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Monitoraggio Covid, indice rt e incidenza casi in crescita: la Puglia "ad alta probabilità di progressione a rischio alto"

Anche in Italia casi e incidenza in aumento, ma la situazione resta tra le migliori in Europa grazie alla più alta percentuale di vaccinati. La Puglia unica regione, insieme alla Campania, a essere classificata con un'alta probabilità di progressione a rischio alto

L'ultimo monitoraggio della Cabina di Regia conferma l'aumento dei contagi in Italia. Secondo quanto riporta la nota dell'Istituto Superiore di Sanità sia l'incidenza che l'indirce Rt medio calcolato sui casi sintomatici sono in crescita rispetto al precedente monitoraggio. Nel periodo 29 ottobre-4 novembre si è registrata una incidenza di 53 casi per 100mila abitanti, sette in più rispetto alla settimana precedente. 

Nel periodo 13-26 ottobre l'indice rt è stato pari a 1,15 (range 0,93-1,28). È stabile, e sopra la soglia epidemica, l'indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero (Rt=1,12 (1,06-1,17) al 26/10/2021 vs Rt=1,13 (1,07-1,19) al 19/10/2021). Secondo quanto riporta l'Iss le stime dell'Rt non sono inficiate dall'aumento del numero dei tamponi, "poiché tali stime sono basate solo sui casi sintomatici e/o ospedalizzati). 

In lieve risalita (dal 3,7% al 4%) il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva, così come quello delle aree mediche, salito dal 4,5% al 5,3%. 

Tutte le regioni e province autonome risultano a rischio moderato, 15 di queste riportano una allerta di resilienza, nessuna riporta molteplici allerte. Due regioni, la Campania e la Puglia sono ad alta probabilità di progressione a rischio alto. Risultano, infine, in forte aumento i nuovi casi non associati a catene di trasmissione  (8.326 vs 6.264 della settimana precedente). La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in aumento (35% vs 33% la scorsa settimana). È stabile invece la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (47% vs 47%). Diminuisce lievemente la percentuale di casi diagnosticati attraverso attività di screening (18% vs 20%).

Con i 224 casi registrati ieri, la Puglia ha chiuso la settimana di monitoraggio con 31,9 casi per 100mila abitanti di incidenza e un tasso di posivitià stabile all'1% (1252 casi su 126295 tamponi processati nel periodo 29 ottobre-4 novembre). L'incidenza è diminuita rispetto al monitoraggio precedente, ma il calo è verosimilmente collegato al minor numero di tamponi (circa 15mila) effettuati nell'ultimo periodo di riferimento. 

Resta abbondantemente sotto la soglia critica il tasso di occupazione in terapia intensiva (3,5%) e in area medica (di poco sopra il 5%). Foggia e Taranto sono le province con la più alta incidenza (rispettivamente di 47,6 e 46,6 casi per 100mila abitanti) seppur in flessione rispetto a una settimana fa. Sotto i 30 casi quelle nel Barese (23,8) e nella provincia di Lecce (28,7). Pressoché stabile l'incidenza nel Brindisino (da 32,7 a 30,9 casi) mentre la Bat resta la provincia meno colpita con solo 60 casi registrati nell'ultima settimana e una incidenza di poco inferiore ai 16 casi per 100mila abitanti. 

L'allarme dell'Ema: iniziata la quarta ondata 

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) lancia l'allarme sull'aumento di contagi e paventa il rischio di altri 500mila morti entro febbraio in Europa e in Asia. Secondo l'Ema (L'agenzia europea per i medicinali), l'incremento dei casi conferma l'ingresso nella quarta ondata e la necessità che "tutti facciano il vaccino antiCovid il prima possibile". 

