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La Puglia si salva in extremis: resta in zona bianca per un'altra settimana

Nella giornata di giovedì il tasso di occupazione in terapia intensiva si è fermato al 10,0%, consentendo alla Puglia di restare un'altra settimana in zona bianca. Ma il passaggio potrebbe avvenire già da lunedì 24

A partire da lunedì prossimo due regioni italiane cambieranno colore. Si tratta della Campania, che passerà in zona gialla, e della Valle d’Aosta, prima regione a entrare in zona arancione dall’istituzione dei nuovi parametri.

Nel caso della Campania, determinante è stato il tasso di occupazione nella terapia intensiva, che ha superato la soglia del 10%. Più critica la situazione in Valle d’Aosta, dove il basso numero di posti letto disponibili rende più facile il superamento delle soglie critiche. Nella giornata di giovedì – giorno preso in considerazione dell’Istituto superiore di sanità per il monitoraggio – risultavano 7 persone in terapia intensiva (il 21,2%) e 53 in area medica (il 53,5%). Come è noto, si entra in zona arancione se l’incidenza è pari o superiore a 150 casi per 100mila abitanti e se i tassi di occupazione in area medica e in terapia intensiva superano rispettivamente le soglie del 30% e del 20%. A questo punto, sarà determinante mantenere quest’ultima sotto il 30% per scongiurare il passaggio in zona rossa.

Come previsto, si salva in extremis la Puglia, che nella giornata di giovedì ha raggiunto il 10,0% in terapia intensiva senza superare la soglia, mantenendo – dunque – la zona bianca per un’altra settimana. Ampiamente superata, invece, la soglia del 15% in area medica, dove la Regione ha anche innalzato i numeri dei posti letto.

Ed è proprio con lo “stratagemma” dei posti letto che il Piemonte ha evitato passaggio in arancione. Il tasso di occupazione in area medica si è infatti fermato al 28,4% (quello in terapia intensiva è già oltre il 20%). Tuttavia, il cambio di colore potrebbe essere rimandato soltanto di una settimana. Idem per Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Marche e Sicilia.

Lunedì 24 gennaio, qualora i numeri dei ricoverati dovessero continuare a crescere, quasi tutta l’Italia si troverebbe giallo-arancione.

Anche l’ultimo monitoraggio conferma la fase acuta della situazione epidemica, con una incidenza che si avvicina ai 2mila casi per 100mila abitanti e una velocità di trasmissione nel Paese che si mantiene significativamente sopra la soglia epidemica. “Si confermano segnali plurimi di allerta a livello regionale nelle attività di sorveglianza e indagine dei contatti. La maggior parte del Paese si colloca a Rischio Alto o a Rischio Moderato con alta probabilità di progressione a rischio Alto: 13 Regioni italiane sono classificate a rischio Alto (o equiparate a rischio Alto) di una epidemia non controllata e non gestibile e 5 Regioni/PA si collocano a rischio Moderato con alta probabilità di progressione a rischio Alto, nel caso fosse mantenuta l’attuale trasmissibilità”.

La Puglia è una delle regioni classificate a rischio alto con alta probabilità di progressione e un indice rt che è arrivato a 2. Si segnalano anche 2 allerte di resilienza. “Nel periodo 22 dicembre 2021 – 4 gennaio 2022, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,56 (range 1,24 – 1,8), in ulteriore aumento rispetto alla settimana precedente e ben al di sopra della soglia epidemica. É in leggera diminuzione invece l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero (Rt = 1,2 (1,18-1,22) al 4/01/2022 vs Rt = 1,3 (1,27-1,32) al 28/12/2021). Si sottolinea però che diverse Regioni/PPAA hanno segnalato problemi nell’invio dei dati del flusso individuale e questo non esclude che tali valori possano essere sottostimati”.

“La pressione sui servizi ospedalieri osservata nell’ultima settimana, associata alle progressive evidenze che arrivano da altri Paesi Europei, rende necessario invertire rapidamente la tendenza per evitare condizioni di estremo sovraccarico dei servizi sanitari, già oggi fortemente impegnati. L’epidemia si trova in una fase delicata e si osserva ormai da numerose settimane un persistente aumento nel numero di casi e nelle ospedalizzazioni. Alla luce della elevata incidenza e della circolazione della variante Omicron di SARS-CoV-2, è necessario il rigoroso rispetto delle misure comportamentali individuali e collettive, ed in particolare distanziamento interpersonale, uso della mascherina, aereazione dei locali, igiene delle mani e riducendo le occasioni di contatto ed evitando in particolare situazioni di assembramento”.

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