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Con la fine dello stato di emergenza a rischio le attività di monitoraggio: "Sistema non va smantellato. Non c'è solo il Covid"

Il dott. Antonio Parisi dello Zooprofilattico: "In questi due anni abbiamo creato una rete efficiente, dismettere tutto sarebbe un errore. Non dimentichiamo che di emergenze ce ne sono tante (come quella dell'influenza) per cui ci sarà sempre bisogno di attività come la nostra”

In Italia e in Puglia l'attività di monitoraggio per ora prosegue, malgrado la fine dello stato di emergenza e del mandato del commissario straordinario Figliuolo. Resta, tuttavia, l'incognita sul futuro, in particolare sulle attività di sequenziamento: “Per ora non c'è un calo di sequenze. L'Istituto Superiore di Sanità ha effettuato una valutazione per stabilire il livello di monitoraggio della sorveglianza molecolare che sarebbe in grado di identificare varianti nuove già a un livello di prevalenza molto basso”, precisa il dott. Parisi dell'Istituto Zooprofilattico di Putignano. 

“A noi - aggiunge Parisi - è stata assegnata una quota che abbiamo ripartito nelle varie province. Una volta al mese viene pubblicato lo studio nazionale con l'Iss effettuato in tutte le regioni. Per il resto, settimanalmente realizziamo un gruppo di sequenze seguendo il livello di attenzione di monitoraggio richiesto dal Ministero della Salute”.

Resta però il problema dei finanziamenti: “Spesso le regioni non partecipano e potrebbero sorgere delle difficoltà ora che la attività della Protezione Civile è stata quasi “smantellata”. Tutti i laboratori sono in difficoltà perché gli enti di appartenenza devono approvvigionarsi di reagenti e materiali piuttosto costosi, senza contare l'impiego del personale. Sono attività che vanno foraggiate in qualche modo”.

Sul caso, si attende una presa di posizione dell'Iss: “Non è stato ancora definito un piano di risarcimento dei costi per queste attività che, per ora, sono effettuate volontariamente su indicazione della Regione, senza una definizione concreta dei costi e dei relativi rimborsi. Il nostro istituto ha utilizzato dei fondi propri e continua a farlo per quasi tutte le attività di sequenziamento, perché riteniamo che sia necessario per la popolazione mantenere un certo livello di informazione. Ma mi rendo conto che una iniziativa nazionale sarebbe necessaria. Si garantirebbe una continuità nella gestione dei livelli di monitoraggio, senza dover richiedere ulteriori sforzi alle altre istituzioni. È nell'interesse di tutti”.

Anche perché, non c'è solo il virus Sars-Cov-2 da attenzionare: “In questi due anni abbiamo creato una rete efficiente, dismettere tutto sarebbe un errore. Non dimentichiamo – conclude Parisi – che di emergenze ce ne sono tante (come quella dell'influenza) per cui ci sarà sempre bisogno di attività come la nostra”.

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