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Trapianti di cuore: la Puglia è prima al Sud, ma ancora troppi 'no' alle donazioni di organi e tessuti

Nel report preliminare presentato dal Ministero della Salute, si conferma il trend di crescita già evidenziato nel 2021. Tuttavia, resta evidente il gap tra Nord e Sud, dove sono ancora troppi i 'No' alle donazioni

Nel 2022 in Italia sono aumentati i trapianti e le donazioni di organi, tessuti e cellule staminali emopoietiche. La Rete trapianti del Servizio sanitario nazionale ha confermato il trend di crescita già mostrato nel 2021, completando di fatto il totale recupero dei livelli di attività precedenti all’emergenza Covid, e segnando in molti casi le migliori performance assolute mai realizzate dal sistema trapiantologico nazionale.

È quanto emerge dal report preliminare elaborato dal Centro nazionale trapianti presentato ieri mattina dal Ministro della Salute Orazio Schillaci insieme al direttore del Cnt Massimo Cardillo e al presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro.

Per la prima volta le donazioni di organi solidi hanno superato quota 1.800 in un anno: sono state complessivamente 1.830 (+3,7%), 1.461 da donatori deceduti e 369 da viventi. "Un risultato - si legge nel report - frutto in particolare di un nuovo aumento delle donazioni potenziali segnalate in rianimazione (2.662, +4,1%), che fanno un nuovo passo verso i livelli pre-Covid (la pandemia, d’altra parte, aveva avuto il suo impatto più forte proprio sulle terapie intensive)".

Per questo motivo il tasso nazionale di donazione per milione di popolazione (pmp) risulta il più alto di sempre (24,7) e pone ancora una volta l’Italia ai vertici europei dietro alla Spagna e insieme alla Francia. La regione con il tasso di donazione più elevato si conferma la Toscana (49,3 donatori pmp) ma va segnalato l’aumento esponenziale del tasso in Emilia Romagna (46, +8,8 sul 2021) e il buon risultato del Veneto (36,3, +6,2). Ancora indietro nel complesso il Centro-Sud, con qualche lieve segnale di crescita in Lazio, Campania e Calabria.

Cresce, tuttavia, anche la percentuale delle opposizioni in rianimazione (29,6%, +1% sul 2021), un dato però che tende a essere fisiologico quando aumentano le segnalazioni delle rianimazioni, e anche qui viene confermato il forte gap delle regioni meridionali verso quelle settentrionali. Aumenta molto, invece, la donazione a cuore fermo: +60%, che si è tradotto in un +35,6% trapianti realizzati grazie agli organi prelevati a questa tipologia di donatori.

Analizzando l'andamento della Puglia, il tasso di donazione è di 12,5, in calo dello 0,9% rispetto al 2021. Contestualmente, crescono le opposizioni in rianimazione (42, +5,9%): la Puglia è la quinta regione in Italia.

L’incremento delle donazioni ha portato naturalmente anche all’aumento dei trapianti: il numero complessivo è stato di 3.887, quasi 100 in più rispetto al 2021 (+2,5%) e secondo miglior risultato di sempre, con tassi regionali in crescita quasi ovunque: la Lombardia si conferma la regione nella quale si realizzano più interventi seguita da Veneto (che è la prima in rapporto alla popolazione), Piemonte, Emilia Romagna e Lazio.
In Puglia nel 2022 i trapianti totali sono stati 138 (117 da donatore deceduto e 21 da donatore vivente), i trapianti per milione di popolazione fa registrare un +3,6% (da 26,1 a 29,7). Variazione positiva anche per i trapianti da donatore vivente: il tasso in Puglia sale dal 5,1% del 2021 al 5,3% del 2022.

Puglia prima regione del sud per i trapianti di cuore

Analizzando nel dettaglio i singoli organi, sono stabili i trapianti di rene (2.038, 4 in meno che nel 2021 a causa di una lieve contrazione delle donazioni da vivente). La Puglia è all’ottavo posto con 82 trapianti. La posizione sale ulteriormente spostando il focus sui soli trapianti di rene da donatore vivente, per i quali la Puglia è la quinta regione in Italia (21 trapianti).
In crescita del 5,6% il dato nazionale dei trapianti di fegato. Nel 'Tacco dello stivale' si sono registrate 30 donazioni di fegato, tutte da persone decedute. 

La Puglia è la prima regione del sud per quanto riguarda i trapianti di cuore (26), nonché la quarta in Italia dietro Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Significativo, a livello nazionale, la crescita di trapianti di polmone (138, +17,9%), la specialità più penalizzata negli anni della pandemia, mentre è in netto calo (-29,6%) il dato relativo ai trapianti di pancreas che scendono da 54 a 38.

Per quanto riguarda i tessuti, il 2022 è stato un anno da record per i trapianti di midollo osseo e cellule staminali (329 e 961 trapianti). Continuano ad aumentare gli iscritti al registro donatori IBMDR (Registro Nazionale Italiano Donatori di Midollo Osseo): "Nel 2022 sono state tipizzate 28.813 persone (+18,9%), un segnale positivo, ma resta lontana la quota di nuovi iscritti del 2019 (furono oltre 40mila), frutto soprattutto di attività di volontariato nelle scuole e nelle piazze che le restrizioni dovute al Covid hanno penalizzato fino a pochi mesi fa".

Dichiarazioni di volontà: troppe opposizioni al Sud

Nel 2022 state oltre 14,5 milioni le dichiarazioni di volontà alla donazione depositate nel Sistema informativo trapianti. Il 72% ha espresso il consenso. Oltre 2,7 milioni sono invece le dichiarazioni di volontà espresse attraverso il sistema Cie (carta d’identità elettronica) nei Comuni italiani: il 31,8% ha espresso la propria contrarietà (+0,7% rispetto al 2021), mentre il 68,2% ha registrato il proprio consenso. Come evidenzia il report, il 55,5% dei cittadini che ha fatto richiesta del documento ha dato una indicazione precisa; la restante percentuale non ha registrato alcuna indicazione. Restano ancora alte le opposizioni registrate in vita. E anche per questo dato – al pari delle opposizioni nelle rianimazioni – si evidenzia una distanza tra le regioni del Nord e quelle del Sud. La Sicilia, seppur con un lieve ribasso rispetto al 2021, è la Regione con la più alta percentuale di opposizioni in vita. Non vanno meglio le cose in Puglia, che è al quinto posto per opposizioni alla donazione (36,2%, +0,3% rispetto al 2021): "Un dato - conclude il report - che conferma la necessità di sensibilizzare soprattutto due fasce d’età: i 18-30enni (tra i quali la percentuale di opposizione è più alta rispetto ai 30-40enni, e questo è particolarmente valido per i neo-maggiorenni) e gli over 60, tra i quali è frequente la convinzione che la donazione sia impossibile per ragioni anagrafiche: il recente trapianto di fegato realizzato in Toscana grazie alla donazione di una donna di quasi 101 anni (la più longeva di sempre a livello mondiale) dimostra che l’età non è ostacolo alla donazione".

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