, ma al momento la causa esatta di questa epatite rimane ancora sconosciuta"
 



 

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