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Salute

Tagliate le Usca in provincia di Foggia, le postazioni diventano 12: a casa quasi 50 giovani medici 'eroi' del Covid

La Regione Puglia ha chiesto all'Asl di ridurre il numero delle postazioni e allinearsi agli standard previsti dal decreto istitutivo delle Unità speciali di continuità assistenziale

Passano da 17 a 12 le Unità speciali di continuità assistenziale in provincia di Foggia e restano a casa 47 medici. L'Asl, nelle fasi cruciali della pandemia, aveva sforato gli standard previsti dal decreto legge istitutivo delle Usca, che prevedeva una postazione ogni 50mila abitanti. Il direttore generale Vito Piazzolla, considerata la rete ospedaliera, aveva forzato la mano per garantire una copertura più capillare del territorio, tenere sotto controllo il virus, e favorire il più possibile la gestione domiciliare dei pazienti affetti da Covid19 che non necessitano di ricovero ospedaliero.

Ora, però, anche in ragione dell'evoluzione del quadro pandemico, la Regione Puglia ha chiesto all'Asl Foggia di ridurre il numero delle postazioni e allinearsi alle previsioni del decreto legge del 9 marzo 2020. A ogni postazione sono assegnati 7 medici. Scaduta l'ultima proroga delle attività Usca disposta dalla Direzione Strategica fino al 31 agosto, l'Asl ha dovuto riorganizzare il personale e ha deciso di riprendere in mano l'elenco iniziale delle disponibilità dei medici. Ma c'è stato un intoppo e finora sono state completate 10 postazioni: colpa di una "questione burocratica che si risolverà entro la fine della settimana", fa sapere la coordinatrice delle Usca Maria Cassanelli.

Di 137 medici Usca ne resteranno 90. Scorrendo la graduatoria, nella selezione, i più sacrificati saranno gli ultimi arrivati. Nell'elenco, però, figurano soprattutto medici giovanissimi, che in alcuni casi hanno già trovato lavoro altrove. Tra le ipotesi, si starebbe valutando anche il reimpiego degli esclusi nella campagna vaccinale.

Agli operatori Usca l'Asl ha attribuito un ruolo strategico e l'attività proseguirà per tutto lo stato di emergenza. Continuano a eseguire i tamponi, visite domiciliari per i pazienti contagiati e sono incardinati negli hub.

Il 10 luglio scorso, il Consiglio dell'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri presieduto da Pierluigi de Paolis, in occasione della festa della buona medicina, in mezzo a tutti gli operatori sanitari che durante la pandemia non si sono tirati indietro di fronte a un nemico subdolo e invisibile, ha scelto di premiare proprio i giovanissimi colleghi chiamati nelle Usca che, per l'occasione, hanno mostrato i video di ringraziamento di tanti pazienti che hanno ricevuto le loro cure.

Dopo gli onori 'militari', e dopo aver affrontato il rischio di contagio e l'isolamento dalle famiglie, a meno di aver già trovato altra fortuna, alcuni di quegli operatori che non si faticava a definire 'eroi' solo pochi mesi fa riceveranno il benservito e resteranno a casa, sempre che non vengano arruolati come medici vaccinatori. E così c'è chi, anche oggi, vuole inviare un grazie "a questi grandi giovani medici per l’impegno profuso augurando che il loro entusiasmo voli sempre più in alto e non si fermi mai".

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