Per l'Oms diseguaglianze nella copertura vaccinale e l'allentamento delle misure restrittive sono le cause principali dell'aumento dei contagi, riportando l'Europa a un "punto critico". Come ha dichiarato Hans Kluge, direttore per l'Europa dell'Oms, è fondamentale che i Governi reintroducano o mantengano (per chi non le ha eliminate) le misure di prevenzione e distanziamento: "Con l'ampia ripresa del virus, chiedo a tutte le autorità sanitarie di riconsiderare con attenzione la possibilità di allentare o revocare in questa fase le misure di contenimento del coronavirus". 

Stato di emergenza, campagna vaccinale e terza dose in Italia

Malgrado l'oggettivo aumento di casi in Europa, l'Italia rimane ancora il Paese meno colpito: "I numeri dell'Italia sono tra i migliori; il tasso di incidenza è in crescita nelle ultime settimane, ma più basso degli altri Paesi. Ma l'allarme dell'Oms Europa va considerato con la massima attenzione e ci richiede di insistere sul terreno fondamentale per contrastare il Covid, ovvero la campagna vaccinale", ha dichiarato il ministro della salute Roberto Speranza. "L'Italia - ha aggiunto - pur essendo in una fase in cui i contagiati sono in ripresa, ha i dati migliori. Questo perché la campagna vaccinale ha dati incoraggianti". 

L'86,45% della popolazione vaccinabile ha ricevuto almeno la prima dose: "Un dato molto alto e siamo all'83,3% di persone vaccinabili che hanno completato il ciclo primario", ha puntualizzato il ministro della Salute, che sulle terza dose ha aggiunto: "Stiamo accelerando e pensiamo che questo sia il primo terreno su cui concentrare le nostre energie nelle prossime settimane. Dobbiamo ancora recuperare con le prime dosi e accelerare sui richiami". Secondo il ministro, la terza dose è fortemente raccomandata agli over 60 che hanno completato da 6 mesi il ciclo vaccinale e ai fragili e a tutti coloro che hanno ricevuto una dose unica di J&J. Ma dalla prossima settimana si comincerà a lavorare per allargare a ulteriori fasce generazionali.  

Gli fa eco il presidente del Consiglio superiore di Sanità e coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico Franco Locatelli: "La terza dose è sicura e io stesso l'ho ricevuta senza problemi. Ora dobbiamo incrementare la vaccinazione in chi non ha avuto il ciclo primario e sottolineare l'importanza di sottoporsi alla terza dose per gli over 60 e i fragili". 

"L'analisi dell'Iss ha documentato che nel Paese fino ai 59 anni di età nessuno dei vaccinati è stato ricoverato nelle terapie intensive, nella fascia 60-79 anni c'è un rischio di 21 volte superiore e oltre gli 80 anni di 8 volte superiore di finire in terapia intensiva per i non vaccinati. Anche in Italia, pur sottolineando il ministro quanto la situazione italiana sia marcatamente favorevole ai Paesi europei, è evidente che c'è un lavoro da continuare e sviluppare", ha spiegato Locatelli. 

Nessuna novità sul prolungamento dello stato di emergenza. Il Governo si pronuncerà a ridosso della fine dell'anno. "Mancano 56 giorni, è un tempo troppo lungo per esprimere un'opinione definitiva", ha spiegato Speranza. E sul Green Pass: "È uno strumento decisivo per il controllo epidemico perché rende piu' sicuri i luoghi in cui è utilizzato ed ha avuto un effetto incentivante per la campagna di vaccinazione. Quindi l'intenzione del governo è continuare ad utilizzare questo strumento decisivo e non sono all'ordine del giorno delle modifiche rispetto alla modalità di utilizzo del Green pass".

Capitolo vaccino agli under 12. Il Governo attende il parere definitivo dell'Ema: "Le disposizioni del Governo e dell'Aifa saranno successive a questo pronunciamento". Nel frattempo, l'Aifa si è attivata per acquisire dosi adeguate di Molnupiravir, il farmaco antivirale orale già in uso in Gran Bretagna: "Ciò al fine che anche l'Italia possa avere a disposizione anche questa arma", ha concluso Locatelli. 

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